Oggi ti presento “La tua vita e la mia” di Majgull Axelsson edito da Iperborea a marzo finalmente in Italia.
Dopo le quindicimila copie vendute di “Io non mi chiamo Miriam” torna Majgull Axelsson con “La tua vita e la mia“, dove affronterà il trattamento riservato agli “indesiderabili” della Svezia degli anni settanta.
Vedova da una quindicina d’anni, Marit si trova sul treno che la deve portare a Norrkoping, dove la aspettano la cognata Kajsa e il fratello gemello Jonas, che qualche mese prima è rimasto vittima di un ictus e che insieme a lei compirà settant’anni di lì a tre giorni. Senza sapere perché Marit scende dal treno a Lund, una città in cui non mette piede dagli anni ’60, dopo esserne praticamente fuggita abbandonando gli studi di medicina. Nel cimitero nella parte settentrionale della cittadina universitaria si trova una fossa comune che testimonia un peso che grava sul suo passato e su quello della sua famiglia: lì è dove finirono alcuni dei pazienti di Vipeholm, il grande manicomio appena fuori città, il luogo dove è stato sepolto anche suo fratello maggiore Lars. Ma cosa è veramente successo cinquant’anni prima? Perché migliaia di persone ritenute diverse sono state private dei loro diritti umani e delle loro libertà? Per Marit la visita a Norrkoping diventa un viaggio a ritroso nella sua vita, un ritrovare episodi che hanno segnato la sua complicata esistenza: la tragica morte della madre, il ricovero di Lars, la sconvolgente esperienza durante gli studi universitari, l’incontro a Stoccolma con la giornalista Solveig, che la porterà a intraprendere la stessa carriera. La storia di una donna ancora oggi segnata dal dolore in cerca di verità e di risurrezione, un romanzo che affronta con profonda empatia e tenerezza uno degli episodi più difficili della storia della socialdemocrazia svedese, dando voce e memoria a coloro che sono stati maltrattati e dimenticati.
Una scrittrice sempre a favore dei deboli. Abbiamo bisogno della sua voce oggi più che mai
Svenska Dagbladet
Rispetto le persone che vivono gli inferni che Axelsson racconta, leggerne è una passeggiata. Anzi, quasi un obbligo
Therese Eriksson, Expressen
Majgull Axelsson
Nata a Landskrona, nel sud della Svezia, il giorno di san Valentino del 1947. Studia giornalismo a Stoccolma alla Poppius journalistskola , la scuola di giornalismo più antica di Svezia. Lavorerà in seguito per numerose testate giornalistiche, affrontando temi sociali quali la prostituzione giovanile e le difficoltà dei bambini di strada, con occhio di riguardo per quelli provenienti dal terzo mondo; oltre ad arrivare a lavorare ance per il ministro degli esteri svedese.
Inizierà a scrivere negli anni novanta riuscendo ad affermarsi con “Strega d’aprile“ nel 1997, romanzo tradotto in oltre venti lingue.
Ora vive vicino a Stoccolma con suo marito, anch’egli giornalista,Jan Axelsson.