Scrittori da scoprire e libri da leggere nelle isole dei Caraibi
Dopo l’Argentina, il nostro viaggio letterario intorno al mondo ci conduce alle isole di Antigua e Barbuda, in uno dei luoghi più belli e incantevoli dell’Arcipelago delle Antille, circondate dal Mar delle Antille e dall’Oceano Atlantico, soprannominate le isole dell’amore per la percentuale notevoli di matrimoni che si festeggiano. Guardando le foto, si rimane davvero affascinati da tanta bellezza naturale ma vediamone anche la realtà geografica e storica, fondamentali per ricostruire le tradizioni culturali e letterarie.
Le splendide isole caraibiche, fanno parte del gruppo delle isole Leeword, e per quanto possano sembrare identiche, differiscono tra loro per estensione. Antigua, infatti, con una estensione di 280 km è di poco superiore all’isola di Barbuda (168 Km), più solitaria e meno attiva, la capitale si chiama Saint John, la lingua ufficiale è l’inglese e la popolazione è prevalentemente creola. Membro del Commonwealth, lo stato delle Antille, dal 1981, è una monarchia costituzionale e la popolazione è formata per la maggioranza da neri di origine africana, presenti sull’isola, già dal XVII secolo come schiavi per le piantagioni da zucchero.
La storia ci riporta, guarda caso, al nostro Cristoforo Colombo a cui si deve, nel 1493, la scoperta di questo bellissimo arcipelago e il nome dello stesso. Una volta sceso sulla terra ferma, infatti, il genovese battezzo l’isola in ricordo della chiesa di Santa Maria di Antigua di Siviglia, ma a colonizzarlo ci pensarono gli inglesi due secoli dopo, da cui, le due isole si distaccarono conquistando nel 1967 l’indipendenza, ufficializzata, all’interno del Commonwealth, solo nel 1981.
Disquisire sulla cultura antillana impone senza dubbio una riflessione sulle origine dell’identità del popolo caraibico, dal quale la stessa tradizione letteraria ha preso forma e dal quale non si può prescindere. Che la colonizzazione abbia accellerato il processo culturale è indubbio. Alle originarie lingue indigene, come la musica e la poesia, elemento di base della lingua primitiva, si mescolarono etnie linguistiche di varie origini generando, pur rimanendo unici nella loro originalità, una cultura diversa nella quale riconoscersi. Nasce quindi il concetto di creolità, la più idonea definizione per una visione unitaria di un popolo che, se pur costretto dal colonialismo e dalla schiavitù a cedere parte della sua identità, è riuscito a difendere il concetto di appartenenza.
Senza visione interiore l’Antillinità non è accessibile. E la visione interiore non è niente senza la completa accettazione della creolità. Ci proclamiamo creoli” scrivono nei loro saggi gli autori creoli,” Dichiariamo che la creolità è il cemento che tiene unita la nostra cultura e deve reggere le fondamenta dell’Antillanità. La Creolità è l’aggregato in cui interagiscono e transagiscono gli elementi culturali caraibici, europei, africani, asiatici e levantini che la necessità della Storia ha riunito sullo stesso suolo […] La nostra Storia è un intreccio di storie. […] Siamo l’Europa e siamo l’Africa. La Creolità è «il mondo diffratto ma ricomposto», un vortice di significati in un unico significante: una Totalità
La letteratura caraibica quindi, affonda le sue origini proprio da questa mescolanza etnica e la sua autenticità è ben difesa dai suoi interlocutori culturali più accesi come Kamau Brathwaite, Derek Walcot, premio Nobel per la letteratura nel ’92, Alejo Carpentier e Edouard Glissant e Jamaica Kincaid, la scrittrice caraibica più famosa nata ad Antigua, autrice di tre opere molto significative, Annie John, Autobiografia di mia madre, Un posto piccolo edito da Piccola Biblioteca Adelphi in cui la scrittrice scrive…
“Che il turista sprovveduto sfogli pure le pagine patinate delle solite guide: chi metterà in valigia questo scarno libretto scorgerà un’altra Antigua, che porta ancora i segni di una “malattia europea” ma è finalmente un luogo ben distinto e non il fondale per un depliant pubblicitario”.