e se ci facessimo qualche domanda in più?
Cari lettori di iCrewplay, vi è mai capitato di fermarvi un solo attimo, di chiedervi perchè ognuno di noi fa quello che fa, dove sta andando, cosa si aspetta da ciò che lo circonda, perchè protestiamo ma continuiamo a non cambiare nulla di noi,… potremmo andare all’infinito, farci milioni di domande, ma non riusciremmo mai a rispondere, perchè non ne abbiamo il tempo…
Già cari amici, il tempo… quello strano e fastidioso ticchettio che, ormai, vive nella nostra testa e che non smette mai di funzionare, costante, fisso, non sbaglia mai, come una goccia cinese. E noi a rincorrerlo, assuefatti, senza la possibilità di fermarlo perchè fermarlo è impossibile, ci rende distratti, ci toglie la lucidità, offusca la mente e il cuore, non ci fa pensare ad altro. Ma una cosa la possiamo fare, e forse non ci pensiamo abbastanza, possiamo fermarci noi, anche per poco tempo, provare a pensare, pensare agli altri e magari pensare a noi integrati con tutto il resto, a quello che accade al di fuori di noi, nel mondo, ai problemi della gente, perchè le foglie in autunno non cadono più come una volta, perchè il freddo e il caldo hanno sostituito la primavera e l’autunno, o magari chiederci perchè continuamo a contestare senza capirne i veri motivi, cosa ci riserverà il futuro, e se avremo mai un futuro, e se lo avranno i nostri figli, e non parlo di contributi o tfr… quante domande, mi direte voi, infastiditi…
Non ho una risposta ma ho una concezione personale delle cose, e penso che, cominciare ad investire il nostro tempo per essere protagonisti più che spettatori passivi di un mondo che va avanti come un treno, sia il primo passo saggio da fare. Lo so, non è facile cambiare le nostre abitudini, ci lasciamo vivere, chiusi come siamo nei nostri piccoli castelli e imbalsamati nelle nostre corazze come tanti Don Chisciotte alla riscossa, ma alla riscossa contro chi?? Contro un mondo che neanche conosciamo e che non ci sforziamo di comprendere perchè tanto, abbiamo altro da fare… non abbiamo il tempo…
Ma qualcosa dovremo pur fare… almeno farci qualche domanda… o magari ascoltare e in questo caso, leggere cosa scrive su tutto questo, Yuval Noah Herari, storico, saggista, scrittore e docente di storia all’università d’Israele che di domande se ne fa eccome, anzi, le ha racchiuse nei tre libri, diventati in poco tempo best seller, e tradotti in 40 lingue, i suoi primi fans sono Barak Obama, e il guru di Facebook, da questi ritenuto, quasi, come un guru dell’umanità.
Dopo “Sapiens” e “Homo Deus” Harari, non soddisfatto, continua ad allertare il genere umano, e, nel suo ultimo libro, “21 lezioni per il XXI secolo” ci dice, molto chiaramente, come, in questo mondo “alluvionato da informazioni irrilevanti” si salvino, solo, coloro i quali riescono a mantenere viva la capacità critica senza perdere il senso di umanità, capacità che lo scrittore israeliano, considera come una forma di potere indispensabile per non farsi contaminare dalle “false censure delle informazioni”, tese, invece ad informare male e in modo equivoco.
A gamba tesa, Herari, si fa largo in questo stagno culturale, ritenendo sia arrivato il momento di fermarci e di riflettere sulle “questioni della vita”, quelle che vanno al di là delle mere necessità del nostro quotidiano ma che, dallo stesso si deve partire per comprenderne i limiti. Le sue sono domande esistenziali forti, ve ne indico alcune… “Esiste ancora la democrazia?, “Dio è ancora tra noi?,” Scoppierà la terza guerra mondiale?”” Perchè Trump è alla guida dell’America?, “l’Occidente sarà dominato dall’Oriente?” ma soprattutto, “Cosa possiamo, davvero, insegnare ai nostri figli e il nostro futuro avrà ancora un volto umano?” Una prima risposta lo scrittore la dà rimproverando il genere umano e la famiglia, come sottoprodotto, rea di occuparsi troppo del quotidiano “assentandosi dal partecipare al divenire della storia” ma sorprendendosi, poi, dei mutamenti difficili da modificare.
La storia non fa sconti”, scrive il docente,”se il futuro dell’umanità viene deciso in vostra assenza perchè date da mangiare ai vostri figli, ne subirete le conseguenze!”E’ ingiusto, ma chi ha mai detto che la storia è giusta!”
Herari è drastico, pragmatico, in fondo, anche lui, è uno scienziato, ma il suo sguardo, per quanto dia l’ impressione di essere esageratamente analitico è, anche, uno sguardo preoccupato rispetto agli effetti del sistema globale che, a suo parere, ingloba più del necessario ma che lo stesso, compreso e bloccato nel suo agire fagocitario, può essere, invece, usato per una migliore qualità della vita.
In verità, anche il nostro caro scrittore, mostra il suo lato più umano e positivo e come dire che “la speranza è sempre l’ultima a morire,” e mi piace quando dice che…
“Un libro non può dare ne cibo, ne vestiti, ma può dare e offrire un pò di chiarezza, contribuendo ad appianare le differenze nel gioco globale. Se questo libro servirà ad aggiungere, al dibattito sul futuro della nostra specie, anche, solo un ristretto gruppo di persone, allora avrà raggiunto lo scopo!”
E allora fermiamoci un attimo… ascoltiamolo…