Ritorna ospite della nostra rubrica, il frate biblista-teologo Alberto Maggi con un libro autobiografico: dagli inizi della vocazione, a cui nessuno credeva, alle “lotte” interne con i suoi superiori.
Ti ho già consigliato, qualche mese fa, la lettura di Alberto Maggi, (con Di questi tempi, se ricordi ma la sua produzione letteraria è, comunque, fertilissima) frate dell’Ordine dei Servi di Maria, biblista, teologo, nato ad Ancona nel 1945 e direttore di un Centro Studi Biblici in provincia di Macerata e ti riconfermo il mio consiglio, caro iCrewer, perchè dallo scorso 28 Marzo 2019, puoi trovare in libreria il suo ultimo libro, Due in condotta, edizioni Garzanti .
Dire che Alberto Maggi è un religioso “sui generis”, anticonformista e per giunta anticlericale, è dire poco. Raccogliendo qualche notizia su di lui, è molto presente sui social che considera quasi un mezzo di evangelizzazione, sono rimasta piacevolmente sorpresa per il suo excursus di religioso che, come Gesù, “il vostro parlare sia si, si no,no”, dice senza temere “pane al pane, vino al vino” e senza la preoccupazione di crearsi dei nemici nella stessa chiesa cattolica di cui fa parte, probabilmente perchè, preferisce che le battaglie siano combattute dall’interno, così come lo stesso Papa Francesco ha affermato (e fatto) più volte.
“Avevo scelto questa strada perchè animato da un ideale di purezza, di giustizia, di lealtà, di un mondo che non trovavo nella società. Mi resi conto che nel mondo religioso la situazione era forse peggiore, perchè la stessa cupidigia, l’interesse, l’ipocrisia, la vanità, l’ambizione che avevo trovato nel mondo del lavoro e nel servizio militare che tanto mi avevano deluso, li ritrovavo nei conventi ma mascherati e camuffati dalla pratica religiosa, dalla scrupolosa osservanza delle regole, in un mondo dove l’apparenza nascondeva il nulla…” Questo e non solo questo, quanto Alberto Maggi scrive nel suo libro autobiografico, Due in condotta. E non sono certo parole leggere.
In altri e svariati passaggi del libro l’autore, con garbo e ironia, non teme di raccontare le sue verità di religioso che combatte la sua personale battaglia per una chiesa più cristiana e meno bigotta. Una lettura che mostra una voce fuori da quel coro di clericalismo devozionistico che lo stesso Cristo ha tacciato di ipocrisia quando, evangelicamente, definiva sepolcri imbiancati chi nascondeva comportamenti falsi sotto un manto di pratiche rette e irreprensibili. E ancora oggi, purtroppo, i legami con il potere e la gloria del mondo non sono scomparsi a riprova del fatto che, se il mondo cambia e si evolve, l’interiorità dell’animo umano è uguale a quella di duemila e passa secoli fa. E chissà a chi davvero potrebbe toccare quel “Due in condotta” del libro di Alberto Maggi.
A proposito, dimenticavo, Buona Pasqua!