Esce tra pochissimi giorni il nuovo libro di Paolo Sidoni. A distribuirlo è Newton Compton con il quale lo scrittore veronese ha pubblicato nel 2013 Cuori rossi contro cuori neri. Storia segreta della criminalità politica di destra e di sinistra e nel 2014 Pentiti. Dalla Banda della Magliana alle Brigate Rosse. Storia segreta dei criminali diventati collaboratori di giustizia entrambi scritti a quattro mani con Paolo Zanetov, presidente del Centro Studi sul brigantaggio e consulente dell’Istituto Luce, per cui ha prodotto numerosi documentari.
Conosciamolo meglio..
Sidoni oltre che saggista è un documentarista e ricercatore storico, ha collaborato con l’Istituto Luce e con l’Istituto Studi Storici Europei, impegnandosi nella organizzazione di eventi e convegni sulla storia moderna e contemporanea. Collabora con i mensili «BBC History Italia» e «Classic Rock» oltre a precedenti esperienze con «Rinascita», i mensili «Storia in Rete», «Storia del Novecento», «Area» e il bimestrale «Storia Verità». Nella sua ricerca storica, Sidoni si concentra sullo sviluppo architettonico voluto fortemente da Mussolini durante il periodo fascista. Non solo Roma ma tutta l’Italia, dopo l’avvento del regime, per alcuni aspetti, subisce un radicale stravolgimento delle regole architettoniche in cui si preferisce avvicinarsi quanto più possibile all’antico, al potere imperiale, quella che Sidone chiama”monumentalizzazione”.
L’obiettivo era ed è chiaro, “Roma Caput mundi”, è quindi indispensabile ridare alla città eterna il volto antico della forza e del potere oltre che ritornare ad essere il centro politico del regime. La parte tecnica del programma di ristrutturazione fu data al “Governatore dell’Urbe”, Filippo Cremonesi «In cinque anni – gli ricordò Mussolini nel dicembre del 1925 – Roma dovrà sorprendere l’universo: meravigliosa, ordinata, potente come lo è stata ai tempi di Augusto».
Gli esperti ci dicono che, nella documentazione degli anni venti e trenta sullo sviluppo urbanistico di Roma, l’aggettivo che ricorre con frequenza è “moderno” ma alla luce di ciò che è accaduto rispetto al resto del mondo, “non si può certo affermare che l’architettura fascista abbia avuto un significato reale“. Eppure, i segni di questo passaggio sono ancora visibili.
A questo proposito cosa scrive Sidoni?
Mussolini mutò profondamente il volto di Roma, perché nella sua visione la città doveva trasformarsi nel centro politico e nel simbolo per eccellenza del potere imperiale. Vennero quindi ridisegnati gli assetti urbanistici della capitale e pianificata la sua monumentalizzazione in senso fascista: le tracce dell’antichità furono isolate, intere aree del centro storico vennero demolite e furono celebrati, attraverso la pietra, fasti e conquiste del regime. Attorno a lui si radunarono così uomini di cultura, archeologi e architetti e prese corpo un rinnovato e multiforme spazio pubblico in cui l’intento celebrativo ricopriva un ruolo talmente dominante che, ancora a settant’anni di distanza, Roma reca indelebili segni di quella che era.
Sidoni è un documentarista di comprovata esperienza, se hai già letto alcuni dei suoi testi, ne sarai già a conoscenza, tuttavia il libro merita e vale certamente la pena consultarlo, tra l’altro è in uscita tra pochissimo nelle librerie, ma come sempe, se vuoi riceverlo subito puoi acquistarlo su Amazon.
Buona Lettura.