Leggere il romanzo di Ben Kane è stato un modo per accostarmi ad un genere letterario che non conoscevo. Ammetto di non aver avuto esperienza di lettura relativa a testi storici specifici. Per poterli gustare in effetti è necessario tempo per comprenderli al meglio ed entrare nella psicologia dell’autore. Non perché leggerli sia complicato, è fondamentale respirare la passione con la quale l’autore scrive di storia raccontando la sua storia.
La Spada della Guerra. L’approccio letterario al romanzo di Ben Kane
Così come l’approccio al romanzo storico anche quello con l’autore è stato una sorpresa. Una volta letto, mi sono resa conto che alla fine seguiva un altro capitolo. Mi ha davvero colpito l’accortezza nello spiegare nei minimi particolari la motivazione per la quale avesse deciso di scrivere quel tipo di evento, l’uso dei termini, la scelta dei personaggi, l’associazione con figure di riferimento importanti.
Mi è stata utile per capire la spinta emozionale che lo ha indotto a cimentarsi in un testo particolare. Una passione che si interpreta con forza man mano che si va avanti nella lettura. La sua è una competenza che va oltre al mero desiderio della scrittura. È ricerca costante, curiosità incessante nello scoprire e comprendere le vicende e i personaggi che hanno cambiato il mondo occidentale.
Ben Kane descrive gli eventi quasi fosse trasportato in tempo reale nell’epoca a cui appartengono. Non sono eventi qualsiasi, sono descritti momenti convulsi di battaglie all’ultimo sangue, gli spostamenti strategici, la tenzone tra i guerrieri, le lotte tra i campioni delle fazioni. Tutto è minuziosamente passato sotto la lente d’ingrandimento e si può ben immaginare che descrivere una battaglia non è certo cosa facile. Non è stato facile neanche per me e immagino per il lettore magari non particolarmente appassionato del genere, riuscire a distinguere e interpretare le varie situazioni.
L’inizio del romanzo in effetti, non mi ha subito convinta. Non perché il romanzo sia scritto male, al contrario, la difficoltà è stata ritrovarmi catapultata in un secondo nel bel mezzo di una battaglia, estremamente convulsa, immersa tra centurioni principes, speire e falangisti, tutti armati di tutto punto e sbraitanti. Capire dove stessi e tradurre in pochi minuti termini e linguaggi arcaici mi ha un attimo portato fuori rotta.
La Spada della Guerra, il romanzo storico di Ben Kane pregi e difetti
Senza problemi riconosco di avere chiuso il libro ritenendolo troppo confusionario e a tratti noioso. La soluzione più rapida per uscire da questo impasse sarebbe stato quello di introdurre nel prologo quello che invece, ripeto con immensa sorpresa, l’autore ha pensato bene di inserire alla fine. Ad averlo saputo prima, al di là se nelle mie reminiscenze classiche molti termini non mi erano assolutamente sconosciuti, sarebbe stato più facile delineare, con più chiarezza, sia la vicenda che i personaggi.
La spiegazione tecnica finale infatti prende quasi un capitolo intero e assolve proprio alla finzione di pseudo vocabolario da sfogliare per tradurre i miliardi di termini latini e greci sparsi per tutto il libro. Immagino che sia stato impostato per chi della materia non abbia mai avuto nessun tipo di contatto. Meglio questo che niente, altrimenti finire il romanzo sarebbe stato davvero un’impresa titanica.
Detto questo, nonostante un iniziale pregiudizio, è evidente che l’autore sia estremamente padrone della materia. La vicenda di per sé non può essere messa in discussione. La contesa tra la Macedonia e Impero Romano per la conquista della Grecia è fatto storicamente e oggettivamente reale. Qui, Ben Kane ha messo in campo, è proprio il caso di dirlo, tutte le capacità e competenze letterarie su una delle pagine più interessanti e più sanguinose della storia antica. Inevitabile il fatto di distinguere all’interno della storia figure e personaggi con una loro spiccata personalità.
Nonostante tutto sia deciso dalle scelte dei grandi generali la storia non trascura il valore e la moralità di figure apparentemente secondarie. Al di là delle capacità strategiche del Console di turno, chi ha realmente deciso le sorti di una guerra o di una conquista sono le migliaia di uomini caduti in battaglia e non sempre per validi motivi.
Ogni fazione ha il suo campione fisico ma soprattutto morale, colui che serve e sacrificherebbe tutto per la patria. Da Felice Cirillo, il princeps fedele a Tito Quinzio Flaminino, a Demetrio il valoroso legionario al seguito del grande Filippo V di Macedonia. Una strategia azzeccata quella di Kane che ai due personaggi affida non solo il compito di guidare con tenacia le falangi in battaglia, quanto quello di tenere alta sia la tensione narrativa che la curiosità del lettore. Alla storia, comunque, non mancano i traditori, le menti assassine, intrighi che sanno di corruzione, la costante incertezza del domani e la gratitudine dei capi come medaglia da esibire.
In generale, nonostante la caoticità di alcuni tratti, La Spada della Guerra è un buon libro, se non altro dà l’opportunità di arricchirci sugli usi e costumi dell’epoca.
Il mio primo consiglio, per poterlo apprezzare come si deve? leggerlo con calma. Il rischio è di non capire che cosa stia realmente accadendo e tra chi. Il secondo consiglio è di consultare le note nell’epilogo del libro, troverai le giuste coordinate per interpretarlo nella maniera corretta. Chiaramente mi rivolgo a quelli come me, digiuni di questo genere di narrazioni, agli appassionati veraci lascio il compito di giudicare personalmente!