Ciò che sai amare rimane…
Amici di iCrewplay, oggi vorrei segnalarvi un libro che mi ha molto colpito e come al mio solito, ormai mi conoscete, prima di proporvelo, me lo sono guardato bene, cominciando proprio dalla sua copertina. Al primo sguardo mi ha dato subito l ‘idea che fosse un giallo particolare, ma, andando avanti con la trama, mi sono resa conto che non era affatto quello che pensavo o quanto meno, non era quella la finalità del libro.
“L’età ridicola”, questo il titolo del romanzo, è una lunga riflessione che Margherita Giacobino, autrice di questo delicato ma divertente romanzo, dedica alla terza età e alle sue contraddizioni e per farlo, parla a noi, attraverso gli occhi di una signora ormai avanti negli anni, quella che lei chiama “la vecchia”, una imprevedibile vecchietta di novantanni,ormai sola nella sua casa di Torino, dopo la morte della sua amata compagna Nora. A farle compagnia nella quotidiana solitudine Veleno, il suo gattone a pelo lungo, e Malvina, “l”amica di vecchiaia,” un po’ troppo smemorata, ma alla quale la vecchia è profondamente legata, le uniche presenze a darle in qualche modo la sensazione che la vita, nonostante tutto, non l’ ha abbandonata.
La vecchia trascorre le sue giornate davanti alla televisione, è consapevole dei mali del mondo, “ma non accetta la loro spettacolarizzazione”, e questa la irrita “troppo facile parlare di infelicità racconta,” l’infelicità è sempre uguale a se stessa, mentre la felicità è diversa, variegata, inspiegabile, non si può definire nè acchiapparla. E’ arte!!”
A strapparle ancora qualche sorriso, arriva come un piccolo raggio di sole, Gabriela, la giovane e allegra badante dell’est, divisa tra la sua famiglia che da lei pretende troppo, e il nuovo fidanzato, il cugino Dorin, promettente terrorista, tutto muscoli niente cervello ma estremamente pericoloso e deciso a sposarla anche contro il suo volere.
Con Gabriela, la vecchia, indurita dallo scorrere del tempo pensa, parla, discute, si arrabbia ma alla fine, con lei in casa, riesce a sopportare anche le cattive notizie del telegiornale, le perdona tutto e la sua ingenuità, a volte, cosi irritante, la fa sentire, comunque, viva e nello stesso tempo protetta come “una cittadella fortificata dietro cui la sua logora allegria può ancora danzare sollevando le sue sottane multicolori e fuori moda”.
Attraverso i personaggi del suo romanzo, la scrittrice torinese, s’interroga sulla vecchiaia e su ciò che rimane intatto, pur con lo scorrere fisiologico del tempo.
“le immagini di vecchi che ci vengono proposte sono falsamente rassicuranti” afferma la scrittrice,”soprattutto vogliono indurci a pensare alla vecchiaia come quell’età in cui si è perso l’entusiasmo, la voglia di vivere, divertirsi, il desiderio sessuale, insomma si è “vecchi giusti” se si è ancora giovani”
In questo caso, la “vecchia” della nostra autrice non è una “vecchia giusta,” vive dei suoi ricordi, è stanca di vivere,” come “un vecchio lombrico del cimitero,” ha anche provato a morire eppure non rinuncia a provare i sentimenti di una volta, a risvegliare il suo cuore, l’affetto per la giovane ragazza dell’est, l’amore per il suo gatto e l’amica Malvina, chiusa, nel frattempo, a sua insaputa, in un ospizio per volere di altri. A tenere in vita l’anima di questa vecchia signora dal passato denso di ricordi, è proprio il rapporto conflittuale con la giovane badante, dove, allo scontro generazionale, si alternano momenti di grande comprensione non verbale, l’una ha bisogno dell’altra per capirsi e la vecchia sa bene che, probabilmente, solo lei potrà salvarla da se stessa e dall’influenza del terrorista… e questo la rende viva, dentro…”
Nelle riflessioni della scrittrice, quindi, “l’età ridicola” è la vecchiaia ma è anche l’oggi che viviamo tutti, con le nostre contraddizioni tragico-ridicole, partendo proprio dal pensiero di negare il naturale essere delle cose, desiderando di rimanere giovani a tutti i costi.
“La vecchia” del nostro libro, cari amici, è una vecchia signora del nostro tempo, un po’ burbera, intollerante, sfiancata dal tempo e dai ricordi, ma alla fine, l’unica in grado di capire dietro ad ogni ruga e ad ogni sguardo disperato e non sarà certo Gabriela a risolvere i suoi problemi,anzi, ad aiutarla, per amore, ci penserà lei… la vecchia… con la sua inalterata determinazione… ma il finale lo lascio leggere a voi….