Nun tè preoccupà, mò je faccio er cucchiaio…
Cari amici sportivi di iCrewplayi, se questa volta, provassi a farvi un indovinello e vi chiedessi chi è il personaggio della frase, sono sicura che non mi dareste neanche il tempo di parlare!
Ebbene si! E’ lui, Er Pupone! Il Capitano per eccellenza, quello che, dopo un goal, era scontato vedere correre felice verso la sua curva sud, con il pollice in bocca, il numero 10 più famoso d’Italia, che, parlando della Roma, (come lo direbbe lui), non puoi evitare di associare, perchè, anche lui, come il grande Cesare per la sua città antica, ha fatto la storia di un’altra Roma, quella del calcio!
Non sono una fanatica di questo sport ma conosco molto bene le dinamiche legate all’agonismo, al senso di appartenenza forte che ti lega alla tua squadra, quella sana lealtà sportiva verso la tua città, ma la lealtà che la società della Roma e il suo eroe, si sono donati per 25 anni, senza riserve, è qualcosa che va al di fuori del comune, una catarsi emotiva capace di trasformare l’uomo giocatore in alfiere e simbolo non solo di una realtà sportiva ma della città stessa.
Di Francesco Totti, basta scorrere la biografia per conoscerne la parte più dorata, quella dei successi, del Pallone d’Oro, del mitico scudetto conquistato, delle due Supercoppe vinte, del Mondiale vinto nel 2006, del matrimonio con la famosa show girl Hilary Blasi e i suoi tre figli, e tanto altro, ma la carriera di questo straordinario personaggio, non è certo cominciata 25 anni fa.
Nella sua ultima biografia, “Il Capitano” scritta con il giornalista sportivo Paolo Condò, il capitano giallorosso racconta di Via Vetulonia, del quartiere che lo ha visto nascere, in una Roma definita molto diversa da quella attuale, dove era possibile scendere per strada insieme agli amici tirando calci ad un pallone, racconta della sua timidezza e dei sacrifici della mamma, sempre presente, nell’accompagnarlo ai primi allenamenti, nonostante le tante difficoltà. Francesco è giovanissimo quando entra per la prima volta in un incontro di Serie A a Brescia, è il 93 e ha 16 anni, ed è simpatico ricordare come, entrando, non riuscisse a camminare perchè la tuta, troppo grande per lui, andasse a finire sotto i tacchetti e poi il suo primo goal, qualche momento difficile, la paura di essere seduto alla Samp prima che la sua stella cominciasse a brillare per 25 lunghi anni, trasformandolo in un vero e proprio mito.
25 anni nella stessa squadra, senza rimpianti ne esitazioni, l’unico, amato, nel bene e nel male, come un Re di Roma, la Roma del popolo che in questo ragazzotto dagli occhi azzurri e dal cuore buono, si è identificata, ricambiata con lo stesso amore e con la stessa dedizione, senza parlare troppo, regalando goal e vittorie. Del ragazzo di una volta, Totti non ha perso molto anzi, nonostante il talento e la vita di successi, la sua timidezza non l’ha mai abbandonato regalandogli quell’autenticità del ragazzo di quartiere che in qualche modo lo ha reso famoso ma anche estremamente popolare.
Per Francesco Totti, non è stato facile attaccare, definitivamente, le scarpette al chiodo; quando uno sport, il tuo sport diventa la tua vita, è difficile lasciarlo andare, soprattutto se anche tu, dalla tua vita e dal calcio hai ricevuto tanto ma, a ad un anno dall’addio al calcio giocato, il mitico capitano della Roma, continua a farci sorridere con la sua ingenuità, le sue battute al limite del grottesco, la sua semplicità… non fa nulla se i congiuntivi non sono perfetti, se una frase la devi rileggere due volte per capirla, se ti sbellichi dalle risate quando fa uno spot per le lavatrici, non fa nulla, sai che è lui! E’ Totti!! Il Capitano… il nostro Capitano!!!!