La trasfigurazione di Raffaello è il secondo libro di G. P. Rossi di cui ci occupiamo, in precedenza ti avevamo presentato Leonardo e la morte della Gioconda.
G. P. Rossi possiamo considerarlo un conoscitore di almeno due dei grandissimi artisti italiani che sono diventati i protagonisti di due dei suoi libri.
Amante dell’arte non potevo certo farmi sfuggire la lettura de La trasfigurazione di Raffaello, un testo che non farei rientrare tra quelli di narrativa storica ma che si avvicina molto di più a un giallo, in questo caso storico.
L’autore riesce in modo meticoloso a far convivere fatti accaduti e personaggi realmente vissuti con altri di fantasia che, penso, siano serviti soprattutto per dare forza alla trama.
La morte di Raffaello è avvolta dal mistero e molti storici hanno fatto ricerche riguardo gli eventi che hanno portato alla scomparsa del giovane artista, altrettante sono gli scritti che ci raccontano di un uomo dissoluto, che conduceva una vita sopra le righe e la cui morte è contornata dal mistero.
In La trasfigurazione di Raffaello ripercorriamo gli ultimi giorni della vita dell’uomo e alcuni momenti del 1833 che hanno visto l’apertura della tomba del maestro che si trova al Pantheon da parte della Pontificia accademia romana di archeologia.
Un libro scritto molto bene, non c’è stato un momento in cui la lettura si è dovuta interrompere per tornare alle pagine precedenti nonostante l’intreccio non è sempre semplice.
Raffaello protagonista? Ma, non saprei, forse lo definirei il cardine di tutto il libro. Ci sono altre figure che in alcuni punti diventano protagonisti, perchè sono il filo conduttore di una parte della storia. Nel 1520 a fianco di Raffaello troviamo il suo discepolo Giulio Romano, che per tutto lo svolgersi del romanzo è presente e ha un importante ruolo fin dopo la morte dell’artista; c’è la Fornarina, amata e protetta fino all’ultimo da Raffaello. Personaggi molto ben caratterizzati sono Zoroastro e Bellezza Orsini: la personalità e l’estrazione sociale di questi li rendono fondamentali per il proseguo della narrazione.
Tutto positivo quindi ne La trasfigurazione di Raffaello?
Se devo fare un appunto negativo, che poi non è totalmente negativo, è che ho trovato la conclusione troppo affrettata. L’epilogo poteva essere sicuramente ampliato e strutturato in modo differente così come le note storiche potevano essere integrate alla descrizione dei personaggi.
Molto bravo Giampiero Rossi anche per le descrizioni puntuali di Roma. Indicare le zone, le strade, i mercati fa si che il lettore venga accompagnato attraverso la città eterna dai personaggi che sanno facendo quel determinato percorso. Avrei forse insistito maggiormente sulle descrizioni degli ambienti; alcune scene si svolgono all’interno di stanze e palazzi che a fatica il lettore riesce a mettere a fuoco.
Complimenti a G. P. Rossi per aver scritto così bene partendo dalla vita di un grande artista.
L’ho appena terminato, molto avvincente e scorrevole. Non un capolavoro, ma quanto basta per incuriosirmi nel voler conoscere meglio la vita del Sanzio.