…… Ricordati che da grande devi fare la scrittrice…
E’ stata una sorpresa scoprire che l’ autrice di questo libro, super premiato nella categoria Premio Strega Giovani 2018, è una simpaticissima signora di 86 anni, di origini piemontesi che, nella vita, altro non desiderava fare se non la scrittrice, tanto da ricordare che, da bambina, per non dimenticare il suo sogno, decise di scriverlo a se stessa in una lettera che, gelosamente, custodisce.
Lia Levi, il suo sogno non l’ha mai dimenticato, anzi è diventata la sua vita, e ancor di più quando, dopo i primi scritti, ha scelto di misurarsi con la parte più dolorosa che la storia abbia mai conosciuto, reinventando, nel raccontarla, l’esperienza vissuta dal marito ebreo, durante le leggi razziali del ’38; un tributo alla sofferenza provata dal marito, ma anche motivo per ricominciare perchè, dice la scrittrice “bisogna girare pagine lette per guardare avanti”.
E il suo libro, “Questa sera è già domani” è un testo pieno di “pagine lette” da leggere con attenzione, dove la vita, quella data per scontata non lo è affatto, dove i ricordi si mescolano nella memoria, per dare a “quella memoria storica” il giusto senso letterario, per trasmettere un messaggio di verità ma anche di speranza. Nella storia il messaggio, nella sua intensità, la Levi lo affida ad Alessandro, 8 anni, figlio di Marc Rimon, di origini olandesi ma di nazionalità inglese, uomo di buon senso ma allo stesso tempo incapace di reagire all’astiosità della moglie Emilia, donna insoddisfatta, convinta che il suo ragazzo abbia eccellenti doti intellettive tanto da ergerlo come un trofeo. Emilia, in fondo, non ha torto, Alessandro è un ragazzo precoce, rimbalza da una classe all’altra perchè conosce molto bene gli argomenti, ma nella vita di ogni giorno è un ragazzo normale, un “sintomo” che porterà Emilia a provare rancore nei confronti del figlio.
Attraverso gli occhi di Alessandro adolescente, l’autrice ci spinge ad osservare le dinamiche famigliari rispetto all’evolversi delle situazioni; il ragazzo infatti, in quanto ebreo, dopo la proclamazione delle leggi razziali del ‘37, è costretto a lasciare la scuola e il padre ad interrompere il lavoro, l’unica a non voler guardare la realtà è proprio Emilia, decisa, più che mai a rimanere, poichè convinta che tutto tornerà come prima.
Ma Alessandro, da precoce qual’è, sa che niente sarà più come prima; neanche la pace, infatti, risolverà i problemi della sua famiglia, obbligata, questa volta irrimediabilmente, a peregrinare, di stato in stato, fino alla fuga in Svizzera.
E dietro ad Alessandro e alla sua famiglia, un’intero popolo, già privato dalla dignità, costretto, nonostante l’effimera sensazione di libertà, a vagare, per trovare un posto in cui vivere, come un burattino con il suo burattinaio. Lia Levi, a testa alta e con grande capacità narrativa, ce lo racconta attraverso lo sguardo genuino di un ragazzo intuitivo e coraggioso, spingendoci a riflettere sul passato, con la speranza che da esso si possa imparare per non dimenticare ma sopratutto per non commettere gli stessi errori.
E ai ragazzi che l’hanno premiata, questo è piaciuto molto…
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