Guatemala è una repubblica centroamericana che ha una delle tradizioni letterarie più ricche del continente, dalle radici Maya a delle proposte contemporanee: un orizzonte universale.
Il Guatemala è uno stato della America Centrale con una cultura complessa, risultato della fusione (non precisamente pacifica) tra la civiltà Maya e la colonia spagnola. Il suo nome deriva del nahuatl Quauhtlemallan che vuol dire “luogo con molti alberi”: si tratta di un paese di grande bellezza, storia struggente e molte contraddizioni.
Quando gli spagnoli arrivarono in America, poche civiltà erano riuscite ad avere lo splendore e la complessità dei Maya, che avevano fatto dei grandi progressi in tutti i campi: matematica complessa, astronomia con un calendario molto preciso, città splendenti e persino scrittura, usando i glifi. Nel tempo della colonia era proibito l’uso della lingua Maya-Quiché, ma molti funzionari e sacerdoti indigeni hanno mantenuto le loro storie e tradizioni, soprattutto una serie di miti della creazione della civiltà Maya: il Popol Vuh. Questo libro è stato tradotto in italiano da Antonio Giannotti, un uomo che ha passione per Neruda e gli insetti.
Come quasi tutti i paesi latinoamericani, il Guatemala ha avuto una storia convulsa e complessa, con una serie di regimi autoritari, lotte per il potere, influenze estere e guerre interne. Forse il libro che meglio racconta la tragedia dei governi autoritari sia Il Signor Presidente, romanzo di Miguel Ángel Asturias, pubblicato nel 1946 e disponibile in italiano grazie alla traduzione di Raul Schenardi. Questo romanzo descrive come un dittatore costringe al suo popolo a vivere in mezzo a corruzione, intrighi e miseria, ed è un ritratto non solo dei tiranni del Guatemala ma quelli di tutta America Latina. Asturias è riconosciuto per il suo stile, anticipando il realismo magico, e vinse il premio Nobel nel 1967.
Anche se ha una storia convulsa, si tratta di un paese affascinante e che fa innamorare chi lo conosce. Un esempio è quello dello scrittore Augusto Monterroso, nato a Honduras ma che prese la cittadinanza di Guatemala. Monterroso è uno dei miei autori preferiti: ha un senso del umorismo acuto ed ironico, colto e pieno di riferimenti alla letteratura ispanica, da Cervantes a Borges. Nei suoi racconti si trovano accenni a personaggi, situazioni e linguaggio che possono capirsi meglio sotto la luce della tradizione. Forse il micro-racconto più famoso di Monterroso è Il dinosaurio: “Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì”. In particolare, l’ho conosciuto grazie al libro La pecora nera e altre favole, disponibile in italiano grazie alla traduzione di Maria Teresa Marzilla e pubblicato nella casa Sellerio.
Insomma: il Guatemala ha una tradizione letteraria ricca con una lunga storia, che va dai Maya fino alle nuove tendenze letterarie, con una proiezione universale. I suoi autori hanno diversi stili, dal realismo fino il surrealismo, dai libri creazionisti fino ai micro-racconti contemporanei.
Spero, caro lettore, che ti piaccia tanto quanto a me.