Giovanna Roma ci regala un’estratto di Adesso tutti sanno
«Giuro che non te lo renderò facile», esplodo mentre Alan si avvia all’uscita. Sussulto
all’occhiataccia che getta da sopra le spalle. Ho fallito nell’evitare di avere l’ultima parola.
La voglia di stillare sangue dal suo ego ha vinto. Il vero problema è che non esistono insulti
o minacce che trafiggano un petto vuoto.
«Perché hai bisogno di proteggerti da me?»
Si blocca sotto la porta, un piede dentro l’altro fuori. I suoi pugni si aprono e chiudono,
la mascella si contrae.
«Come, prego?»
Scuoto le braccia per liberarmi dagli scagnozzi. «Non ti sembra esagerato? Sono sola, voi
siete in quattro. Hai tanta paura (…)? Non ci fai una bella figura. Non sai gestire una donna?»
Si precipita indietro, afferrandomi per la gola, costringendomi ad arretrare, gli uomini ad
allontanarsi. Un colpo improvviso al sedere mi toglie l’equilibrio. Sono piegata in due sul
tavolo. Fletto le gambe per non spezzarmi la schiena. Lui ne ricava uno spazio nel mezzo.
I suoi bicipiti si gonfiano per trattenermi giù. Il legno è duro, però Alan lo è di più. Io
sono il cuscinetto tra i due. Ho una mano avvinghiata al suo polso, l’altra si agita alla ricerca del famigerato coltello. Non voglio vedere il suo bulbo oculare penzolare, ma potrò sempre sgonfiargli i pettorali. Scovando solo cartacce e mancandomi l’aria, entrambe le mani scattano sul polso.
«Psicanalizzami un’altra volta e te ne pentirai, Miss Freud.» Ha la voce roca. Il calore del
suo corpo gronda attraverso il mio vestito. Un ciuffo di capelli gli divide la fronte, quello
sguardo affilato impedisce ai miei neuroni di ruotare. Se lo pregassi di lasciarmi, saprebbe
quanta paura nutro ed esulterebbe.
Morirò prima di dargli piacere.
«Non puoi uccidermi.» Lo ripeto a entrambi. (…)
«Posso portarti a desiderare la morte più di ogni altra cosa» confida strofinandosi sullo
stomaco, mentre il mio cervello diventa un disco rotto. Penso alle sue mani sotto la gonna,
alla voce ordinarmi di dargli le mutandine. Il pollice mi pizzica il labbro inferiore e le sue
pupille si dilatano. Sta rievocando con me.
Ricordo anche il tagliacarte, la pistola e scatto sulla fondina. L’apro ed estraggo l’arma.
La paura gliela punta alla gola.
La sua lingua scorre sul labbro superiore, deconcentrandomi. Osserva divertito la reazione
del mio corpo. I muscoli contratti, il tremito della mano.
«Cosa aspetti?»
Il coraggio di mietere. Io non sono un’assassina. Sì, ma qui dipende la mia vita (…). Se
non premessi, chissà cosa diventerebbero i prossimi giorni.
Non so se per sfidarmi, provocarmi o è semplicemente malato, Alan infila una mano sotto
la gonna. Ci fissiamo negli occhi. Lui con le pupille dilatate, io con le pupille offuscate. Con
i pollici disegna dei cerchi sulla coscia, si spinge sempre più su. Mi inarco per sfuggire, ma
la testa urta subito contro la parete e non ho altro dove andare.
«Possiamo trovare un accordo.»
«Basta accordi con i Mitchel.»
«Ma ho io la pistola!»
«E ancora non l’hai usata.» Per quell’urlo parte un colpo.
all’occhiataccia che getta da sopra le spalle. Ho fallito nell’evitare di avere l’ultima parola.
La voglia di stillare sangue dal suo ego ha vinto. Il vero problema è che non esistono insulti
o minacce che trafiggano un petto vuoto.
«Perché hai bisogno di proteggerti da me?»
Si blocca sotto la porta, un piede dentro l’altro fuori. I suoi pugni si aprono e chiudono,
la mascella si contrae.
«Come, prego?»
Scuoto le braccia per liberarmi dagli scagnozzi. «Non ti sembra esagerato? Sono sola, voi
siete in quattro. Hai tanta paura (…)? Non ci fai una bella figura. Non sai gestire una donna?»
Si precipita indietro, afferrandomi per la gola, costringendomi ad arretrare, gli uomini ad
allontanarsi. Un colpo improvviso al sedere mi toglie l’equilibrio. Sono piegata in due sul
tavolo. Fletto le gambe per non spezzarmi la schiena. Lui ne ricava uno spazio nel mezzo.
I suoi bicipiti si gonfiano per trattenermi giù. Il legno è duro, però Alan lo è di più. Io
sono il cuscinetto tra i due. Ho una mano avvinghiata al suo polso, l’altra si agita alla ricerca del famigerato coltello. Non voglio vedere il suo bulbo oculare penzolare, ma potrò sempre sgonfiargli i pettorali. Scovando solo cartacce e mancandomi l’aria, entrambe le mani scattano sul polso.
«Psicanalizzami un’altra volta e te ne pentirai, Miss Freud.» Ha la voce roca. Il calore del
suo corpo gronda attraverso il mio vestito. Un ciuffo di capelli gli divide la fronte, quello
sguardo affilato impedisce ai miei neuroni di ruotare. Se lo pregassi di lasciarmi, saprebbe
quanta paura nutro ed esulterebbe.
Morirò prima di dargli piacere.
«Non puoi uccidermi.» Lo ripeto a entrambi. (…)
«Posso portarti a desiderare la morte più di ogni altra cosa» confida strofinandosi sullo
stomaco, mentre il mio cervello diventa un disco rotto. Penso alle sue mani sotto la gonna,
alla voce ordinarmi di dargli le mutandine. Il pollice mi pizzica il labbro inferiore e le sue
pupille si dilatano. Sta rievocando con me.
Ricordo anche il tagliacarte, la pistola e scatto sulla fondina. L’apro ed estraggo l’arma.
La paura gliela punta alla gola.
La sua lingua scorre sul labbro superiore, deconcentrandomi. Osserva divertito la reazione
del mio corpo. I muscoli contratti, il tremito della mano.
«Cosa aspetti?»
Il coraggio di mietere. Io non sono un’assassina. Sì, ma qui dipende la mia vita (…). Se
non premessi, chissà cosa diventerebbero i prossimi giorni.
Non so se per sfidarmi, provocarmi o è semplicemente malato, Alan infila una mano sotto
la gonna. Ci fissiamo negli occhi. Lui con le pupille dilatate, io con le pupille offuscate. Con
i pollici disegna dei cerchi sulla coscia, si spinge sempre più su. Mi inarco per sfuggire, ma
la testa urta subito contro la parete e non ho altro dove andare.
«Possiamo trovare un accordo.»
«Basta accordi con i Mitchel.»
«Ma ho io la pistola!»
«E ancora non l’hai usata.» Per quell’urlo parte un colpo.
Giovanna Roma è nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che legge variano dal tra thriller alla psicologia, dall’erotico al dark romance. Ha scritto i romanzi “La mia vendetta con te, il suo sequel “Il Siberiano”, lo storico “Il patto del marchese” e la serie dark “Deceptive Hunters”.