Antonio Pennacchi: un giallo tutto mio…
Affezionati di iCrewplay vorrei segnalarvi l’ultimo libro di Antonio Pennacchi, “Il delitto di Agora” edito da Mondadori. Dopo il successo conquistato con Canale Mussolini, Premio Strega 2010, lo scrittore romano, non era poi così convinto d’impegnarsi in questa nuova narrazione legata all’efferato omicidio di due giovani.
“Io questo libro non lo volevo fare, non sono un giallista” scrive l’autore, “Non avevo nessunissima intenzione d’impicciarmi in questa storia“. E invece, il romanzo alla fine su carta ci è arrivato lo stesso... L’autore, infatti, è spinto nella storia in quanto realmente accaduta nel 96 e raccontata nel libro Nuvola Rossa, edito da Donzelli.
A distanza di vent’anni e dopo aver consultato tutti i verbali dell’epoca, lo scrittore riprende la narrazione e già nelle prime battute del libro torna a raccontare le origini e le vicende delle comunità venete inviate, nel dopoguerra, nell’agro pontino su ordine di Mussolini e le differenze etniche, ancora, evidenti, nonostante le contaminazioni linguistiche.
Le diatribe latenti tra le comunità e il desiderio di quelle autoctone di mantenere vivo l’integrità delle proprie origini, fanno da sfondo al delitto di Eleonora ed Emanuele, i due ragazzi ritrovati ad Agora, un “paesaccio” scrive l’autore, “che sta sulle montagne, sui Monti Lepini” uccisi da centottantaquattro coltellate, terra di fantasmi e streghe con tradizioni ancestrali e pieni di storia, “a due passi dalla pianura, da quel pezzo di Valpadana” continua Pennacchi, “dove si parla romanesco ma con l’anima veneta.”
A scoprire i cadaveri saranno il fratellino e il padre della povera ragazza insieme a Giacinto, un’amico della giovane coppia, i primi ad essere interrogati dagli investigatori come persone informati dei fatti. Uno dopo l’altro, le persone legate, in qualche modo, ai due giovani, passeranno sotto il torchio delle autorità ma le contraddizioni e le mezze verità non impediranno agli inquirenti di cercare, al di sopra di ogni sospetto, un colpevole anche se innocente.
Il giallo di Pennacchi è un giallo, senza dubbio, molto personale ma estremamente avvincente, a me non resta che consigliarvi di leggerlo, sono certa che lo apprezzerete.!
BUONA LETTURA E BUON NATALE!!
Operaio in fabbrica a turni di notte fino a cinquant’anni, ha pubblicato tre romanzi con Donzelli: Mammut (1994), Palude (1995) e Una nuvola rossa (1998). Per Mondadori ha pubblicato Il fasciocomunista (2003, premio Napoli) da cui è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico e Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni (2006). È autore anche di Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce (Laterza 2008).
Nel 2010 ha vinto il Premio Strega con il romanzo Canale Mussolini edito da Mondadori, che nel 2011 ha ripubblicato anche il suo romanzo d’esordio, Mammut. Sempre per Mondadori esce nel 2015 Canale Mussolini. Parte seconda.
Collabora a «Limes»; suoi scritti sono apparsi su «Nuovi Argomenti», «Micromega» e «La Nouvelle Revue »