Nel 40° anniversario della morte di Mino Pecorelli, un libro per ripercorrerne il processo
Era il 20 marzo 1979 quando il giornalista e avvocato Carmine “Mino” Pecorelli fu trovato morto nella sua auto in via Orazio a Roma, a poca distanza dalla sede del settimanale da lui fondato OP – Osservatore Politico. Quarant’anni dopo, questo delitto non conosce ancora né mandante né esecutore e, a tirarne le fila dopo tanto tempo, ci prova l’avvocato penalista Valter Biscotti nel libro Pecorelli deve morire, in uscita giovedì 21 marzo per Baldini+Castoldi. Leggiamo insieme la sinossi:
« Sulla morte di Pecorelli sono stati versati fiumi di inchiostro. Nel corso degli anni, giornalisti, politici e scrittori di professione si sono cimentati nell’arduo compito di ricostruire il contesto storico in cui maturò quel delitto nel modo più dettagliato possibile, scavando nel torbido degli Anni di Piombo e della Strategia della tensione. Ecco allora comparire come ombre sulla scena del crimine personaggi legati a filo doppio a politica, servizi segreti, Banda della Magliana, banche, mafia, NAR. Andreotti, Licio Gelli, Claudio Vitalone, Massimo Carminati, Pippo Calò, Maurizio Abbatino e tanti altri. Tutti – o quasi – i protagonisti di un’epoca che ancora ha molto da raccontare e molto di più da nascondere. Eppure, una cosa fondamentale è sempre stata tralasciata in questi quarant’anni (era il 20 marzo 1979): chi ha ucciso Mino Pecorelli? Nella ricerca del movente e di quel «grande vecchio» che avrebbe manovrato tutto e tutti, si è persa di vista la cosa più importante: la morte di un uomo. Un delitto che, ancora oggi, non ha un colpevole. Con questo libro, Valter Biscotti – al quale spettò il compito di difendere in tribunale l’imputato Pippo Calò dall’accusa di essere stato, assieme ad Andreotti, il mandante dell’omicidio – ci porta all’interno di quelle aule affollate, in prima linea di quella che lui stesso definisce «la trincea della Repubblica», dove politica e malavita s’intrecciano, dove si stipulano alleanze e dove si avvicendano piccoli e grandi tradimenti. Lo fa riaprendo i cassetti della memoria e quelli del suo archivio, dove conserva materiale documentale che non ha mai visto la luce, in particolare l’identikit dell’assassino e le trascrizioni originali dei verbali di udienza di alcuni degli imputati, come Maurizio Abbatino e Tommaso Buscetta.»
Nel quarantesimo anniversario dell’omicidio di via Orazio, Pecorelli deve morire riporta alla luce questo terribile caso di cronaca nera dell’Italia degli Anni di Piombo e ne arricchisce la ricostruzione con una testimonianza inedita di Rosita Pecorelli, sorella della vittima. L’avvocato Biscotti riapre una vecchia ferita della storia contemporanea e l’analizza in una nuova prospettiva, per non dimenticare una delle pagine più buie della Repubblica italiana.