Se in un momento di debolezza emotiva ti venisse voglia di fare la conoscenza dell’avvocato Cesare Natale, il mio consiglio spassionato sarebbe di rimanerne a distanza. L’Avvocato della Mafia non è un uomo qualunque, è peggio del Covid 19, non serve il metro di distanza per annullare il suo carisma.
Il suo fascino ti contamina anche attraverso le pagine di questo sfrontato quanto coinvolgente mafia romance autoconclusivo, nonché terzo volume della Honorable Men Series. In questo caso sono d’accordo con Elena, la sua autrice: per mantenere calmi gli animi sarebbe opportuno evitare la lettura ai giovanissimi in fase di crescita ormonale piuttosto elevata.
L’Avvocato della Mafia, il mafia romance autoconclusivo di JD Hurt
In tutta franchezza, per una sorte di pregiudizio letterario, ho pensato di avere da leggere la solita storiella sexy corredata da bellimbusti e facili donnine.
Attenzione, non che abbia nulla contro la giovane bellezza maschile o la libertà di costumi, è solo una questione di scelte letterarie. In questo caso, una volta chiusa l’ultima pagina, la riflessione è stata immediata: mai giudicare un libro dalla copertina!
Ormoni o no, L’Avvocato della Mafia una volta cominciato non lo lasci più e non ti spieghi il perché! Probabilmente c’è un perché, il problema è scoprirlo. Fosse un romanzo breve lo capirei ma quando si tratta di papparsi 323 pagine a luci rosse il discorso cambia eccome!
Ho riflettuto e se c’è una responsabile per cotanto accanimento letterario, quella è la perversa fantasia dell’autrice. Lei, la signorina Elena in arte JD Hurt, capace di partorire una storia che neanche Cicciolina sarebbe stata in grado di riprodurre per la vivacità e chiarezza dei particolari.
Eppure leggendo le note biografiche non si direbbe. JD Hurt, l’alter ego di Elena, è laureata in giurisprudenza, ma nella vita fa tutt’altro. Da brava appartenente alla generazione Z ama il rock sfrenato, adora il cinema indipendente e gli scrittori maledetti.
Nei momenti di relax invece spinta da una particolare vena artistica letteraria si dedica alla poesia e ai romanzi dark. Ha pubblicato 16 ottobre 1943, primo volume della Damned Soldiers Series, la Mafia Men Series, la Dark Necessities Series, Il thriller Oltre il Bene, la Honorable Men Series e la raccolta di poesie Pensieri a Tradimento.
Torniamo a noi e al fascino maturo di Cesare Natale! Al di là della valenza letteraria, qualche appunto sul romance della signorina Elena me lo sono segnato. Che il bell’avvocato non fosse inserito nella categoria dei timorati di Dio l’ho capito subito, avoglia dipingerlo come una vittima consacrata al potere, a mio avviso, l’anima del mafioso rimane e con tanto di patente porno.
Detto questo, diamo a Cesare quello che è di Cesare! Cosa? ma il classico beneficio del dubbio, cos’altro altrimenti ! Senza scomodare troppo Freud, mi è sembrato doveroso ricercare i possibili travagli psicologici che possono aver contribuito alla trasformazione della personalità del povero Cesare, nato da una travolgente relazione clandestina ma cresciuto a pane e mafia fino alla maggiore età. Credimi, la storia è complicatissima e per riprendere il bandolo della matassa genetica è necessario un bel lavoro di memoria. Quello lo lascio a te!
Potrai obiettare caro lettore, “Comunque, sempre frutto dell’amore è stato”! In effetti nella requisitoria finale dei vari legami che hanno generato poi figure altamente sovversive e pericolose, l’amore in qualche modo ha avuto il suo momento di gloria. D’altra parte se la storia non fosse stata colorata da una atmosfera sentimentale la connotazione del romanzo sarebbe stata più che evidente.
L’Avvocato della Mafia, amore e morte nella vita di Cesare Natale
L’Avvocato della Mafia ( (Indipendently Publishing) si salva per gli ipotetici sentimenti che pervadono l’animo degli innumerevoli personaggi che abitano la storia.
Quel non so che di romantico che comunque piace, rende tutto più accettabile, veste Cesare e tutti quelli che lo circondano di un abito quasi umano, capace a tratti di risvegliare le coscienze sepolte più che assopite, da trasgressioni generate da traumi infantili.
E qui in effetti Freud sarebbe più bravo di me a dare la giusta spiegazione. Io mi limito a riconoscerne il valore letterario dell’autrice che al di là di tutto, ha fantasia da vendere ed è particolarmente brava nel sviscerare i più intimi pensieri con un lessico e una padronanza descrittiva da manuale.
L’autrice, tramite il suo protagonista, misura ogni elemento componete la storia: l’emotività, i limiti caratteriali, il desiderio di rinnegare la propria genesi, la forza della violenza estrema che arma, la mano assassina, la scoperta di verità nascoste e sconcertanti, l’amore carnale quanto quello filiale, insomma di tutto di più.
“Ho cercato di combattere contro il destino che mi voleva mafioso. Ho percorso vie secondarie. Mi sono illuso di poter vivere questa vita a mezzo servizio. Ho tracciato linee immaginarie per tenere separata la delinquenza dai sogni. Ma le linee non tengono lontano chi ami. E quando chi ami ha bisogno di te, tu devi rispondere si, a dispetto dei tuoi principi. Solo che c’è un’altra persona che amo. E a lei ho promesso che la violenza sarebbe finita per sempre.”
Amore o lealtà? Amicizia o giustizia?
Insomma se ci fosse Shakespeare, il dubbio amletico sarebbe automatico: Cesare Natale vuole o non vuole essere quello che è? Chi nasce tondo non muore quadro scrive l’autrice, la risposta in qualche modo la devi scoprire da solo, questo è certo.
Posso solo dirti, giusto per lasciare intatta l’atmosfera romantico trasgressiva che Cesare, fino alla fine, nonostante le mille traversie d’odio e d’amore, non perde neanche un chilo del suo fascino, anzi! Insomma, a tutto c’è rimedio ma la speranza, in questo caso, è l’ultima a morire?