La rivolta degli scheletri nell’armadio è un testo di J. R. Forbus edito da Ali Ribelli Edizioni, un libro che, attraverso una simpatica ed originale storia, ci vuole dimostrare come i pregiudizi e le diversità non esistono e che spesso sono solo frutto di nostri personali preconcetti.
Un libro, insomma, adatto a grandi e piccini.
La rivolta degli scheletri nell’armadio: perché è proprio qui che vivono gli scheletri
«Quella notte si ritirò nel suo armadio con un sorrisetto spalmato sul volto, non immaginando nemmeno lontanamente in che razza di guaio si fosse cacciato…»
Che gli scheletri vivano nell’armadio è cosa nota, ma questa storia ne ha dato piena conferma.
D’altro canto, anche la copertina di questo libro ce lo dimostra: un simpatico scheletro sta venendo fuori proprio da… un armadio!
Questa è la storia di Ossogrigio, Lilia, Vamp, Frankenstein, Mangiaerba, dei simpatici – e sempre brilli –
Drink, Tequila e Bum Bum. Non solo, troviamo anche gli animali dello Zoo dei Mutanti e gli Extraterrestri approdati sul nostro pianeta, convinti di poter migliorare le loro aspettative di vita.
Non avere timore, però, loro sono mostri simpatici, buoni, che non torcerebbero un capello a nessuno e che lottano pacificamente per affermare i propri diritti.
Essi vogliono liberarsi dalla tirranìa dello Stregone, alias, Mr Desrius IV, un uomo senza scrupoli, assetato di potere e di denaro, un despota che maschera la sua perfidia con apparente benevolenza.
Lo Stregone, pur di raggiungere i suoi malefici piani di potere, ha dato vita ad un Parco divertimenti, non uno comune però, bensì il Parco degli Orrori, arruolando svariati mostri che lavorano al Castello Dimenticato di Wolverhampton.
La sua sete di guadano non solo non ha fine, ma non conosce limiti: Mr Desrius ha infatti in serbo altre terrificanti e dolorose idee per i nostri poveri mostri.
È giunto quindi il momento per Ossogrigio & Co. di ribellarsi a questa supremazia.
Il libro si compone di ventidue capitoli contrassegnati dai numeri romani, ciascuno è dotato di un proprio titolo che ti introduce a ciò che leggerai. Ogni capitolo, inoltre, all’inizio riproduce un’immagine: anche questa è sinonimo di ciò che troverai all’interno di quel paragrafo.
Le raffigurazioni sono molto suggestive e ben fatte.
Al termine del libro, infine, troveremo delle nozioni finali ed una mappa inerente proprio Il Parco degli Orrori di Wolverhampton, nella versione e – book troviamo un link, cliccandoci su, arriveremo direttamente alla mappa.
La narrazione è in terza persona, però il narratore tende ad interagire con il lettore, lo rende partecipe, solo al termine del libro ti verrà svelata la sua identità che si rivelerà davvero particolare… in perfetta sintonia con la storia che ci viene raccontata.
Il linguaggio è semplice e lineare, si presenta ben scritto, l’evoluzione dei fatti è perlopiù dinamica, alcune parti, forse, le avrei rese meno lunghe, ma ciononostante non appesantiscono la vicenda.
La rivolta degli scheletri nell’armadio: bisogna sempre lottare per i propri diritti
Questo libro, a mio avviso, attraverso la narrazione di una storia originale e surreale, vuole lanciare parecchi messaggi. Uno di questi, ad esempio, è legato al flusso dei migranti che, oramai da innumerevoli anni, continuano a sbarcare sulle nostre coste nell’illusione di trovare una vita migliore a dispetto di quella lasciata nel proprio Paese
«La legge era entrata in vigore pochi anni prima, quando si erano intensificati gli sbarchi di una razza aliena proveniente da un pianeta nemmeno troppo lontano […] migliaia di extraterresti erano atterrati clandestinamente a Wolverhampton nella speranza di un futuro migliore […] gli extraterrestri poi venivano rinchiusi in un centro accoglienza»
Non è solo questo però: questa storia ci insegna che le diversità non esistono, che dobbiamo essere tutti uniti e solidali. Questo libro, inoltre, mira a combattere i soprusi perpetrati in generale, ma in particolare verso chi è indifeso.
In fondo, i mostri, i mutanti, gli extraterresti citati in questo testo non appartengono alla schiera dei cattivi, pur essendo non umani sono gentili e non usano la violenza per far valere i loro diritti.
«Libertà, giustizia e uguaglianza: questi ideali, è la storia che ce lo insegna, sono a portata di mano e di zampa. Uniti ce la faremo!»
L’autore ce li descrive in modo da farceli amare, mi è piaciuta l’ironia con la quale ha intercalato i fatti e persino i dialoghi dei personaggi, ha reso divertente questa storia anche nei momenti più seri.
Forse, e dico forse, io avrei scelto un epilogo diverso, ma è un mio personale giudizio. Stessa idea per la sorte toccata, sulle ultime battute, ad uno dei maggiori personaggi: ma forse l’autore ci ha voluto regalare, anche alla fine, un colpo di scena.
I personaggi protagonisti e non sono molteplici, ognuno ha un suo ruolo e tutti sono veramente adorabili, ma personalmente ho apprezzato nello specifico il simpatico scheletro Ossogrigio con il suo savoir faire e la sua passione per il ballo
«Quel giorno Ossogrigio indossava un abito bohemien e un paio di scarpette ballerine, un regalo della prozia Ossazitella.»
Allo stesso modo ho amato l’elegante e signorile fantasma Lilia, lei con la sua delicata risolutezza, lei con i suoi modi di fare e di esprimersi d’altri tempi
«E noi, or dunque? Ahi, me tapina, il vivere in simile angosciosa prigionia. Lo Stregone ci aveva assicurato che queste catene erano un espediente per attirare i turisti, ma in verità hanno asservito i nostri spiriti a questo luogo!»
Ad ogni modo: ciascun personaggio è stato reso indimenticabile dall’autore tanto che, ne sono certa, ogni lettore ne avrà decretato il prediletto.
La rivolta degli scheletri nell’armadio è un libro che tratta di una storia originale e che ha tanto da regalare a ciascuno di noi
«Poi aprì l’armadio, trovandosi improvvisamente di fronte il suo cuore diviso a metà: sulla destra, un poster di Hollywood in tutta la sua gloria; a sinistra, invece, una vecchia foto di gruppo. C’erano lui, Vampa, Lilia, Mangiaerba e Mercurius. Erano abbracciati e sorridevano… sembravano così felici.»