Gli scrittori del Kosovo
Caro iCrewer eccoci giunti a un nuovo appuntamento con Libri da…
Preparati perché oggi si vola in Kosovo!!
Anche il Kosovo, come alcuni stati di cui ti abbiamo già parlato è uno stato solo parzialmente riconosciuto. Ha autoproclamato la sua indipendenza dalla Serbia nel febbraio del 2008, con l’intenzione di diventare una Repubblica Parlamentare, ma la Serbia ha dichiarato fin da subito di non riconoscere la sua indipendenza, che tuttavia è stata accolta da altri stati. Gli stati dell’ONU che attualmente l’hanno riconosciuta sono 93, 95 stati non la riconoscono e cinque sono astenuti. Tra gli stati che l’hanno riconosciuta emerge l’Italia.
Una curiosità sul Kosovo riguarda il suo nome, Kosovo deriva dalla località Kosovo Polje, traslitterata in Italiano vuol dire Campo del merlo ed è situata a 8 km a sud-ovest di Priština, luogo che fu teatro dell’omonima battaglia avvenuta nel 1389.
Per nostra personale curiosità andiamo a vedere con quali stati confina il Kosovo: a Nord-Est troviamo la Serbia, a Nord-Ovest il Montenegro, a Sud-Ovest l’Albania e a Sud con la Macedonia del Nord.
La sua capitale è Priština e anche se non appartenente all’Unione Europea, dal 2002, l’Euro è la moneta qui utilizzata.
Ma andiamo ora a scoprire qualcosa sulla letteratura Kosovara…
Fu solamente dopo la Seconda Guerra Mondiale che si ebbe un’interessante sviluppo della letteratura kosovara, con la crescita dell’Università di Priština che divenne il centro dell’attività artistica e culturale del paese; da questa crescita è derivato un atteggiamento di fermento creativo da parte degli autori, con un maggiore interesse verso la Poesia e i testi scritti in Prosa.
Potrei citarti molteplici autori come: E. Mekuli, E. Gjerqeku, D. Mehmeti o anche M. Kërveshi; F. Gunga, A. Shkreli, I. Sulejmani e R. Kelmendi, ma voglio concentrare la mia attenzione su Azem Shkreli.
Azem Shkreli
Azem Shkrelí è nato nel 1938 a Shkrel-Rugova, Peja ed è morto nel 1997. Poeta e critico letterario albanese è stato niente meno che il presidente della Kosovo Writers ‘Association, il direttore del Teatro Regionale di Priština e il fondatore e direttore del Kosovo Film.
Ha passato gran parte della sua vita a Priština, luogo in cui ha compiuto gli studi secondari e dopo di essi si è laureato presso la Facoltà di filosofia, lingua e letteratura albanese.
Le sue poesie sono internazionali e tra le sue opere ti cito: Bulzat, 1960; Street Angels, 1963; Parola di pietra, 1969; Dalla Bibbia del silenzio, 1975; Baptism of the Word, 1981 e Birds and Stones, che è giunto a noi come manoscritto e pubblicato l’anno della sua morte, 1997.
Eccoti la sinossi e la copertina di Parole di pietra, edito in Italia da Stilo, 2011.
“Parole di pietra” è testimonianza della maturità e della grandezza di una cultura, quella albanese, poco conosciuta nel resto d’Europa perché oscurata dai fatti della politica e dell’odio interetnico. Ma è, soprattutto, un atto di fede nei confronti della parola poetica: nata da un processo creativo estenuante e doloroso, la poesia, “sangue della penna”, è la sola forza in grado di infrangere il male, è verbo che si contrappone al silenzio dell’odio, è resistenza, restituzione di un equilibrio intellettuale e spirituale che “il fiore maligno” disseminato fra la gente ha del tutto sconvolto. Shkreli indaga l’esperienza esistenziale, ne fa emergere l’essenza e la tragicità e le illustra con immagini di grande impatto. Il passato glorioso del suo popolo, interiorizzato e conservato, si intreccia con il presente in cui l’intellettuale ha una missione: rifiutarsi di tacere, nella consapevolezza che quando anche la parola ci avrà abbandonati per sempre, avremo perso ogni speranza di redenzione.
Passiamo ora a Jeton Kelmendi che è nato a Peć nel 1978, è un giornalista e un poeta; dopo aver frequentato le scuole elementari e le superiori presso il suo paese nativo ha proseguito gli studi universitari a Priština. Fu membro del UÇK e partecipò alla guerra del Kosovo. Attualmente è emigrato dal suo paese e vive a Bruxelles.
La sua attività di scrittore è stata sempre parallela a quella di giornalista e celebre per i suoi articoli di interesse politico e culturale.
La sua creazione poetica è di fama internazionale e le sue opere sono state tradotte in diverse lingue, inoltre è possibile ritrovare le sue poesie in alcune riviste di carattere culturale, in particolare in quelle di lingua inglese.
Tra le sue opere ti ricordo: Il secolo delle promesse, 1999; Oltre il silenzio, 2002; Se mezzogiorno è, 2004; Perdonami un po’ Patria, 2005; Dove vanno gli avventi, 2007; La Signora Parola, 2007.
Concludo infine citandoti questo testo: L’Âge Mythique, ovvero L’età mitica il cui autore è Jeton Kelmendi, è curato da Stefano Donno, Ernesto Kahan e Dante Maffia è stato auto pubblicato il 9 dicembre 2019, questa è la sua sinossi:
L’ho immaginato come un visitatore che, dall’esterno, guarda se stesso dentro la sua storia, con una forte nostalgia per la sua triste patria che vive una realtà dilaniata tra due opposti, amore e guerra – Un grande amore e una guerra sanguinosa. (Prof. Ernesto Kahan Vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1985) Kelmendi non ama le malizie e i sotterfugi linguistici, filologici e funamboleschi delle finte e vere avanguardie e pone il suo interesse sui sentimenti, sulla quotidianità, sugli eventi che accompagnano l’uomo attimo dopo attimo, anche quelli bellici, naturalmente prendendo di petto le situazioni, senza nascondersi dietro il paravento che rifiuta le emozioni. (Dante Maffia) Jeton Kelmendi è nato nel 1978 a Peć, in Kosovo. È precursore ed esponente rappresentativo della poesia albanese moderna, è scrittore, saggista e giornalista per vari giornali albanesi ed esteri. Laureatosi all’Università di Bruxelles, ha conseguito master e Dottorato in diplomazia e politica internazionale. È professore alla AAB University e membro attivo dell’Accademia Europea di Scienze, e Arti di Salisburgo. Le sue raccolte approfondiscono la lirica dell’amore, del conflitto nel quale ha combattuto durante la guerra in Kosovo e la realtà dei nostri tempi; le poesie sono state tradotte in più di ventisette lingue. Prefazione di Ernesto Kahan. Postfazione di Dante Maffia. Traduction française par Dmytro Tchystiak avec la collaboration de l’auteur et Nicole Laurent-Catrice. Traduzioni dal francese di Michela Primerano, Revisione di Annarita Tavani. In copertina Incendio in Kenia di Ottavio Rossani.
Spero di averti incuriosito caro iCrewer, alla prossima.