Un urban fantasy ambientato a Boston, città in cui vivono i due protagonisti: Lucas, cacciato anni prima dal suo mondo, e Hope, trasferitasi per studiare ad Harvard.
Due storie che si incontrano, due opposti che si attraggono. Lei è umana, lui è un mezza fata. Due vite che si intrecciano, che si incrociano e si scontrano. Hope dal carattere dinamico e dalle giornate frenetiche divise tra studio e lavoro; Lucas dall’animo tormentato e dalla dura corazza scalfita solo dall’amore per la musica. Incontri burrascosi ed un inevitabile attrazione porteranno Hope ad affezionarsi a questo strano ragazzo. La ragazza però non sa che una sconvolgente verità l’aspetta; lì dove Lucas è nato e cresciuto, lì alla corte di Unseelie dove tutto ha avuto inizio…
Trama:
“Volevo capire come essere diverso per poterle stare accanto. Volevo che mi scegliesse.
Lucas vive nel mondo degli umani da quando fu scacciato dalla corte Unseelie, a dodici anni. Possiede dei poteri che una fata non dovrebbe avere e questo rappresenta un grande pericolo per il regno e per suo padre, Artemios. Non ha bisogno di altro che del suo violino, che suona divinamente lasciando tutti senza fiato, ma quando s’imbatte in una ragazza capace di tenergli testa con il suo caratterino vivace e di resistere ai suoi poteri, capisce che può esserci qualcosa di molto interessante oltre alla musica. Qualcosa per cui, forse, è persino disposto a cambiare.
Hope è una studentessa di Harvard con le giornate sempre piene: tra il corso d’arte, il lavoro all’acquario e gli studi in biblioteca, il tempo per fare altro si è ridotto drasticamente, ma quando il professor Rogers le chiede di seguire qualche visita guidata al museo non può tirarsi indietro. Ed è proprio in questi momenti frenetici di lavoro che conosce Lucas, un ragazzo tanto bello quanto scontroso. Dolce e unico quando delizia tutti con la sua musica e si preoccupa per lei, arrogante e odioso quando mostra il lato peggiore di sé.
Man mano che le loro strade s’incrociano, la ragazza comincia ad avvertire la sua sofferenza e il bisogno di stargli accanto si fa sempre più impellente.
Ma Hope non sa nulla del mondo da cui proviene e affidargli il suo cuore può essere molto pericoloso…”
Vi ha incuriosito? Ecco a voi anche un breve estratto:
“Quella sera, accomodandomi a terra e fissando il panorama mozzafiato, decisi per il “Canone” di Pachelbel, il mio preferito. Non era il massimo suonarlo da solo, la melodia in sé richiedeva almeno tre violini per dare l’effetto acustico necessario, ma poiché non mi stavo esibendo in pubblico non aveva alcuna importanza. Alla ventesima nota di basso, una scossa elettrica mi attraversò il braccio destro e io sobbalzai facendo stridere le corde e lasciando cadere l’arco. La mano prese a tremare incontrollata, mentre dal palmo cominciava a diffondersi un lieve luccichio simile a piccoli raggi di luce. Posai lo strumento e mi misi in piedi contraendo d’istinto la mascella e chiudendo il pugno per nascondere quello che stava succedendo.
«Maledizione», imprecai e andai in camera da letto a passo di marcia; non riuscii ad arrivarci perché la scossa mi riattraversò paralizzandomi le gambe e così facendo persi l’equilibrio e finii a terra. Percepivo il familiare odore di fiori e terra che preannunciava l’arrivo di una fata, diffondersi nella stanza, e d’istinto mi irrigidii. Che comparissero proprio quando non avevo il pieno controllo del mio corpo non poteva essere un caso.”