I miei viaggi letterari mi portano da un continente all’altro; dai territori invasi della Siria mi ritrovo estasiata sulle sabbie bianche della Thailandia, tra il mare cristallino, le palme di cocco e i suoi abitanti, simpatici, allegri e sorridenti. Sarà per le meravigliose immagini riportate nelle foto pubblicitarie ma la Thailandia è chiamata proprio così: “l’isola dei sorrisi” o “l’isola degli uomini liberi,” almeno così è la traduzione letteraria della parola. Inutile nasconderlo, questa piccola isola del sud est asiatico, non molto lontana dalla Cina e con l’Oceania a sud, è da sempre in cima ai desideri di chiunque. Appare di piccole dimensioni ma l’Isola asiatica, nota fino agli anni Trenta come Siam, si estende per 2000 km confinando con il Myanmar, il Laos, la Cambogia e la Malesia, è bagnata sia dalle acque del Mare delle Andamane, sia dal Golfo del Siam e la sua capitale è Bangkok.
La storia dei regni di Thailandia inizia nel lontano 1238 d.C. quando venne fondata la città di Sukhothai, che diede il nome al regno che si sostituì al dominio Khmer. La prima dinastia salita al trono fu quella di Phra Ruang e il primo re thailandese prese il nome di Sri Intratit Sukhothai che significa “alba della felicita”, a lui va il merito di avere dato una religione e la cultura a quella che diventerà la Nazione. L’isola, successivamente, viene governata da alterne dinastie fino all’arrivo dei Chakri che regneranno dalla fine del settecento. Dopo la seconda guerra mondiale la Thailandia, per la sua posizione strategica rispetto ai paesi del sud est asiatico, ha potuto beneficiare della protezione del governo americano offrendosi come base di appoggio militare; questo tuttavia non le ha impedito, di vivere frequenti colpi di stato e l’avvicendarsi di regimi militari.
Osserviamola da un punto di vista politico. Dal 1932, la Thailandia è una monarchia costituzionale ereditaria a regime parlamentare e la sua Costituzione, formulata nel 1991 ma modificata nel 1997, è stata definitivamente emessa nell’agosto del 2007. Il suo potere esecutivo è affidato al Consiglio dei ministri guidato dal primo ministro nominato dal capo dello Stato mentre il potere legislativo è esercitato da un’Assemblea Nazionale composta da 250 membri. Il sistema giuridico si basa sul diritto continentale ma la giustizia è amministrata da una Corte Suprema i cui giudici sono nominati dal sovrano. Purtroppo anche in Thailandia è in vigore la pena di morte. La maggior parte della popolazione è composta da persone di origine thai, sotto al cui nome si raggruppano varie etnie come birmani, cambogiani, laotiani, cinesi, siamesi e lao, particolarmente diffusi nel Khorat. La religione ufficiale è il Buddhismo e quasi tutti i villaggi posseggono un tempio dove i monaci si riuniscono per pregare ma, al di là delle origini etniche e delle loro tradizioni, delle devastazioni ambientali che hanno piegato in ginocchio l’isola, è pensiero comune che la Thailandia sia un’oasi incantata e che i thailandesi siano tendenzialmente molto piacevoli, positivi, sorridenti, aperti al dialogo e senza troppi pregiudizi.
Scopriamo le sue tradizioni letterarie…
La letteratura thailandese, come tutte le arti thai, è di natura religiosa ed è stata influenzata dalla cultura indiana. Si sviluppa soprattutto nelle corti dei re scrittori ad uso esclusivo della nobiltà considerata la classe istruita, è legata alle vicende del Ramayana in cui, tra la fine del XIII secolo e la fine dell’Ottocento, si delineano le prime forme letterarie, sia in prosa che in poesia. Il genere più seguito è la lirica d’amore e i nirat caratterizzati dall’atmosfera malinconica legati al tema della separazione. Ricopre una notevole importanza il sepha, una forma di racconto cantato celebrato nel capolavoro di Khun Chang Khun Phen di Rama II, che narrava un episodio di vita cinquecentesca ad Ayutthaya. Nel IX e nel XX secolo si notano le prime influenze occidentali ma è durante gli anni ’70 che nasce come libero pensiero durante un periodo di repressione “la letteratura della vita“
Gli scrittori producono testi in contrasto con la dittatura, raccontano le diseguaglianze, la vita e le fatiche di chi vive nelle campagne. Tra questi troviamo l’ambasciatore e primo ministro MR Kukrit Pramoj autore di Molte vite, una collezione di storie brevi considerata come massimo esempio di prosa Thai. Nel ’66 viene pubblicata in thai La Storia di Jan Darra, scritta dal giornalista e scrittore Utsana Phleungtham, ma il primato della produzione letteraria spetta a SP Somtow, scrittore nato a Bangkok, educato a Cambridge e con residenza a Los Angeles, autore di testi di fantascienza, fantsy e storie di orrore come Moon Dance, Darker Angels, The Vampire beautiful daughter e Jasmine night.
Un esempio di letteratura moderna che si lega al territorio e alle sue problematiche sono i romanzi di Pira Sudham, candidato al premio Nobel nel 1990, in cui si descrive non solo le condizioni sfavorevoli del territorio, il dramma e i disastri ambientali, ma anche la speranza per un futuro che assicuri una vita migliore. Scrive l’autore:
“Vedo quello che scrivo come una forza emergente dalle radici della terra, dalla gente povera della Thailandia che non ha mai avuto voce in capitolo prima. Adesso, finalmente ciò sta succedendo”
Saksiri Meesomsueb è invece un poeta, premiato nel 1992 con il S.E.A. Write Award (premio per il miglior autore del Sudest asiatico) per la sua raccolta That Hand is White.
Feste in lacrime è una raccolta di dodici racconti di Prabda Yoon, figura di rilievo del panorama culturale thailandese. Nei suoi racconti divertenti e misteriosi, l’autore mescola vari generi che vanno dal pop alla poesia, rendendo l’opera surreale e molto intensa. Ad esempio in Qualcosa nell’aria, Una coppia fa l’amore durante un temporale e le loro attività sono interrotte dal crollo di due lettere giganti sul tetto di casa con conseguenze imprevedibili; in Sonno vigile un uomo di nome Natee è ossessionato dalla perdita dei bottoni del pigiama ed è trascinato in una strana fantasticheria sulla natura dei sogni e le qualità dei pigiama rossi e gialli (allegoria della cultura politica thailandese, divisa tra due partiti conosciuti come camicie rosse e gialle). In Neve per la mamma, una madre aspetta che il suo bambino cresca per portarlo in Alaska a toccare la vera neve, che non ha mai conosciuto da piccolo nei tropici.
Considerando solo gli autori thailandesi tradotti in italiano, anche i non citati, la scrittrice col numero maggiore di traduzioni è: Emmanuelle Arsan, pseudonimo di Marayat Rollet-Andriane, nata Marayat Pipith (มารยาท พิพิธ).
… tra l’altro Prabda (uno degli ultimi pubblicati in Italia – ultimi intendo sempre autori tradotti in italiano) è l’autore meno leggibile da lettori non abituali … e, constatazione generale, la parte introduttiva somiglia molto a qualcosa di già letto come impostazione.
Caro Signor Matteucci… Mi dispiace se ho tralasciato nominativi a suo dire più rappresentativi,posso dirle che cerco sempre di fare una ricerca che si attenga alle note di fonti sicure.. La ringrazio per avermi dato ulteriori informazioni. Per quanto riguarda l introduzione non mi ha specificato a quale pensiero pensa mi sia riferita., ma le posso assicurare che cerco sempre da i fare il meglio per dare il mio contributo pedonale, le auguro una Santa vigilia di Natale