Caro iCrewer, oggi tocca a me portarti in giro per il nostro meraviglioso stivale, alla scoperta delle nostre regioni.
Oggi ti porterò nella bellissima
Abruzzo
Qualche anno fa sono stata in vacanza al mare in Abruzzo e mi ha colpito poter vedere le montagne cosi vicine, allungando una mano mi sembrava di poterle toccare.
L’Abruzzo è una regione del centro Italia, anche se la sua storia e la sua cultura la legano più al sud, compresa tra l’Appenino centrale e il Mar Adriatico. Il capoluogo, L’Aquila è stato duramente colpita anni fa da un terribile terremoto. La parte montuosa vanta la presenza dei principali massicci montuosi che costituiscono l’Appenino come il Gran Sasso, la Majella e i Monti Marsicani.
L’Abruzzo non è solo una terra in cui il contrasto tra le coste sabbiose e le catene montuose degli Appenini danno origine a paesaggi mozzafiato. Terra degli arrosticini di pecora, oltre all’ottima cucina, è una regione ricca di storia, cultura, arte e letteratura. Non mi dilungherò sul fatto che è anche la terra natale del mio attore preferito Lino Guanciale.
Breve excursus nella storia della letteratura abruzzese
Abitato fin dalla preistoria, l’Abruzzo fu terra di contese soprattuto in epoca romana ed è propria in quest’epoca che ci sono i primi componimenti letterari abruzzesi.
Alcune delle più grande personalità romane dell’epoca non nate nelle terre d’Abruzzo: Gaio Sallustio Crispo autore de le monografie De coniuratione Carilinae e il Bellum Iugurthinum, Asinio Pollione de Teate e Publio Ovidio Nasone autore dell’opera Tristia in cui ricorda la sua città Sulmona. Quest’ultimo fu uno dei poeti più apprezzati dell’impero, tra le sue opere si ricordano Ars amatoria, Metamorfosi e Fasti.
Con la fine dell’impero romano e l’avvento del Medioevo le composizione letterarie erano prevalentemente di carattere religioso come il Chonicon Casauriense di San Clemente a Casauria. Si ricordano in particolare modo le Cronache aquilane redatte tra il Medievo e il Rinascimento da diversi autori tra cui Buccio di Ranallo e Antonio di Boetio. Nel XVIII secolo si vide un ritorno alla produzione letteraria che continuò anche nei secoli successivi.
Gabriele D’Annunzio e l’amore per l’Abruzzo
Il più celebre autore letterario abruzzese, padre del decadentismo italiano, è stato Gabriele D’Annunzio. Abbiamo parlato di lui in molti articoli, romanziere, poeta, autore teatrale e di novelle, politico, militare e patriota italiano. Personaggio di spicco durante la prima guerra mondiale è stato insignito da re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso, titolo appositamente creato per D’Annunzio dopo l’impresa di Fiume.
Le prime composizioni poetiche e in prosa sono ambientate nella sua città natale, Pescara. Ricordiamo in ordine di pubblicazione Primo vere del 1879, Canto novo del 1881, Il libro delle vergini del 1884 e Le novelle della Pescara pubblicate nel 1902.
Pastori d’abruzzo
Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.Han bevuto profondamente ai fonti alpestri
ché sapor d’acqua natia
rimanga nei cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
Oh voce di colui che primamente
conobbe il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral
cammina la greggia.Senza mutamento è l’aria
e il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci rumori,
ah perché non son io coi miei pastori?
Un altro scrittore e poeta famoso è Ignazio Silone (all’anagrafe Secondo Tranquilli) nato a Pescina. Un Abruzzo povero e devastato da carestie e terremoti è l’ambientazione delle sue storie soprattutto la piana di Fucino. I due romanzi più rappresentativi sono Fontanamara pubblicato nel 1933 e Vino e pane del 1938. È stato nominato ben dieci volte per il Premio Nobel per la letteratura tra il 1946 e il 1963.
Due esponenti della letteratura dialettale abruzzese furono Cesare De Titta di Sant’Eusanio del Sangro, autore di un Canzoniere scritto in dialetto che si ispira alle opere di Carducci e Modesto Della Porta di Guardiagrele, incoraggiato dallo stesso Cesare de Titta a pubblicare le sue opere.
Nelle sue poesie Della Porta, rappresentava la realtà del suo tempo con descrizioni crude e semplici di persona del popolo senza rinunciare all’umorismo. Si definiva poeta senza parole, non avendo finito gli studi elementari per dedicarsi subito all’attività di sarto.
Le sue opere più famose sono La giostra (Lu carusille), Serenate a mamme, La testa di San Donato (La coccia de San Donate), La niveina di Natale (La nuvene de Natale), Ta-pù: la cumparse. Nel 1922 Della Porta vinse il primo premio per il Concorso Canzoni Abruzzesi di Lanciano.
Le più note sono Serenate a mamme – Lu carusille (la giostra) – La coccia de San Donate (la testa di San Donato) – La nuvene de Natale – Ta-pù: la cumparse
Un altro celebre personaggio nato a Pescara era Ennio Flaiano. Autore ironico e poliedrico era scrittore, giornalista, sceneggiatore molto noto nel mondo del cinema. Famoso per aver scritto la sceneggiatura del film I Vitelloni di Fellini, ispirato alle avventure giovanili del sceneggiatore. Fu lo stesso Fellini a scegliere di spostare l’ambientazione da Pescara alla più conosciuta Rimini.
Caro iCrewer, per oggi il nostro viaggio nella magnifica Italia e nelle sue regioni finisce qui. Continua seguirci per scoprire nuove meraviglie del nostro bel paese.