Caro iCrewer, per il nostro viaggio letterario intorno al mondo oggi ti porto in questo angolo di paradiso; oltre a spiagge da favola e una storia sicuramente variopinta, vi troveremo anche opere culturali di rilievo? Scopriamolo insieme
Barbados è situata al confine tra il mar dei Caraibi e l’Oceano atlantico. Tra le poche isole non toccate da Cristoforo Colombo, è stata scoperta intorno al 1500 dal navigatore portoghese Pedro de Campos e colonizzata dagli inglesi all’inizio del XVII secolo. Prima di allora, Barbados era abitata dai nativi americani di Carib e Arawak.
Soprannominata “Piccola Inghilterra” per l’influenza coloniale (che a differenza di altre isole è sempre stata inglese dal 1625 al 1966, anno dell’Indipendenza), mantiene diverse usanze e tradizioni del Regno Unito: la guida è a sinistra, il tè delle 5 è un rito irrinunciabile e lo sport più popolare è il cricket. Gli abitanti sono però orgogliosi del loro modo di vivere che proviene da questo mix di cultura africano/britannica. Celebrano questo patrimonio anche nei sapori audaci della loro cucina, molti dei quali sono marinati nel folklore e serviti con la musica di una miscela unica afro-caraibica.
Da un popolo così ricco di memoria storica, ritmi tropicali e miti africani, non poteva che nascere un’artista anche per la narrativa contemporanea.
Sto parlando di Paule Marshall: classe 1929, nata con il nome di Valenza Pauline Burke a Brooklyn in una famiglia di immigrati da Barbados, ha attraversato i contrasti e le sofferenze non solo dell’integrazione fra poveri di provenienze diverse. Dalla famiglia le sono venute in eredità le forti radici della tradizione bajun. Laureata, prima bibliotecaria e poi giornalista, ha scelto dal 1956 di essere solo scrittrice, affermandosi come una delle più stimate narratrici americane. Tra le sua molteplici opere, oltre a “Anima batti le mani e canta“, molto conosciuto è anche il romanzo “Danza per una vedova“.
Un vecchio è ben misera cosa, un mantello lacero su un bastone, a meno che l’anima non batta le mani e canti
In “Anima batti le mani e canta“, pubblicato da AIEP EDITORE, l’autrice indaga, attraverso la serie di racconti presentata nel libro, il disagio dell’uomo e della donna, bianchi e neri, nei diversi contesti culturali delle regioni americane, dove il melting pot di razze e culture si presenta con una complessità ignota all’esperienza europea. Tema unificante è la crisi dei protagonisti maschili che intuiscono confusamente la propria realtà nel confronto sconvolgente con figure femminili epifaniche. Su questi uomini vecchi, giunti vuoti alla fase ultima della loro esistenza, pesano non solo il retaggio di razze che hanno vissuto l’emarginazione, ma anche i grandi mali che affliggono l’uomo moderno.
Sai che mi è venuta voglia di leggere entrambi i titoli? E tu caro iCrewer li conoscevi? facci sapere nei commenti.