La vita è un sogno è il nuovo libro in uscita di Lodovica San Guedoro, un libro tra sogno e realtà immerso in un’atmosfera quasi idilliaca, ma che cela qualcosa di sconosciuto dietro la sua apparenza così pura. L’autrice, drammaturga ed esteta oltre che scrittrice, accompagna il lettore in una storia che si sviluppa in una realtà che, come suggerisce il titolo, a volte sembra molto più vicina ad un miraggio che alla vita vera.
La vita è un sogno di Lodovica San Guedoro
La luminosa radura in fiore incastonata nel verde cupo del bosco di lecci, la fonte, la vasca, il ruscello.
La merenda è conclusa. La tovaglia, vivacemente macchiata di rosso, è sparita. Calici e bottiglie di cristallo, ormai vuoti e puri, piatti di trasparente porcellana, sommersi da colorate bucce di frutti, ed eleganti posate d’argento formano una leggiadra, affascinante composizione fra l’erba. Chissà chi ne è l’autore, se è stato uno o sono stati in più ad avere questa mano felice e questo occhio divino.
Appoggiato al tronco d’un albero, il signore anziano si è serenamente assopito. Dormono anche, sparsi sul prato, le fanciulle e i giovani, in coppie; quello malinconico, disteso accanto a una delle fanciulle che hanno raccolto i fiori; è lui, che ha ora la ghirlanda intorno al capo…
Ma non c’è davvero nessuno che sia sveglio?
Sì! Solo due. Due. La giovane signora e il giovane uomo fiorente. Lei sta immergendo la tovaglia nell’acqua della vasca, lui, seduto sul bordo, sta contemplando lei. Ma ben presto, rompendo il silenzio: “Continua a non voler volgere a me le stelle dei suoi occhi divini, Meteora. A quanto pare, è per lei più importante una qualsiasi tovaglia, un pezzo inanimato di stoffa. È questo il suo vero nome, Meteora? Non lo credo. Perché si nasconde dietro un falso nome? Crede, con questa astuzia, di far perdere le sue tracce agli amanti fedeli? Chi è lei? Una creatura celeste, questo sì, inviata sulla terra per la dannazione degli uomini. Ma chi? Parli! Non mi torturi col suo silenzio crudele!”
Lei, alzando la tovaglia: “Insomma, non sono né celeste né tanto meno crudele…“
“Ma?”
“Ma semplicemente quella che sono. Guardi nell’acqua. Ora è di nuovo uno specchio. Cosa vede?”
Guardando nell’acqua, lui: “Vedo il suo volto incantevole.” Ridendo, lei: “Ma no! Vede una donna sposata.” Imbronciato: “Ma che vuol dire sposata ? Non può aver marito una fata… E poi, se anche lo ha, lui non l’ama, lei non l’ama… È una canzone antica.” Guardandolo, con uno scoppio di riso:
“Questo lo dice lei, chiacchierone, scusi: poeta!”
“Mi offende?” Con un sospiro: “Ma le sue offese sono per il mio cuore altrettanti baci, baci amari, e pur baci.”
“Su, su…”
“Mi dà un bacio vero?“
“Lei scherza!“
“Lei lo vuole, ma non ne ha il coraggio!”
“Questa poi! Si fa impertinente!”
Sciacquando con energia la tovaglia:
“E non si approfitti di questa circostanza, sa che eravamo venuti qui solo a sciacquare la tovaglia. E ora stia zitto. Non siamo più soli.“
Sono infatti sbucati in questo momento dal bosco la signora anziana e la bambina.
La bambina, correndo eccitata: “Mammina, abbiamo incontrato gli uccelli fatati!” Meteora, con uno smagliante sorriso materno: “Oh! Che fortuna hai avuto!” La signora anziana, avvicinandosi, con espressione strana, inquieta: “Aveva dietro una brioscia. Io le avevo detto di non farlo.” Meteora, strizzando la tovaglia: “Cosa?”
“Di non dar loro da mangiare.”
Aggrottando la fronte: “Non capisco perché.” La signora anziana, dopo aver raggiunto la vasca, con sforzo, reticenza, ansimando: “Erano degli uccelli strani… Diversi dagli altri…“
“Ma come diversi ?” La signora anziana, con angoscia: “Non avevano piume sul capo…”
“Saranno stati uccelli di una razza particolare.”
“Non lo so, non credo… Non erano uccelli natu-rali.” Il giovane uomo, intromettendosi, con tono scher-zoso: “Sarà una nuova razza!”
“Ma possono esserci nuove razze nel bosco, in natura? E in più… razze non naturali?! Le dico che sembravano uccelli stregati. Credevo che l’evoluzione si fosse conclusa…” Il giovane uomo: “Non so, dovrei rileggere più attentamente Darwin. In un certo senso, però, l’evoluzione non dovrebbe essere mai conclusa. Non so in che senso, però.” La bambina, infervorata, spalancando gli occhi: “Quando gli ho tirato i pezzettini di brioscia, si sono ingranditi.” La signora anziana, sottovoce, per non essere udita dalla bambina: “Sono diventati in un attimo grandi come polli e, lei non se ne è accorta, hanno mangiato la farfalla.“
Tra gli adulti cade un silenzio sgomento.
Chi è Lodovica San Guedoro?
Lodovica San Guedoro, scrittrice, drammaturga ed esteta, è l’autrice più ombrosa della letteratura italiana contemporanea, inattuale per elezione, affascinante come un personaggio letterario, passionale, idealista, intransigente, credente. Cofondatrice, inoltre, con Johann Lerchenwald di Felix Krull Editore, una casa editrice fieramente definita senza pari, con sede a Monaco di Baviera. Una delle sue imprese è stata farsi proporre sei volte per il Premio Strega. Tra i suoi libri: Requiem di Arlecchino, L’ultima estate di Teresa Tellez e S’io fossi foco, sulla cui copertina compare un globo terrestre avvolto dalle fiamme.