Quante volte volte guardando i “personaggi famosi”, che noi decretiamo tali per mille ragioni, circondandoli di un’aurea magica, catalizzatore del nostro voler essere e diventare, abbiamo esclamato: “Beati loro!”
Sono intoccabili, a loro succedono solo cose belle, la vita sorride sempre…
Non c’è niente di più sbagliato in affermazioni simili.
Sono persone come noi, con i loro difetti, le loro manie, la loro cultura, ed anche tante storie di umanità, proprio come noi.
Mi è capitato di ascoltare l’intervista a Rita Dalla Chiesa e dare una scorsa veloce al suo libro:
“MI SALVO DA SOLA”
per rendermi conto di quanto in realtà queste celebrità siano “sole”, sempre alla ricerca di qualcosa che dia loro stabilità e certezze.
“Sono come incapsulata nel silenzio di un urlo che dura ormai da tutta una vita. E senza che nessuno mi abbia detto niente, capisco da sola che hanno ucciso mio padre. Mentre io guardavo un film sdraiata sul divano del soggiorno, mio padre moriva…” Rita ha 34 anni quando suo padre, il generale dalla Chiesa, viene assassinato dalla mafia. “Mi salvo da sola” inizia proprio dal racconto di quel dramma, e del grande amore che la legava a lui. Amore e dolore, felicità e perdita, successi e delusioni sono stati la costante altalena della sua vita. Con un unico punto fermo a cui potersi ancorare: se stessa. Rita rivive tutto, sia i momenti difficili sia quelli felici accanto a Fabrizio Frizzi, l’altro uomo importante della sua vita, e lo racconta in questo libro “liberatorio” e pieno di sentimento. Un racconto che unisce sensibilità e passione, tenerezza e rabbia, commozione e autoironia: “C’è amore e forza, per me, in ogni parola. Questa sono io”.
Scrivere è una forma per mettere a nudo i propri sentimenti “a posteriori”, per avere il coraggio di denunciare uno stato personale che altrimenti non uscirebbe.
Questo ha fatto Rita Dalla Chiesa con il suo “urlo silenzioso”. Si è denudata dei sentimenti, li ha sviscerati, e li ha offerti al pubblico motivandone le ragioni. Il suo pubblico, quello che l’ha vista professionista perfetta in Forum, programma Medasiet.
I suoi due grandi amori, suo padre, il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, trucidato dalla mafia la sera del 3 settembre 1982, insieme alla seconda moglie e all’agente di scorta;
Fabrizio Frizzi, scomparso il 26 marzo 2018, da cui si era separata definitivamente nel 1998, considerandolo sempre come il miglior amico mai avuto.
Tra il padre e Fabrizio, altre persone ed altri momenti “turbolenti” hanno contribuito alla riuscita di questo libro e alla catarsi della nostra amabile dolce signora, restituendoci un’immagine di vissuto reale, di una vita costellata da amori importanti e purtroppo perduti, una vita vera.