Dopo il grande successo di Pietroburgo in Italia, torna in libreria il capolavoro di Belyj. Il colombo d’argento è un classico della letteratura russa del XX secolo. Un romanzo sorprendente, magnetico, intenso, possiede una ricchezza stilistica che ricorda Gogol’.
Buonasera carissimi lettori, oggi vogliamo presentarvi un romanzo molto singolare nel suo paese natio, la Russia… stiamo parlando del romanzo [amazon_textlink asin=’8893253887′ text=’Il colombo d’argento’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’34a2ed5b-b51a-11e8-b423-3b62253e6f27′] di Andrej Belyj in uscita il 18 ottobre 2018… andiamo a scoprirlo insieme!
“Scritto nel 1909, Il colombo d’argento è un romanzo in cui s’intrecciano il destino della Russia d’inizio Novecento e la vicenda umana di Pëtr Dar’jal’skij, un giovane studente e poeta, esponente della classe intellettuale e fine conoscitore della cultura occidentale. Innamorato di una schiva fanciulla, Katya, viene sedotto e ammaliato da un’enigmatica
contadina, Matrëna, inviata dal capo di un misterioso culto religioso, la setta dei Colombi, con l’intento di far nascere dall’unione dei due un bambino che sarà il nuovo Messia, foriero di una nuova dimensione spirituale purificatrice nel mondo. Ha inizio così per il giovane un fatale percorso d’iniziazione, scandito da persistenti sentimenti di lacerazione, di redenzione
e di colpa, tra l’abdicazione all’amore per Katya e il desiderio di recidere i legami con la civiltà occidentale in declino e legarsi al popolo contadino.”
Andrej Belyj (Mosca, 1880 – 1934) Pseudonimo di Boris Nikolaevic Bugaev, è stato una figura di assoluto rilievo nel panorama letterario russo. Scrittore, poeta, saggista, critico letterario, filosofo, negli anni dell’adolescenza entrò in contatto con Sergej Solov’ëv, nipote del filosofo Vladimir Solov’ëv, le cui dottrine influenzeranno tutta la sua opera. Esponente di spicco del movimento simbolista russo, a partire dal 1903 ebbe un intenso rapporto epistolare con Aleksandr Blok, che in seguito conobbe personalmente. Fu autore di raccolte di poesie, romanzi (Pietroburgo, definito da Nabokov «uno dei quattro più grandi romanzi del Ventesimo secolo»), saggi e libri di memorie che restituiscono in modo brillante la travagliata parabola storico-culturale della Russia d’inizio secolo.
«Una tale penetrazione nell’anima del popolo non si aveva dai tempi di Dostoevskij».
Sergej Bulgakov, «Novyj mir»