Cari iCrewers, riprendo da dove vi abbiamo lasciato con l’articolo di Pina Sutera che vi parlava dell’avvio della serie TV tratta dal famoso romanzo di Elena Ferrante, con la regia di Saverio Costanzo.
Martedì 18 dicembre sono andate in onda le ultime due puntate della serie e posso assolutamente dire che è stato un vero successo!.
Ho letto il libro, anzi in realtà ho letto tutti e quattro i libri (L’Amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta) e per me è stata una lettura folgorante. Questa storia mi è entrata letteralmente “in circolo” e da una parte non vedevo l’ora di finire l’ultimo libro, dall’altra mi dispiaceva lasciare Lila e Lenù.
Avevo un po’ di timore nel guardare le prime puntate, non volevo che si rovinasse il ricordo che avevo di loro, l’immagine che me ne ero fatta, ma dopo pochi minuti dall’inizio sono rimasta incollata al divano catturata dalle immagini di quel quartiere degradato, dai volti e gli sguardi di Lila e Lenù da tutti i dettagli che ricordavo di aver immaginato leggendo e che ritrovavo ad uno ad uno.
Ma chi è l’Amica geniale?
L’amica geniale è Lila: è la protagonista indiscussa fin dalle prime pagine del libro. Tutta la storia ruota intorno a lei, alla sua forza, al suo coraggio, alla sua determinazione che in molti casi la spinge fino all’irresponsabilità.
E’ molto gracile fisicamente ma capace di ferire con le parole e di ordire fini strategie per ottenere ciò che desidera. Nella serie la bambina che interpreta Lila mi ha colpito per il suo sguardo magnetico, uno sguardo che contiene tutto il dolore che può provare una bambina che vive in una condizione di disagio e che non l’accetta. E per questo mette alla prova il coraggio di colei che ha pensato possa essere sua amica, Lenù, per poter, insieme, trovare riscatto e liberarsi da quella condizione.
Lila dimostra di essere una vera amica perché nonostante sappia benissimo che Lenù dipende da lei e dal suo giudizio, quando capisce che non avrà la possibilità di emergere spinge la ragazza a continuare gli studi e ad andarsene dal quartiere per riscattare entrambe.
“Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine.”
Lenù è più pacata, insicura, si appoggia a Lila per prendere le decisioni più importanti. La guarda con grande ammirazione e in alcuni momenti con un po’ d’invidia. Gestisce le sue scelte in funzione di quelle di Lila e in questo mostra la parte “oscura” dell’amicizia che a volte porta alla rottura altre volte, quando il legame è davvero forte, va oltre anche questo sentimento e dura per sempre.
“Forse devo cancellare Lila da me come un disegno sulla lavagna, pensai, e fu, credo, la prima volta. Mi sentivo fragile, esposta a tutto, non potevo passare il mio tempo a inseguirla o a scoprire che lei mi inseguiva, e nell’un caso e nell’altro sentirmi da meno.”
Nella serie mi ha emozionato molto la scena in cui Lenù rimane vicina a Lila per proteggerla dal padre, quando rifiuta l’anello di Marcello Solara. E poi ho ritrovato tutti i momenti di insicurezza nella crescita per l’arrivo del menarca, i brufoli, gli occhiali, tutte scene che avevo creato nella mia mente esattamente come le ho viste.
Ma anche Lenù secondo me è “geniale” per Lila, è quella parte di pacatezza che Lila non ha, la luce che illumina il suo sguardo quando tutto nella sua vita sembra essere dannatamente buio.
Infondo l’amicizia cos’è? E’ proprio questa condivisione, il dare la possibilità all’altro di essere migliore e viceversa, sostenersi sempre e in qualsiasi circostanza, è un dono speciale da tenere stretto. Chi ha un’amica geniale e lo è per qualcuno ha una grande fortuna tra le mani.
Per concludere posso dire che la serie TV ha assolutamente rispettato il grande lavoro dell’autrice del libro e questo ne ha garantito il successo.
Per chi ancora non avesse letto il libro ovviamente lo consiglio vivamente! E se avete un’amica geniale regalatelo!
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Io ho letto il libro spinto dalla sua fama; avrei potuto avere aspettative troppo alte quindi e il risultato finale che ho avuto è stato un po’ di delusione. Nulla da dire sulla costruzione storica e sulla scrittura, che si fa piacere anche se richiede un attimo di presa di confidenza. Il problema è proprio la storia in sé: l’idea c’è ed è coinvolgente, ma forse troppo ambiziosa; si alternano momenti di lentezza e velocità, di coinvolgimento e (oserei dire) noia che potevano forse essere evitati accorciando il tutto. Il finale, poi, l’ho trovato spiazzante, quasi un insulto : nulla contro le saghe (anzi!) ma troncare un libro così mi sembra eccessivo.
Ciao Teresa, grazie per il tuo commento. Anche a me è successo di essere delusa da libri che per altri erano stupendi, questo può dipendere, si come dicevi tu, dalle aspettative, o dal momento in cui lo leggi. Ogni libro è un’esperienza diversa per ognuno e questo è il bello di leggere. Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista. Continua a seguirci!