NOVITÀ IN USCITA AD APRILE DA UTET – “Allegro con Fuoco”, di Beatrice Venezi, ci fa innamorare della musica classica
In “Allegro con fuoco” si trasmette un meraviglioso messaggio, ovvero che “la musica classica è di tutti”. Per troppo tempo l’abbiamo considerata noiosa, adatta a vecchi intellettuali, lontana dal suono dei tempi; l’abbiamo legata al flauto dolce a cui ci costringevano a scuola; alle occhiatacce per un applauso sbagliato a teatro; a simboli incomprensibili annotati su fogli ingialliti. Per troppo tempo abbiamo lasciato che pregiudizi e cliché ci tenessero lontano dalla bellezza di quella musica che per secoli ha sedotto uomini e donne. Beatrice Venezi, neppure trent’anni, non si è lasciata sopraffare dai luoghi comuni: chiunque, anche oggi, può innamorarsi della musica classica, proprio come ha fatto lei. Del resto basterebbe farsi condurre dalla giusta guida. La melodia diventa così un mezzo per scoprire il mondo, il ritmo un tentativo di ascoltare noi stessi e l’armonia una prova di vita sociale. E a ben guardare le trame dell’opera sembrano ricalcare la nostra attualità: così Carmen diventa un simbolo per combattere la violenza sulle donne, e la Bohème una trasposizione parigina di serie tv di successo come Friends o How I Met Your Mother.“
Tra spartiti e semiminime, biografie di compositori e direttori d’orchestra, Beatrice Venezi ci mostra come la musica classica, una volta libera dagli stereotipi, sia un bene globale: una bellezza che appartiene a tutti
– Beatrice Venezi, lei è la più giovane direttrice d’orchestra in Italia? «È così». Ed è indicata da «Forbes» Italia tra le 30 persone under 30 più influenti? «Sì, ho 28 anni». Ha tenuto il primo concerto in assoluto, come donna sul podio, in Armenia? «Corretto. Mi è successo anche nei teatri d’opera in Georgia e a Sofia». Ma forse il vero tratto distintivo di questo giovane talento musicale, rispetto alle colleghe in pantaloni, è un altro: «Mi piace dirigere in gonna, ho diversi abiti da sera, mi piace il rosso. Non dobbiamo imitare gli uomini quando dirigiamo. L’omologazione non porta a nulla di creativo. Noi donne abbiamo una visione diversa» – CORRIERE DELLA SERA