Oggi, per la rubrica Leggiamo per i piccoli, ho deciso di parlare di un tema delicato: gli affidi illeciti. Un motivo è dovuto anche all’uscita, pubblicato da Pav Edizioni, del libro di Liliana Zecchinato intitolato La vittoria del cuore: una storia toccante in cui si percepisce la grande battaglia che ha dovuto affrontare una famiglia per non perdere la figlia e la nipotina dal loro amore.
L’affido familiare: un istituto da salvaguardare
Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa per Save The Children, ha manifestato l’importanza enorme dell’affido familiare, un istituto che ha bisogno di una gestione migliore visto gli ultimi accadimenti negativi nel nostro Paese:
L’affido familiare è un istituto di grande importanza che riguarda, secondo gli ultimi dati disponibili, oltre 14.000 bambini e ragazzi in Italia, a cui consente la crescita in un ambiente familiare, in momenti particolarmente difficili per la loro famiglia di origine, in una prospettiva temporanea, alla luce del supremo interesse del bambino.
È un istituto che richiede una costante attività di formazione, supervisione e sostegno da parte della rete dei servizi. È quindi urgente fare luce al più presto su quanto accaduto, anche al fine di tutelare un istituto fondamentale come quello dell’affido.
I fatti accaduti a Bibbiano – e non solo – fanno riflettere: è emerso il potere grande dei servizi sociali, che operano in maniera difforme sul territorio e che scelgono le famiglie affidatarie e le comunità in cui collocare i minori senza che i tribunali possano preventivamente dare un parere, senza contare che sono emerse falle sul sistema della tutela dei minori.
Ma torniamo alla denuncia-libro (fortunatamente risolta nel migliore dei modi) della scrittrice Zecchinato che afferma:
Ho scritto questo libro per aiutare le famiglie che si sono trovate o si trovano a fronteggiare per motivi sconosciuti e senza alcuna ragione i servizi social. Credo si parli in maniera piuttosto superficiale di queste storie di abuso e che sia, invece, necessario dare un messaggio forte di speranza a tutti quei genitori che stanno attraversando un dramma del genere, finiti in un vortice di ingiustizie. Voglio dire loro che lottando legalmente – senza fare colpi di testa che ti fanno passare dalla parte del torto – e non mollando mai, qualcosa si ottiene sempre. Certo è che noi siamo siamo stati un caso più unico che raro. Ho conosciuto anche delle bravissime assistenti sociali, sarebbe ingiusto colpevolizzare un’intera categoria.