Siamo in piena primavera, stagione odiata e amata. Ovviamente, è odiata da chi soffre di allergie ai pollini, ma è amata per i suoi colori e lo sbocciare di mille fiori colorati. I paesaggi di campagna, pianura o montagna hanno colori più vivi e profumi più intensi. Anche nella letteratura non mancano descrizioni di questa stagione e per scoprirla, iniziamo il nostro viaggio.
La primavera e la letteratura: i racconti
La primavera fa da sfondo a numerosi, e forse bislacchi, romanzi: All’ombra del caldo tramonto primaverile cominciano Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov e il Ritratto dell’artista da cucciolo di Dylan Thomas.
Calvino descrive un Marcovaldo perso nei primi giorni di caldo, di fumo, vento e bolle di sapone, mentre per Faulkner questa è una stagione pretenziosa, dolce e sgargiante come una commessa col suo vestito da poco prezzo, come un idiota con quattrini e senza gusto. Più naif Virginia Woolf, che nelle Onde scrive:
L’alba è una specie di sbiancare del cielo; una specie di rinnovamento. Un altro giorno; un altro venerdì; un altro venti di marzo, di gennaio, o di settembre. Un altro risveglio generale… Sì, questo è l’eterno rinnovamento, l’incessante sorgere e ricadere, e cadere e risorgere.
La dolce stagione è anche sinonimo di passeggiate e nuovi amori. Come confermano La Signora delle camelie o la più esagitata Madame Bovary, che va in calore in aprile quando i giardini, simili a donne, sembrano acconciarsi per le feste d’estate.
Con l’istinto amoroso sboccia pure l’esaurimento nervoso: i mesi primaverili sono eccitanti soprattutto per gli psicotici, i depressi e gli psichiatri al seguito. Non a caso, il dolorante Werther annota: La giovane stagione riscalda a pieno il mio cuore che è facile ai brividi. Indubbiamente svalvolate sono le coppie delle Affinità elettive, che giusto in questa stagione si danno allo scambismo, al cambio d’amante e d’armadio.
Allo stesso modo gli adulteri di Grossman, in Che tu sia per me il coltello, iniziano a frequentarsi due giorni dopo il pesce d’aprile. Il mese successivo tocca ad Aschenbach, follemente innamorato di Tadzio: Aveva il cuore e la testa pieni d’ebbrezza e i suoi passi obbedivano al demone che gode di calpestare la ragione e la dignità dell’uomo. Dopodiché, oltre alla dignità, perse pure la vita.
Le ricorrenze primaverili sono moltissime, da San Patrizio alla festa di Liberazione (dopo la Primavera di bellezza raccontata da Fenoglio), dall’inizio dello zodiaco alle pulizie domestiche, dal Capodanno persiano a Pesach che, come ricorda Moni Ovadia, celebrava Gesù. Gesù era ebreo: noi crediamo che stesse celebrando la Pasqua cristiana, ma lui in realtà festeggiava quella ebraica.
Più blasfemo è il Cristo di Saramago, che sulla croce grida: Uomini, perdonatelo (Dio, ndr), perché non sa quello che ha fatto. Negli stessi mesi, più o meno, si converte all’Islam il protagonista di Sottomissione di Houellebecq, e dalla primavera araba (documentata ad esempio da Quirico) si potrebbe andare a ritroso fino a quella di Praga (tra i cui cantori ci fu Bettiza).
Consigli di lettura
Sul sito di Ibs si trovano oltre 400 libri che, nel titolo, vantano la parola “primavera”: Neve di primavera di Yukyo Mishima; L’ultima neve di primavera di Blanca Busquets; L’inizio della primavera di Penelope Fitzgerald; Una primavera difficile di Boris Pahor; Sonata di primavera di Ramon del Valle-Inclan; Aspetta primavera, Bandini di John Fante, il primo romanzo della saga di Arturo, diventato famoso per Chiedi alla polvere… Tra i racconti più celebri figurano invece
Una primavera tardiva di Israel J. Singer (fratello del Nobel Isaac Bashevis); La burla di primavera di Piero Calamandrei; Notte di primavera in sala d’anatomia di Arthur Schnitzler; Torrenti di primavera di Ernest Hemingway; Incontrare la primavera di Anton Cechov… Tra le moltissime poesie si segnala, infine, quella di Prévert, Gran ballo di primavera, il cui folgorante incipit recita: «Ragazza di marzo/ ragazzo d’aprile/ innamorati di maggio». Le uniche relazioni che non conoscono primavere sono quelle pericolose: «Forse al termine della nostra carriera amorosa ci rivedremo di nuovo», sussurra Valmont alla marchesa. Ma mai i libertini sopravvivono all’inverno.