Nuove parole inventate con irrefrenabile libertà creativa
Il vocabolario della lingua italiana è un volume pieno zeppo di parole, alcune in disuso, altre di nuova introduzione promosse dal linguaggio parlato. Se ne usano in realtà molto poche. Eppure, Stefano Massini, deve aver pensato che ne servissero ancora altre che potessero esprimere ancora più dettagliatamente i vari stati d’animo.
Partendo da personaggi reali, protagonisti di diversi racconti, nel suo Dizionario inesistente, Massini si inventa una carrellata di parole, verbi e sostantivi nuovi di zecca, che descrivono con precisione diverse sfumature di emozioni e risultano talmente efficaci da far venire voglia di usarle subito. Con la sua vulcanica fantasia, l’autore ci racconta di Laszlo Biro, che non è più solo l’inventore della penna a sfera, ma anche l’ispiratore della parola birismo; dei guerriglieri cileni Mapuche, che porteranno al verbo mapuchare, maanche di personaggi ancora più noti come Leopardi, Kafka, Leonardo o Galilei.
Dai racconti vengono fuori parole come attacismo, caransebico, questico: parole che esistono solo in questo dizionario e che hanno il significato che l’autore ha scelto loro di dare.
L’autore Stefano Massini è nato a Firenze nel 1975. E’ lo scrittore italiano vivente più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo, tradotto in ventiquattro lingue, portato in scena da Sam Mendes. Il suo primo romanzo, Qualcosa su Lehman, edito da Mondadori, ha vinto diversi premi, tra cui il Premio SuperMondello, il Premio De Sica e il Prix MedicIs in Francia. E’ consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano, una firma del quotidiano “La Repubblica” e volto noto televisivo per i suoi interventi il giovedì nella trasmissione Piazzapulita su La7.