Il Natale è ormai passato e questo 2024 volge al termine. C’è chi lo saluta con sollievo, chi con nostalgia e chi si appresta a lanciarsi nel 2025 con speranza e trepidazione. Quasi tutte le correnti filosofiche, insomma, ci insegnano che la fine non è altro che il preludio ad un nuovo inizio, in un eterno e costante ripetersi di alti e bassi, emozioni positive e negative. Ed è proprio per aiutarci ad affrontare questo eterno ciclo che ho pensato di presentarvi alcuni consigli di letture filosofiche per concludere in bellezza quest’anno e accingerci a vivere al meglio quello in cui stiamo per entrare.
E dunque, senza perdere altro tempo…filosofiamo!
Letture filosofiche: verso un cambiamento costante e continuo
La fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo rappresentano per molti un momento di riflessione e bilancio. Questo passaggio temporale, tanto concreto quanto simbolico, è una cornice che ogni cultura e filosofia riempie di significati diversi.
Nelle filosofie orientali esiste un termine che dovremmo tenere ben presente, kaizen una parola giapponese che ne mette insieme due: kai, che sta per “cambiare”, e zen, che vuol dire “migliore”. L’inizio dell’anno nuovo è certamente il momento più adatto per avviare un processo di miglioramento costante e continuo, portato avanti con impegno e dedizione che non deve necessariamente essere radicale e improvviso. Ed è proprio quello che spiega Christie Vanbremeersch nel suo libro Kaizen. La filosofia giapponese del grande cambiamento a piccoli passi. Applicato alla vita di tutti i giorni, infatti, il kaizen ci permette di compiere poco alla volta, con perseveranza, un lungo percorso, anche su una via impervia, scoprendo di cosa siamo incredibilmente capaci.
Anche in Occidente i filosofi si sono interrogati sul senso del tempo e del suo scorrere incessante. Da Aristotele fino ad Agostino per arrivare fino a Schopenhauer, ognuno ha dato una propria visione del mondo e dell’essere nell’uomo nel mondo. Il filosofo tedesco, ad esempio, seppur sia noto per il suo pessimismo, ha dato molto spazio nella sua carriera di filosofo alle riflessioni sul tempo e sul suo significato. Ne L’arte di essere felici, ad esempio, raccogliendo le suggestioni offerte dallo stoicismo e dalle filosofie orientali Schopenhauer spiega che per raggiungere la felicità, bisogna assecondare la propria personalità.
In un mondo che ci bombarda continuamente, che ci cambia in maniere che non riusciamo a prevedere, dovremmo concentrarci su noi stessi, rivedere quanto abbiamo fatto in questo anno e chiederci: cosa ho imparato? Cosa avrei potuto fare diversamente? Errori, sbagli e strade sbagliate, servono a farci raggiungere una maggiore consapevolezza di chi siamo e di chi possiamo essere, e una volta raggiunta questa consapevolezza, possiamo seguire con maggiore risolutezza quel cammino, nient’affatto roseo e semplice, che ci condurrà alla felicità.
Insomma, il senso di queste letture filosofiche è che iniziare il nuovo anno con propositi troppo ottimistici non è esattamente la scelta giusta. Mettiamo in conto anche i fallimenti, le cadute e le difficoltà. Ci aiuterà a rialzarci e a riprenderci con più forza ed entusiasmo!
Accettazione ed eterno ritorno
Accettare che la vita non è perfetta e che le difficoltà ne fanno irrimediabilmente parte è il presupposto essenziale di partenza per poter affrontare un 2025 con maggiore consapevolezza e serenità.
È lo spirito che anima la filosofia del Wabi Sabi nel libro di Nozuo Suzuki. Nella lista delle cose da fare per il 2025, sarebbe meglio non inserire troppi punti perché, molto probabilmente, non saremo in grado di soddisfarli tutti. Al contrario, “svuotiamo” la lista e anziché aggiungere propositi, obiettivi e mete da raggiungere prendiamoci dei momenti per noi stessi, ritagliamoci quegli attimi di solitudine in cui leggere un libro, fare una passeggiata o anche semplicemente contemplare il cielo stellato, sforzandoci di non pensare a nient’altro se non alla bellezza del mondo imperfetto che ci circonda.
Del resto, affannarsi troppo è uno spreco di energie. Lo sapeva bene anche Nietzsche che ci parla, in molti dei suoi libri, della teoria dell’ “eterno ritorno”. Il filosofo del superuomo in Così parlò Zarathustra immagina il tempo non come un susseguirsi lineare di attimi ed esperienze, come fossero fotogrammi di un film, ma come un cerchio, descritto dall’immagine di un serpente che si morde la coda.
L’eterno ritorno non è altro che un esercizio mentale che consiste nell’immaginare che tutti gli istanti della nostra vita si ripetano in eterno, sempre nello stesso modo:
Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso.
Una visione non certo ottimistica che, tuttavia, ci invita ad aggiungere un altro proposito alla nostra lista: qualunque cosa desideri, desiderale in modo da essere in grado di desiderare anche il suo eterno ritorno! Bando alla pigrizia, all’indolenza e alla passività! Nietzsche ci esorta a vivere ogni istante della nostra vita come se dovessimo ripeterlo in continuazione. È quello che chiama amor fati, amore del destino, quello spirito entusiastico che ci spinge a benedire e ad accettare la vita con tutte le sue contraddizioni perché ogni attimo è prezioso.
In conclusione, la filosofia, con le sue molteplici voci, ci invita a considerare la fine dell’anno non solo come un momento di chiusura, ma come un’occasione di apertura verso nuove possibilità. Che si scelga di meditare sul senso del tempo, di accettare il proprio destino con serenità, o di agire con determinazione, l’importante è vivere questo passaggio con consapevolezza e profondità. E quale modo migliore di farlo se non attraverso la compagnia di un buon libro che sappia stimolare la mente e nutrire l’anima?
E con queste piccole pillole e attraverso questi consigli per letture filosofiche non mi rimane che augurarvi, come si è soliti fare in questi giorni, una buona fine e un buon principio. Buone feste e felice anno nuovo!