Caro iCrewer, sono a segnalarti oggi il libro di un autore Self che mi incuriosisce sempre più, e sto parlando di Salvatore Scalisi; ho già segnalato due suoi romanzi, un poliziesco e un giallo e, anche se non ho avuto il piacere di leggerli, hanno stuzzicato la mia fantasia. Il libro di oggi è invece un viaggio in un mondo parallelo al nostro, parallelo e invisibile, ma colmo di sentimenti, emozioni, e se vogliamo anche poesia: quello dei clochard; il titolo è L’uomo dei piccioni. Andiamo a curiosare tra le pagine di questo racconto.
“… Domani andrò via – dice Stefano. – Cosa significa? – Chiede sbigottita Sara – Stai scherzando? – No, mi allontanerò per un po’. – …Quanto per un po’? Dove andrai? – Non lo so. Non è questo che conta. – … perdonami – Sara si stringe al suo uomo. – Negli ultimi tempi non sono stata troppo benevola nei tuoi confronti. – Tu non c’entri. Lo sai. – Altre volte hai pensato di farlo. Io credo che tu sia un po’ stanco, un po’ depresso. I momenti di crisi li attraversiamo tutti. Un periodo di riposo ti farà bene. – … un periodo di riposo, dici? – Non mollare, lotta, lotta con tutte le tue forze. Se pensi di non farcela, potresti farti aiutare da uno psicologo, sembra che sia di moda. – Certo, magari un bel lavaggio del cervello e riporta tutto a posto. – Non è questo che volevo dire. Ti prego, non andare via, non lasciarci soli. – Non ce la faccio più, non voglio farmi vedere in queste condizioni; per quanto riguarda lo strizzacervelli, non ci penso neanche. È una questione mia, personale, non condivisibile con quegli avvoltoi. – Credi di risolvere i tuoi problemi andando via? – … no. Non lo so. Forse non sarà la decisione giusta, ma non riesco a frenare il mio disagio, quel senso di perenne insoddisfazione – dice Stefano – Ogni tentativo di continuare la vita di tutti i giorni, nell’avvilente attesa si frantuma con la chiara consapevolezza di non raggiungere ciò che veramente desidero. Sara, la mia vita è un inferno, e sto per trascinare dentro anche voi. Mi sento come un soldato senza armi che non riesce a difendersi. Ho bisogno di starmene un po’ da solo. Di capire.”
Sarà che mi chiamo Stefania, sarà che oggi è Santo Stefano, sarà che a istinto sto già provando empatia verso il protagonista, ma sono davvero curiosa di sapere quale viaggio intraprenderà il nostro Stefano, se troverà la pace che cerca e soprattutto se tornerà… Quelle sul senso della vita, della soddisfazione personale, degli obiettivi raggiunti o ancora da raggiungere sono riflessioni che, almeno per quanto mi riguarda, giungono spesso e volentieri a turbare le mie notti e in special modo durante l’ultimo mese dell’anno, dove pare imperante il bisogno di vivere in abbondanza e in compagnia, mostrando benessere materiale ed emotivo non soltanto agli altri ma in primis a noi stessi; e se ciò non avviene, si soffre. Ma perché succede tutto questo? Quale può essere il disagio di fondo scatenante? Forse è nascosto tra le tavole imbandite, tra gli spettacoli televisivi che ostentano un mondo fin troppo teatrale, nel quale nessuno alla fin fine si rispecchia. Forse sono solo pensieri personali, o forse in questo libro si celano risposte che si possono trovare andando a conoscere ciò che non si vede, ciò che rifiutiamo, ciò che paventiamo, ma che in realtà è un mondo che dovremmo imparare a conoscere poiché anch’esso colmo di sentimento: la solitudine.