Basta nominare “Le Maldive” che subito si materializza una vignetta con: spiagge con sabbia bianchissima, mare cristallino, e occhialetti, pinne e muta per andare ad esplorare i meravigliosi fondali di cui tutti parlano.
Ma visto che non è nella lista dei miei viaggi imminenti, caro Icrewer, ti invito a partire con me per un viaggio, meno avventuroso, ma pur sempre interessante, alla scoperta di questo Stato, per scoprirne bellezze ma anche qualche ombra che offusca la versione paradisiaca del nostro meraviglioso fumetto.
E iniziamo da alcune informazioni generali: Le Maldive sono uno stato insulare nell’Oceano Indiano composto da circa 1.190 isole coralline, suddivise in 26 atolli naturali, famose per le spiagge, le lagune di acqua blu e le lunghe barriere di corallo.
Queste ultime e i mari adiacenti alle isole ospitano diversi esemplari di fauna ittica, alcune a rischio di estinzione: come squali, tartarughe marine, molluschi giganti, coralli neri. Purtroppo il riscaldamento globale e il conseguente aumento del livello del mare creano le condizioni per un aumento del rischio di inondazione e alterazioni nella popolazione vegetale dei fondali, come il fenomeno dello “sbiancamento” dei coralli, registrato in occasione del passaggio di El Niňo nel 1998. Per questo motivo, tra la fine del Novecento e gli inizi del Duemila, sono state introdotte diverse aree marine protette, per arginare questi fenomeni.
Tra le 1190 isole maldiviane solo 200 circa sono abitate. La capitale, Malé, ospita più di un terzo degli abitanti ed è una delle città più sovraffollate al mondo. L’origine del popolo malesiano è ancora sconosciuta, ma la storia racconta che le isole sono state abitate oltre 3.000 anni fa. I primi coloni furono viaggiatori provenienti dal sud dell’India e dallo Sri Lanka che hanno seguito l’itinerario della seta.
Il viaggiatore-scrittore arabo Ibn Baṭṭūta, (Tangeri 1304-Fès 1377) scrisse una relazione sui viaggi compiuti nel XIV secolo in tutto il mondo musulmano, nell’Asia centrale e meridionale e nell’Estremo Oriente, che rappresenta una preziosa fonte di notizie su questi popoli. L’area indiana è comunque quella che ha esercitato il maggior influsso sulle isole dell’arcipelago, a partire dal XII secolo, e la cultura occidentale dagli inizi del Novecento, prima con il dominio britannico e successivamente con i tanti turisti che vi arrivano ogni anno.
Ho cercato molto in merito alla letteratura di questo paese, ma ho trovato soprattutto libri di informazioni e guide sui pesci e sul mondo marino dell’arcipelago. L’unico autore del posto che ho trovato è Ali Rafeeq, originario di Fuvahmulah (Maldive). Rafeeq è il primo maldiviano ad aver acquisito un dottorato di ricerca in giornalismo presso l’ Università di Canterbury in Nuova Zelanda. Nel 1997, ha anche ricevuto il National Award of Excellence da parte del governo della Repubblica delle Maldive per l’eccezionale servizio svolto nel campo del giornalismo.
Il suo libro Covering Conflicts: International News Flows and the Coverage of Iraq War II by the Mainstream New Zealand Newspapers, (Conflitti di copertura: flussi di notizie internazionali e copertura della seconda guerra mondiale in Iraq da parte dei principali quotidiani della Nuova Zelanda) parla di giornalismo di guerra in Nuova Zelanda. Questo libro può essere utile per studenti di media e giornalismo, professionisti dei media e coloro che sono interessati ai flussi di notizie internazionali e alla copertura bellica.
Per quanto riguarda invece gli autori italiani che parlano di questo paese ho trovato il libro di Francesca Borri Ma quale paradiso? Trai jihadisti delle Maldive edito Einaudi, che mostra un paese molto diverso da quello che è nel nostro immaginario.
“Tutti conosciamo qualcuno che è stato alle Maldive. Ma quanti di noi sanno che si tratta di un paese musulmano? E che sono il paese con il piú alto numero pro capite di foreign fighters? Alle Maldive tutti conoscono qualcuno che è stato in Siria. Nonostante la pretesa universalità del «califfato», i jihadisti sono molto influenzati dai contesti nazionali. Nella scelta di arruolarsi l’emarginazione economica e sociale spesso ha un ruolo piú decisivo della religione. Icona del turismo di lusso, sinonimo di paradiso, le Maldive sono in realtà tra le isole piú inospitali del pianeta. La popolazione è concentrata nella capitale, Male, una delle città piú sovraffollate al mondo, preda di povertà, criminalità, eroina. Dal turismo arrivano miliardi di dollari, che finiscono a una manciata di imprenditori vicini al governo, che non tollera alcun dissenso. In questo reportage non parlano solo i jihadisti. Parlano i loro fratelli, i loro amici. Che anche se non condividono le loro ragioni, non li contrastano, perché non si sentono parte del mondo contro cui combattono. I jihadisti, alle Maldive, non sono degli squilibrati. Sono i nostri autisti e camerieri.”
E infine se vuoi conoscere più da vicino la gente del posto, la storia e la cultura di questo popolo attraverso la penna di un viaggiatore puoi leggere Viaggio alle Maldive: Arcipelago in bilico: una non guida per svelare le isole di Marco Carnovale.
“Racconto dei molti viaggi alle Maldive dell’autore, che evitando i villaggi turistici ha girato per le isole dei pescatori, incontrando la gente e cercando di capirne storia e cultura. Gironzolando sempre in barca, Marco ci porta a spasso per villaggi tranquilli, dove la tradizione si sposa con l’innovazione e la tecnologia. Ci guida per le strade della brulicante capitale Malé, nei suoi angoli nascosti spesso trascurati dal turismo frettoloso. Durante decine di immersioni subacquee, egli è testimone della ricchezza faunistica e dei colori sfavillantii di questi mari. Ma le isole stanno affrontando gravi problemi e rapidi cambiamenti, e non sono sempre il paradiso che sembrano. Le Maldive sono ad una svolta, con cambiamenti politici, economici ed ambientali che pongono difficili sfide al governo ed alla nazione.
Il libro è corredato di un utile indice analitico, una cronologia della storia maldiviana, una bibliografia e alcune fotografie in bianco e nero. La versione kindle contiene oltre 30 fotografie a colori.”
Ed eccoci alla fine del viaggio, almeno per oggi! Buona lettura!