Questo ultimo anno per noi è stato uno dei più particolari, i continui lockdown causati dalle restrizioni per arginare il diffondersi di una malattia che abbiamo imparato a conoscere come COVID-19, ha generato tante paure e angosce. Tutto questo però ha permesso al nostro pianeta di tirare un sospiro di sollievo e tante sono state le situazioni dove la Terra ha ripreso il controllo sugli esseri umani.
La questione ecologica – La salvaguardia della Terra
Con il termine ecologia si intende la scienza che studia i rapporti tra gli esseri viventi e l’ambiente fisico in cui essi vivono. Il termine ecologia deriva dal greco Oikos (casa o ambiente) e logos (discorso o studio).
Sono molti anni ormai che la salvaguardia del nostro pianeta è fonte di importanti iniziative da parte di tutti noi, grandi associazioni tutti i giorni si impegnano e lottano per aiutare il pianeta Terra a guarire dalla malattia che tanto lo affligge: l’Uomo.
Noi esseri umani siamo stati in grado di distruggere quasi tutto quello che l’universo ci ha donato e che è sopravvissuto per migliaia di anni in perfetta armonia con ciò che lo circondava, è bastata la smania di innovazione e crescita economica per far si che questo equilibrio andasse distrutto.
Nel corso degli anni l’industrializzazione, la militarizzazione, la crescita economica, l’urbanizzazione hanno trasformato completamente la faccia del nostro pianeta: sparite foreste, prosciugati fiumi, estinte centinaia di specie animali e tutto questo solo ed esclusivamente per il bene egoistico dell’essere umano.
L’uomo è scientificamente paragonato ad una macchina perfetta, nonostante questo paragone non siamo per niente perfetti nei nostri ragionamenti, ci autodistruggiamo, creiamo armi che non sappiamo controllare, malattie per lo sterminio di massa e, cosa ancora più triste, non siamo in grado di aiutarci a vicenda, spesso ci dimentichiamo delle centinaia di persone che vivono nella povertà assoluta in quanto noi quella povertà non l’abbiamo mai provata.
Proprio per la salvaguardia del nostro pianeta sono nate tantissime associazioni ambientaliste, piccoli e grandi enti che si prefiggono come obiettivo principale quello della conservazione e del miglioramento della natura in ogni sua forma. Tutelano l’ambiente e le forme di vita che lo abitano. L’obiettivo di queste associazioni è evitare che ciò accada, integrando l’uomo con il resto nella natura, non permettendo che quest’ultima soccomba.
Le più famose a livello mondiale sono WWF, GreenPeace e Legambiente, che in anni di lotte sono riusciti a vantarsi di vittorie concrete.
La loro risonanza mediatica è tale che riesce a sollevare un vero e proprio movimento dal basso.
Tante sono le testimonianze sia dei grandi della letteratura che di piccole guerriere più moderne su questo argomento…
Una in particolare ci arriva da Italo Calvino, uno tra i maggiori scrittori del secondo Novecento: conosciuto e tradotto in tutto il mondo. Calvino ha finito per rappresentare lo scrittore italiano per antonomasia.
La sua opera spazia dai romanzi ai racconti in cui protagonista è la guerra e la Resistenza, fino allo sperimentalismo a cui lo scrittore approda negli ultimi decenni. L’opera che rappresenta meglio questa tecnica combinatoria e il ricorso a temi postmoderni è Le città Invisibili (1972), una raccolta di testi brevi, in cui Marco Polo racconta a Kublai Kan le città immaginarie che ha visto durante i suoi viaggi.
In questa raccolta sono presenti moltissimi segnali che ci rimandano alle città contemporanee, in quanto molte delle sue idee erano le stesse promosse dagli architetti fiorentini e pubblicate nel 1971 sulla rivista Il Mondo, diretta proprio da Calvino.
Calvino, in una nota relativa alla sua opera, ha confermato come Le città Invisibili sono da intendersi come una metafora della nostra vita nelle odierne città contemporanee, il racconto descrive 55 città fantastiche riunite in 11 gruppi e una delle più particolari è Ottavia: Una città sottile.
Ottavia è una città ragnatela sospesa nel vuoto, dove ogni cosa è sostenuta da una rete e le case sono simili a leggere navicelle che fluttuano nell’aria. Gli abitanti di Ottavia, consapevoli della precarietà e fragilità della propria città, se ne prendono cura e la loro vita è, in realtà, meno pesante, precaria e incerta che in altre città.
Ottavia rappresenta un’allegoria di una città sostenibile, ci insegna a vivere con quello che abbiamo.
Una delle testimonianze più recenti e che hanno fatto molto scalpore è arrivata con la giovanissima Greta Thunberg che a soli 15 anni ha parlato alla COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia.
«Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo.»
Greta Thunberg
Se ci fermiamo a pensare costatiamo che questa giovane ragazza ha pienamente ragione, abbiamo sempre e solo indirizzato il nostro sguardo su tutto ciò che ci interessava senza dare importanza a ciò che sta alla base della nostra sopravvivenza.
Gli effetti che già oggi sono pienamente visibili non lo erano qualche decennio fa, come il surriscaldamento, l’innalzamento delle acque a causa dello scioglimento dei ghiacci, la conseguente estinzione di alcune specie di animali, quasi nulla ha effetto immediato.
È deludente pensare che sia dovuta essere una giovane donna appena affacciata nel mondo degli adulti a darci una strigliata e a farci pensare davvero che se non ci sbrighiamo ad invertire la rotta non avremo nemmeno una terra da lasciare in eredità ai nostri figli o nipoti.
Prendiamoci cura del nostro pianeta, è l’unico che abbiamo!