È un romanzo corale, dove una serie di improbabili personaggi (studenti ambiziosi, baroni universitari, medici complessati, poliziotti nevrotici, una psicanalista tirchia, un tassista con un nome da donna, un garagista che cerca l’Illuminazione, un cieco muto e sordo, una bambina) si incrociano e condizionano a vicenda, costretti a misurarsi l’uno con l’altro, per arrivare ad un epilogo scioccante, all’unica verità che li accomuna tutti..
Dalla sinossi sopra riportata, il libro che ti segnalo oggi, L’angelo che disse Amén, di Dario Scognamiglio, sembra avere tutti gli ingredienti per appassionare l’eventuale lettore : la coralità, la variegata serie di personaggi, con le loro manie e i vizi privati e pubbliche virtù, che si incrociano e si condizionano a vicenda per poi scoprirsi, alla fine, accomunati da un’unica verità.
Il romanzo, a quanto mi risulta da qualche indagine fatta in rete, è già stato pubblicato in precedenza, forse nel 2014 (e il forse ci sta tutto perchè non sono riuscita a trovare notizie precise in merito) e ripubblicato nell’Aprile 2019 dalla Mea Edizioni, non so se riveduto e corretto. Sarebbe interessante saperne di più, magari dallo stesso autore se mai si trovasse a leggere questa segnalazione.
E, a proposito dell’autore, Dario Scognamiglio, posso dirti che è napoletano, nato nel 1975, …tra la guerra in Vietnam e la proiezione del primo episodio di Goldrake, per usare una sua frase rilasciata in un’intervista. Autore semi-sconosciuto, il romanzo che ti segnalo è la sua prima opera, è laureato in filosofia e specializzato in criminologia, notizie già indicative di particolare attenzione dell’autore per l’animo umano. L’Angelo che disse Amén è il lavoro a cui tengo di più, in cui ho cercato di descrivere il mondo esattamente come appare ai miei occhi: totalmente surreale…”, si legge sul retro del libro.
Curiosità…
La particolarità del titolo, originale senza dubbio e decisamente in tema con la giornata di oggi 24 Dicembre, deriva da un detto popolare napoletano: Amen, parola di origine ebraica, usata nella liturgia, traduce l’italiano Cosi sia, quindi asserire che un angelo passa e dice Amen equivale a stabilire che quanto affermato si avvererà.
Più che un modo di dire, Passaje l’angelo e ricette ammén (Passò l’angelo e disse “Amen” i campani mi correggeranno se non è propriamente così), la frase può definirsi un augurio che una persona rivolge ad un amico, ad un familiare, ad un conoscente: pronunciare questo detto alla fine del racconto, è come augurare a chi narra che il desiderio si avveri. Il detto si può anche utilizzare a fatti avvenuti, dire: – Passaje (oppure è passato) l’angelo e dicette (o ha ditto) Ammén-, serve a rafforzare l’augurio quasi a sancire l’intervento divino.
A questo punto, oltre a segnalarti la lettura di questo particolare romanzo, ti auguro una serena giornata di vigilia natalizia, caro iCrewer e ti dico che per tutti i tuoi desideri e tutte le tue speranze, possano mille angeli passare e dire “Amén”!
Sono l’autore. Grazie per la segnalazione!
In effetti avevo già pubblicato autonomamente il libro, fino al cortese interessamento della Mea Edizioni.
Davvero grazie per l’attenzione per il mio libro, sono lusingato
Libro letto.
Azioni,personaggi e vite che si fondono in una connessione ben studiata. Ogni attore, ben tratteggiato, ha qualcosa da dire su cui riflettere.
Ben bilanciate leggerezza e ironia in una visione che,al di là della realtà sensibile, evidenzia la sensibilità dell’autore.
Il lettore lascia il libro quando lo ha terminato.
Aspettiamo una seconda opera!!!