Caro Lettore, oggi ti segnalo una nuova uscita della casa editrice Iperborea, disponibile dal primo settembre: La prima volta che il dolore mi salvò la vita di Jón Kalman Stefánsson.
L’autore è nato a Reykjavík nel 1963, ex insegnante e bibliotecario, si è dedicato alla poesia prima di passare alla narrativa, distinguendosi subito per una lingua di singolare ricchezza evocativa e diventando uno dei più amati scrittori nordici.
«Ho difficoltà a immaginarmi a scrivere narrativa. La forma poetica è la più adatta a me.»
Questo è ciò che diceva al suo esordio da poeta. Ma poi, alla luce della sua produzione successiva, fatta di svariati romanzi, tradotti e premiati in tutto il mondo, è possibile affermare che sia andata comunque così perché Stefánsson la poesia non l’ha mai abbandonata, l’ha nascosta nella prosa.
Jón Kalman Stefánsson: La prima volta che il dolore mi salvò la vita
Comprende tre raccolte pubblicate in questa edizione con testo islandese a fronte che possono essere viste anche come una sorta di laboratorio espressivo, dato lo stile inconfondibile che riesce a essere lirico e prosaico, altissimo e leggero, disperato e ricco di humour allo stesso tempo.
Le fonti d’ispirazione sono le più disparate:
il sole che tramonta su Reykjavík, un incidente stradale, il martellante vociare delle radio libere, la morte di Elvis Presley, la fede incrollabile nelle parole smorzata solo dall’autoironia (… mi chiedi: / che cosa hai fatto oggi? / e ti porgo una poesia / che tu leggi in trenta secondi.).
E poi la musica, l’altra grande passione, l’amore e la bellezza, le uniche forze capaci di rendere immortali anche le esistenze più precarie.
Completa la raccolta una spassosa e irriverente autobiografia – umana e letteraria – dei suoi tormentati e squattrinati anni giovanili prima in provincia, con il lavoro sul peschereccio e in fabbrica, la scoperta rivoluzionaria della lettura, e poi i faticosi inizi della carriera di poeta nella Reykjavík del secolo scorso, meno cool di quella di oggi, ma forse più autentica.
Le tematiche affrontate dall’autore sono diverse e comprendono le grandi domande dell’uomo, la vita, l’amore, il senso ultimo dell’esistenza, il potere dell’arte e della letteratura, avendo come sfondo potenti affreschi dell’Islanda di ieri e di oggi.
L’autore è stato più volte nominato al Premio del Consiglio Nordico, con Luce d’estate ed è subito notte ha ricevuto il Premio Islandese per la Letteratura.
Iperborea ha pubblicato anche la trilogia Paradiso e inferno, La tristezza degli angeli e Il cuore dell’uomo, oltre ai Pesci non hanno gambe e Grande come l’universo, che raccontano una saga famigliare spaziando da un capo all’altro dell’Islanda attraverso il Ventesimo secolo, il romanzo corale Storia di Ásta e Crepitio di stelle, la sua ultima saga familiare.
Come sempre buona lettura!