Ciao iCrewer! Anche oggi è giunto il momento di salire sul nostro personalissimo aereo e alzarci in volo alla volta di un nuovo Paese. Questa volta arriviamo fino all’Asia centrale, dov’è annidato il Kirghizistan. Uno Stato da scoprire, esplorare e, perché no, magari comprendere un po’.
Kirghizistan: qualche informazione
Il Kirghizistan, formalmente detto Repubblica del Kirghizistan, deve il suo nome all’etnia principale che lo abita: i Kirghisi. Si tratta di una popolazione al cui origine si può far risalire al ceppo turco e che è presente anche in Cina, Uzbekistan, Tagikistan, Russia, Kazakistan e Ucraina.
Varie sono le teorie che hanno cercato ricostruire la creazione del loro nome, da cui deriva quello dello Stato.
Una di queste si origina dal manoscritto più antico della tradizione kirghisa: il poema epico di Manas. Si tratta di un’opera tramandata oralmente fin dal XVI-XVII secolo, periodo storico in cui hanno luogo gli avvenimenti narrati, ma che acquisisce forma scritta solamente nel 1885. Composta da tre tomi, racconta le avventure e le azioni eroiche di Manas, poi di suo figlio Semetei e, infine, del nipote Seitek. Il fulcro della vicenda sono le lotte contro le città Kitay e Kalmak. Proprio per giungere alla vittoria, le quaranta tribù kirghise (кырк + ууз) dovettero allearsi, dando così una spiegazione dell’etimologia del nome del popolo.
Sopravvissuto all’opera sovietica di eliminazione delle tradizioni delle varie popolazioni rientranti nell’URSS, oggi il poema, che vanta oltre 500’000 versi, viene recitato anche durante le feste nazionali.
Letteratura moderna

Facendo un salto in avanti nel tempo e arrivando fino al secolo scorso, troviamo quello che può essere definito uno di più celebri autori kirghisi: Chyngyz Torekulovich Aitmatov. Nato nel 1928, fu uno scrittore sovietico che produsse opere sia il lingua russa che in lingua kirghisa. Durante il corso della sua vita ha viaggiato in lungo e in largo per i territori dell’Unione, dalla periferia alla capitale, e anche in Europa, fino a Norimberga, dove morì nel 2008.
Le sue opere hanno l’originare caratteristica di trasportare il folclore, i miti, le favole in un contesto di vita coevo all’autore. Oltre a ciò, particolare rilevanza trovano nei lavori di Aitmatov la transazione subita dal popolo kirghiso da provincia dell’Impero russo a stato satellite dell’URSS, e gli animali. Entrambi sono temi fondamentali in Farewell, Gul’sary! (titolo originale Прощай, Гульсары), suo lavoro del 1966, racconto allegorico che narra della società, della politica e del lutto nell’URSS, focalizzandosi però anche sulla relazione di amicizia e fedeltà tra un uomo e il suo stallone.