Dante Alighieri è considerato il Sommo Poeta, e non a caso è ammirato da studiosi, letterati ma anche semplici lettori che non possono non rimanere incantati dinanzi ai versi della sua Commedia o delle sue poesie. La sua figura, però, è avvolta anche da segreti, misteri e le più disparate teorie che alimentano film, romanzi e molto altro. La tomba divina, di Antonio Tenisci, pubblicata da Leone Editore ne è l’esempio perfetto, indicatissima per tutti gli amanti del Sommo Poeta e dei thriller storici.
La tomba divina: la trama
1519 d.C. Firenze reclama le spoglie del suo illustre figlio, Dante Alighieri, tumulato a Ravenna. Papa Leone x Medici, fiorentino di nascita, accoglie la richiesta a firma del grande Michelangelo per la costruzione di un sontuoso mausoleo. La missione di recuperare le ossa è delicata e viene affidata a Pietro Bembo, segretario del Papa, e a Mario Perusco, il temuto procuratore fiscale, uomo di fiducia di Leone x.
Ravenna, tuttavia, non è disposta a cedere le spoglie del Sommo Poeta, che venera gelosamente da secoli. Mentre Bembo e Perusco si trovano nella città, una serie di eventi misteriosi e inquietanti si susseguono, avvolgendo il convento francescano che custodisce la tomba in un’atmosfera di paura e sospetto. La tensione tra Firenze e Ravenna aumenta, mentre i due inviati del Papa si trovano a dover affrontare oscure trame e segreti inconfessabili che sembrano nascondersi proprio tra le mura del convento.
In una città preda della nebbia il recupero delle ossa si trasforma in una corsa contro il tempo, in cui Perusco e Bembo dovranno affrontare pericoli inaspettati e mettere in discussione ogni certezza per portare a termine la missione di profanare la tomba divina.
La recensione
I protagonisti di questo romanzo sono due personaggi realmente esistiti: Mario Perusco, procuratore fiscale di papa Leone X, spietato, risoluto e maestro nell’arte di estorcere confessioni con la tortura e Pietro Bembo, celebre letterato, autore, tra le altre cose, de Le prose della volgar lingua, considerato uno dei primi trattati di storia letteraria italiana.
La tomba divina è, quindi, prima di tutto un romanzo storico. Lo stile dell’autore, fluido, chiaro, scorrevole, dal ritmo serratissimo si presta perfettamente a ricreare il clima di tensione e di attesa che doveva respirarsi in quegli anni, quando le spoglie di Dante Alighieri rappresentavano un vero e proprio caso politico da cui dipendevano le sorti dell’Italia intera. Ma è anche un thriller avvincente in cui non vediamo il volto “storico” dei personaggi presentati, ma quello più umano ed emotivo. Mario Perusco ne è l’esempio più lampante, un personaggio che viene approfondito pagina dopo pagina e di cui scopriamo lati sempre nuovi, a volte anche conflittuali, che fanno crescere il personaggio lungo tutto il corso della storia.
Menzione d’onore va anche ai personaggi secondari, come il pazzo Petruccio e il mostro di Ravenna, personaggi che nella prima parte del racconto rimangono figure volutamente evanescenti e sfuggenti ma che, nelle pagini finali, esplodono con un’intensità tale da lasciare il lettore a bocca aperta.
Le uniche pecche del romanzo riguardano il ritmo del racconto, forse troppo lento in alcuni passaggi tanto che alcuni capitoli possono a tratti sembrare vuoti e quasi superflui, e lo spazio riservato ad alcuni personaggi come al letterato Pietro Bembo la cui storia avrebbe meritato forse un approfondimento maggiore. Grande assente de la La tomba divina è, infine, lo stesso Dante che rimane (probabilmente volutamente) una potente presenza sullo sfondo ed i cui versi ritornano, di tanto in tanto, tra i vaneggiamenti dello stesso Petruccio.
Ma questo, a ben vedere, può essere anche un pregio. Testimonia quanto “sommo” sia stato effettivamente Dante Alighieri, capace di influenzare con le sue sole parole e la sua inconfondibile arte, paesi interi anche a distanza di secoli dalla sua scomparsa.