Esce finalmente anche in Italia il romanzo capolavoro scritto da uno dei più grandi maestri del secolo scorso.
La campana d’Islanda, di Halldór Laxness, edito da Iperborea, narra una storia cupa, quella che ha portato l’Islanda all’indipendenza. E lo fa attraverso le vicende che coinvolgono i tre protagonisti, tre eroi tragicomici. In questo romanzo, caposaldo della letteratura islandese del Novecento, impeto romantico, humor nero e magia si combinano perfettamente in un documento storico unico nel suo genere.
Sinossi
È il periodo più buio della storia d’Islanda, soggiogata dal regno danese e martoriata dalle carestie, quando un giorno d’estate di fine Seicento il boia del re, su ordine di Copenaghen, porta via l’antica campana di Þingvellir, che da sempre veglia sulle assemblee dell’Alþingi e sulla vita della nazione, e poi viene trovato morto. Comincia così la picaresca avventura del contadino Jón Hreggviðsson, povero diavolo e irriducibile canaglia, zotico e poeta abituato ad affrontare ogni avversità declamando versi arguti e rievocando le gesta dei suoi avi vichinghi, che si ritrova accusato di omicidio. Pedina di una partita fra intrighi politici e ideali più grandi di lui, Jón intreccia la sua sorte a quella dell’amore impossibile tra la bellissima Snæfríður «Sole d’Islanda» e l’erudito Arnas Arnæus: lei ambita figlia di un potente eppure inafferrabile ribelle, con l’indole femminista delle eroine delle saghe, pronta a cadere in disgrazia pur di decidere per se stessa; lui votato alla missione di raccogliere tutti i preziosi manoscritti dell’età antica, preservando la poesia con cui il suo popolo riscatterà l’onore perduto.
Halldór Laxness
È considerato uno dei grandi maestri della narrativa nordica del secolo scorso. Nato nel 1902, nel 1955 vinse il Premio Nobel per la letteratura. Amava viaggiare e per anni visse in America. Tra le sue opera più conosciute troviamo Gente indipendente e Il concerto dei pesci. Suoi sono anche L’onore della casa, La base atomica, Sotto il ghiacciaio e Sette maghi.