Buona sera iCrewer! Anche questa settimana è arrivato – e quasi finito – il lunedì e, come sempre, ha portato con sé un appuntamento molto gradito: quello con la rubrica Leggilo anche tu. Oggi, in particolare, vorrei parlarti di Un’estate con la strega dell’Ovest dell’autrice giapponese Kaho Nashiki, edito da Feltrinelli.
Forse ti starai chiedendo cos’abbia di tanto speciale questa rubrica. Devi sapere che in questi articoli non ti presentiamo dei semplici libri, opere di nuova pubblicazione o che stiamo per recensire. Questo spazio è dedicato esclusivamente a quei volumi con cui abbiamo un legame profondo. Usciti vent’anni fa o l’altro ieri; lunghi o corti; famosi o meno non ha importanza, ciò che davvero conta è che siano speciali per noi, e, si spera, lo possano diventare anche per te.
E proprio in questa categoria rientra l’opera di Kaho Nashiki di cui oggi voglio parlarti.
La trama
Mai ha tredici anni e non vuole più andare a scuola. La madre, preoccupata, decide di mandarla a stare dalla nonna per un po’, in una bella casetta nella campagna giapponese sul limitare dei monti. La nonna è una signora inglese ormai vedova, arrivata in Giappone molti anni prima e rimasta lì per amore. Sia Mai che la madre si riferiscono a lei come la “Strega dell’Ovest”, ma nel momento in cui la nonna le rivela di possedere realmente dei poteri magici, Mai rimane incredula e diffidente.
Quando però le propone di affrontare il duro addestramento da strega, accetta senza esitazioni. Immerse nella natura incontaminata del Giappone più remoto, nonna e nipote passano insieme settimane meravigliose in raccoglimento, lontane dalla frenesia della vita di città, a lavorare nell’orto, raccogliere erbe selvatiche e cucinare, oltre a dedicarsi, naturalmente, a quelli che sono, secondo la nonna, i rudimenti di base per una giovane strega.
A questa storia catartica e rivelatrice, negli anni, l’autrice ha voluto aggiungere tre brevi racconti che ne riprendono i personaggi e l’ambientazione e che proponiamo fedelmente nella presente edizione.
Un’estate con la strega dell’Ovest di Kaho Nashiki: la mia recensione
Ammetto di essere stata attirata in prima battuta proprio dalla copertina. Il semplice fatto che ci sia una tazza ha fatto si che prendessi in mano il volume in due diverse occasioni, fino a quando non mi sono decisa ad acquistarlo (non guasta nemmeno che fosse in sconto, il che mi ha permesso di sentirmi meno in colpa nei confronti dei libri che ho nella librerai ma che leggerò forse nella mia prossima vita).
Non so cosa mi aspettassi. Forse nulla, forse tutto. Non ho letto così tanta letteratura giapponese da potermi fare una qualche idea di cosa possa piacermi o no. Però mi affascinava la commistione di culture che la trama prometteva: una nonna inglese e una nipote giapponese, il tutto ambientato praticamente in una foresta? E quindi ho provato.
Per fortuna, vorrei dire! Non sono servite nemmeno una decina di pagine perché la narrazione di Kaho Nashiki mi catturasse, mi avvolgesse, mi facesse immedesimare così tanto da farmi chiudere la gola e bloccare il respiro in corrispondenza delle sensazioni di Mai. Da lì in poi è stato solo un crescendo.

A essere sincera, non sono certa di avere le parole adatte per spiegarti cos’ho provato. Mi sembrava, aprendo il volume, di venire catapultata in un altro mondo; di staccare completamente la spina e piombare in un universo in cui è normale che una nonna stia insegnando alla sua nipotina come diventare una strega. Nel mentre, poi, le due forgiano un legamene che nemmeno la morte può spezzare: si aprono, si confidano, rifioriscono, crescono.
E che dire dello sfondo ameno? Ti risulterà forse un’affermazione ingenua, ma mi sono resa conto di non sapere praticamente nulla sulle piante, solamente quando Mai ha cominciato a snocciolare nome dopo nome.
Quindi, per concludere questa mia recensione un po’ diversa dal solito, posso solo consigliarti di lasciarti prendere per mano da Kaho Nashiki, per farti guidare in un luogo parallelo, dove ancora vige la calma, il ritmo della natura, delle stagioni e, a volte, pare che gli spiriti di chi è già andato avanti si voltino un attimo a guardarci e ci lascino un segno del loro passaggio, quasi una strizzata d’occhio.
Proprio un bel libro. Oserei quasi dire catartico.