Nonnoboi e il più illustre scrittore del Kenya
Caro iCrewer sono qui per il nostro consueto appuntamento con la tanto amata rubrica Libri da… che oggi ci porta in Kenya
Voglio aprire questo articolo con una delle mie solite parentesi. Durante una cena solidale i fondatori dell’Associzione Nonnoboi, mi hanno parlato di un Concorso letterario che si è concluso a Gennaio dell’anno scorso e mirava alla produzione di un libro i cui proventi sarebbero stati destinati a uno dei progetti dell’associazione.
Il progetto in questione L’Atelier des fillles et des mamans aveva come obiettivo il sostentamento di un laboratorio di sartoria situato presso l’Orfanotrofio di Kakamega, in Kenya.
Il libro che quindi voglio segnalarti in questa mia digressione si intitola Sul filo della memoria, raccoglie 24 autori che per l’occasione hanno scritto un racconto o una poesia collegate al tema del ricordo dei nonni.
Io ho avuto l’onore di leggerlo e ho trovato un’opera densa di significato e che in più di un estratto mi ha fatta commuovere e quindi non potevo non segnalartela.
Vorrei concludere questo discorso con una piccola presentazione dell’Associazione Nonnoboi. Personalmente ho conosciuto Lorenza che mi ha raccontato di come aveva maturato il sogno di aiutare i Bambini del mondo e come successivamente fosse approdata in Kenya.
Tutt’ora la loro associazione no profit continua a crescere e a creare eventi utili a raccogliere risorse che siano di aiuto ai popoli di quelle terre e servino a renderli autosufficienti.
Hanno creato sugli altipiani del Kenya, a Kakamega un asilo per 53 bambini e con le iniziative che svolgono puntano a renderli autosufficienti. Questo è un piccolo resoconto che posso darti a seguito del mio incontro con i fondatori dell’associazione, ma se vuoi saperne di più ti invito a visitare il loro sito.
Detto questo passiamo allo scrittore che ho scelto come simbolo della letteratura Kenyota, come sai il motivo che guida le mie scelte è il mio interesse verso la narrativa per ragazzi e a mio parere in questo campo Ngugi Wa Thiong’o è sicuramente uno dei maggiori esponenti del Kenya.
Ngugi Wa Thiong’o
Nato nel 1938 a Kamiriithu, una zona popolata dall’etnia Kikuyu. E’ uno scrittore, un poeta, un drammaturgo, attualmente considerato uno dei principali esponenti della letteratura africana; tra le sue composizioni ritroviamo romanzi, opere teatrali, raccolte di racconti, saggi e come dicevo nell’introduzione opere per i bambini, scritte sia in Inglese che in lingua Gikuyu.
E’ un membro onorario dell’American Academy of Letters nonché fondatore e direttore della rivista Mutiiri
Più volte è stato proposto come candidato al premio Nobel per la letteratura, ha vissuto una vita tutt’altro che semplice.
Basta pensare che negli anni in cui vive c’è stata la celebre rivolta dei Mau-Mau e in quell’occasione perse il fratello e la madre dopo essere stata arrestata viene torturata.
Nel 1962 mettono in scena L’eremita nero, un’opera teatrle e l’anno seguente, 1963, si laurea presso la Makerere Univesity di Kampala situata in Uganda.
Il suo primo romanzo, primo di tutta l’Africa Orientale, Se ne andranno le nuvole devastatrici, risale al 1964 ed è stto scritto mentre lo scrittore si trovava in Inghilterra e frequentava la Leeds University.
Nel 1967 pubblica una delle sue opere più importanti Un Chicco di Grano di cui segue la sinossi…
Pubblicato in inglese nel 1967 e per la prima volta in italiano da Jaca Book nel 1978, il romanzo di Ngugi Wa Thiong’o, più volte candidato al Nobel per la letteratura, rappresenta una cruda analisi degli smarrimenti e delle divisioni affrontati dai kenioti dopo la celebrazione dell’Uhuru, il giorno dell’Indipendenza (12 dicembre 1963). Il romanzo ruota attorno ai festeggiamenti di questa giornata memorabile avvitando, in un incastro sapiente di passato, presente e futuro, le storie dei vari personaggi, tutti nativi dello stesso villaggio. Un intreccio che suscita emozioni quasi da romanzo «giallo», fino all’imprevedibile conclusione che il lettore giunge a scoprire spogliata di ogni trionfalismo.
Successivamente a questa pubblicazione Ngugi Wa Thiong’o rinnega la propria fede Cristiana e passa dall’utilizzo della lingua inglese allo Swahili e al Gikuyu, inoltre abbandona il suo nome natale James Ngugi e sceglie Ngugi Wa Thiong’o. Per un periodo riesce a insegnare presso l’Università di Nairobi, ma a seguito della messa in scena dell’opera teatrale Mi sposerò quando lo voglio viene arrestato.
Presso il carcere di massima sicurezza di Kamiti scrive sui rotoli di carta igienica Il Diavolo in croce. Grazie all’operato di Amnesty riesce a tornare in libertà e ritorna a scrivere, ma non a insegnare.
Nel 1981 pubblica il diario dei suoi anni in prigione e in seguito a varie minacce sia alla sua persona che alla sua famiglia sceglie l’esilio e si trasferisce negli Stati Uniti, dove nel 1992 diventa docente di letteratura comparata prima presso Yale e poi nell’Università di New York.
Tra le altre sue opere celebri ti ricordo Decolonizzare la mente, 1986, in cui Ngugi Wa Thiong’o sostiene l’importanza delle lingue africane nella letteratura.