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Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, in qualsiasi momento della giornata stiate leggendo questo articolo vi giunga affettuoso il mio saluto dalla mitica
ROUTE 66, la madre di tutte le madri, la “MOTHER ROAD”
così battezzata dallo scrittore J. Steinbeck nel suo romanzo “Furore”.
Una lunga, lunghissima strada che inizia dal centro di Chicago nel Grant Park e dopo circa 4000 kilometri, attraversando tre fusi orari e otto stati, termina a Los Angeles esattamente all’incrocio di Santa Monica Boulevard con Ocean Avenue. Si può dire che inizia sulle sponde del lago Michigan e termina sulle spiagge dell’Oceano Pacifico ed è stata una, se non addirittura la prima, ad essere pavimentata e collegare l’Est con l’Ovest del Contnente Americano.
Il sogno americano per eccellenza così “applaudito” da
scrittori come J.Steinbeck, Woodie Guthrie, Sam Shepard, musicisti come Bruce Springsteen – celebre il suo brano giovanile The Promise Land – e ribelli ne hanno fatto la loro “strada madre” e chi l’attraversa ha sempre qualcosa di nuovo da aggiungere alle tante emozioni che questa pezzo di storia regala.
Da strada dei pionieri che si muovevano sui loro carri lasciando solchi nella terra, a strada asfaltata nel 1926 per fungere da prima passerella alla celebrazione del trionfo dell’automobile, la Route 66 è servita a tutte quelle anime vaganti che da est e da nord si infilavano nel suo “grembo” per provare a resettare la loro vita e rinascere con più fortuna nella terra promessa; un corsa vero il sole, la libertà, il sogno dell’Eldorado, l’ultima frontiera in California.
Negli anni ’70 però, fu sostituita dalla Interstate, una rete di strade a quattro e più corsie, e la Route 66 venne “accantonata”; dimenticandosi che per trent’anni, per il solo fatto che esistesse, è bastata a sostenere l’economia di città piccole e grandi.
Un percorso che ha ispirato anche film e cartoni animati
Negli anni ’60 vi fu ambientata una famosa serie tv che aveva per protagonisti due avventurieri a bordo di una Corvette. Per non parlare della Disney, a me tanto cara, che le ha reso omaggio con il film d’animazione CARS.
Se qualcuno ha cercato di “cancellare” questa strada, non c’è riuscito perchè sessant’anni di storia americana non si possono sradicare come un albero, ed infatti pur mantenendo intatto il suo “mito”, gli stati che un tempo erano attraversati dalla Route si sono coalizzati per preservarne il ricordo e progressivamente la strada si è trasformata in un museo a cielo aperto, e lungo tutto il suo percorso ritroviamo tutta la sua storia e l’evoluzione culturale dell’ultimo secolo.
Ripercorrendo l’antico tracciato, dove è ancora rimasto agibile, si rimane colpiti da un mondo e da un modo di vivere fatto ancora di rapporti umani, di personaggi semplici, di piccole grandi cose che si penserebbero estinte nel paese dei grattacieli. Oltre allo splendido paesaggio questo “pezzo di storia” regala ancora emozioni insospettabili ai viaggiatori non frettolosi, di ciò che resta del genuino spirito americano.
Chissà se un giorno anche io riuscirò a “mettere” piede e percorrere questa strada dei sogni… per il momento mi leggo uno dei tanti libri che me la descrivono e volo sulle ali della fantasia… è così che ho potuto descrivervi questa “icona”.
Ciao a presto con altre avventure.