Non ci si deve lasciare andare. Non si può strillare e far chiasso e menare botte. Nemmeno quando se ne avrebbe voglia. Nemmeno se si hanno tutte le ragioni del mondo. Nemmeno se si nasce donna.
Caro iCrewer oggi vorrei parlarti del romanzo di Majgull Axelsson edito Iperborea e disponibile dal 20 marzo 2019.
Con “La tua vita e la mia” Majgull Axelsson affronta argomenti delicati in un romanzo crudo e intenso:
“Ex giornalista di successo e vedova solitaria nella sua amata Stoccolma, Märit si trova costretta a tornare a Norrköping, nella casa d’infanzia di cui non sente nostalgia, per festeggiare insieme al suo gemello Jonas il settantesimo compleanno. Un impulso irresistibile durante il viaggio in treno la spinge a scendere a Lund, dove non mette piede da cinquant’anni, e a cercare la tomba dei «malati» di Vipeholm, il grande manicomio in cui finì suo fratello maggiore Lars. Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti: di colpo Miri non può più trattenere i ricordi e le domande rimaste senza risposta fin da quel tragico giorno in cui sua madre morì, quando lei era appena quattordicenne, e il fratellone che era sempre stato con loro venne fatto sparire. Perché Märit non riesce ancora a dimenticare, o addirittura a fingere che niente sia successo come tutti a casa hanno sempre fatto? Cosa accadde veramente in quel lontano 1962, quando lei entrò a Vipeholm e scoprì ciò che vi avveniva, domandandosi chi ne portava davvero la colpa, senza poter opporre altro che rabbia e vendetta al muro di solitudine che separava ogni membro della sua famiglia? Con il suo occhio clinico e ipersensibile alle sottili crepe nell’edificio della società svedese, e con la capacità di calarci nei percorsi ad alta tensione emotiva dei suoi personaggi, Majgull Axelsson indaga la fragilità dei legami famigliari in un Paese rigorosamente improntato all’emancipazione dell’individuo. E attraverso la ricerca di verità della sua protagonista affronta un tabù della socialdemocrazia scandinava, risalendo all’epoca della sua fioritura come modello di uguaglianza e solidarietà sociale per dare voce a coloro che ne furono tagliati fuori, privati perfino dei diritti umani.”
AUTRICE
Nata Majgull Andersson classe 1947, scrittrice e giornalista svedese è cresciuta a Nässjö. Vive nel comune di Lidingö, vicino a Stoccolma, con il marito, il giornalista Jan Axelsson, sposato nel 1971. Ha studiato alla Poppius journalistskola di Stoccolma, la più antica scuola di giornalismo dell’intera Scandinavia, successivamente ha lavorato per numerose testate e per il Ministero degli Esteri svedese. Sue le inchieste sulla prostituzione minorile nel Terzo Mondo e la povertà in Svezia.
Ha iniziato a scrivere romanzi a partire dagli anni Novanta, facendosi conoscere al grande pubblico con la sua seconda opera “Strega d’aprile“ (1997), incentrata sul difficile rapporto madre-figlia nella Svezia del Secondo dopoguerra. Il romanzo, diventa un best-seller, a cui vengono assegnati numerosi riconoscimenti letterari nazionali, fra cui l’Augustpriset, e tradotto in oltre venti lingue. Fra i suoi successivi lavori, sono stati tradotti in italiano ed entrambi editi con Iperborea “Io non mi chiamo Miriam “(2014), incentrato sul destino della comunità rom durante le persecuzioni naziste e negli anni successivi, e “La tua vita e la mia“ (2017), che affronta il tema dell’istituzionalizzazione e sterilizzazione degli individui considerati “indesiderabili” nella Svezia degli anni Sessanta.