La poesia gotica, come del resto il romanzo e lo stile gotico, arrivano a noi lettori del terzo millennio, espressamente da Medio Evo. Cominciamo la nostra cavalcata attraverso i secoli e chiariamo subito un “distinguo importante” a scanso di equivoci: è necessario parlando di gotico.
Come ben saprai lo stile gotico nasce in campo artistico: è lo stile degli archi a sesto acuto, delle guglie sottili ed appuntite, della verticalità che si innalza quasi a toccare il cielo: lo stile che eleva, non solo metaforicamente, l’uomo e la sua spiritualità verso Dio. Non per niente caratterizza l’intero Medio Evo che, come storia insegna, fu l’epoca del più vivo fervore spirituale con il suo fiorire di ordini monastici e accanto ad essi, costruzioni essenzialmente dedicate al sacro che ancora ammiriamo.
No, non voglio disquisire sull’arte, anche oggi come ogni venerdì parliamo di poesia: la premessa è necessaria per arrivare alla poesia gotica che se pur ne riprende il nome, con il famoso stile ha poco a che spartire e meno di poco con la fede. In comune c’è solo un aggettivo: gotico che a sua volta deriva dal nome di un popolo cosiddetto barbaro, i Goti.
I Goti, popolo di origine germanica, divisi a loro volta in Ostrogoti e Visigoti, invasero l’Europa centro-meridionale, arrivando anche in Italia. La loro avanzata oltre al cambiamento politico portò un cambiamento culturale, com’è normale avvenga quando i popoli si mescolano.
Il termine “gotico” venne usato per la prima volta dal critico d’arte e artista lui stesso Giorgio Vasari nel XVI secolo come sinonimo di nordico, barbarico, capriccioso, in contrapposizione allo stile classico di ispirazione greco-romano del Rinascimento. Il Vasari però non poteva di certo immaginare che quel termine avrebbe invaso non solo l’arte ma anche la letteratura a venire, diventando un vero e proprio genere letterario, con caratteristiche precise che poco ha in comune con i Goti, intesi come popolazione, fra l’altro già all’epoca del Vasari estinti da secoli.
E come premessa può anche bastare perchè fra arte e storia rischio di perdermi e invece di un articolo sulla poesia gotica ti costringo a leggere un trattato…
Poesia gotica, le origini.
Ritorniamo alle origini della poesia gotica che prende in prestito il nome dai Goti e dall’estro di Giorgio Vasari, ma assume caratteristiche proprie e specifiche già dal Settecento.
Letteratura e arte sono strettamente connesse e spesso sono una il riflesso dell’altra: la letteratura gotica, sviluppatasi nei paesi anglosassoni dalla metà del secolo XVIII, quando cioè il Neogotico trova terreno fertile soprattutto nei paesi nordeuropei e negli Stati Uniti, si ispira a storie dai toni cupi, misteriosi, spesso con rituali magici ed esoterici.
Luoghi chiusi e tenebrosi, castelli abbandonati e diroccati, oppure foreste intricate piene di creature mitologiche, sono ambienti ricorrenti nei romanzi gotici, essenzialmente caratterizzati dalla coesione tra romanticismo, eventi ultraterreni e orrore. I protagonisti sono eroi ed eroine di stampo romantico che mettono l’amore in primo piano: creature di luce pronte al sacrificio fino all’estremo ultimo atto. Al contrario, gli antagonisti sono spesso creature diaboliche, vampiri e affini che incarnano il male assoluto e solo per esso vivono ed agiscono.
La poesia gotica rispecchia le tematiche della prosa con un accento particolare al soprannaturale, al sentimento romantico, all’amore esclusivo e totale non privo di sofferenza o di sacrificio per il bene dell’altro. È spesso presente la figura dell’eroe-ribelle-paladino-del-bene che lotta per ideali di giustizia, figura che diventa quasi un anticipo di quello che sarà l’eroe Romantico del periodo successivo.
A grandi linee, senza volermi addentrare in analisi poetiche profonde e anche per non annoiarti, si può dire che la poesia gotica, così come la prosa, nasce e si sviluppa in Inghilterra in antitesi a ciò che culturalmente avveniva in altri Paesi Europei che vedevano nell’esaltazione della ragione la strada per risolvere le problematiche umane. Altrove, Italia compresa, siamo infatti in pieno Illuminismo.
Nel secolo successivo, l’Ottocento, il sentimentalismo e il romanticismo di chiara matrice gotica o neo-gotica, conosce un periodo di grande diffusione in poesia come in prosa, riprendendo e accentuando i temi, anzi arricchendoli di elementi irrazionali e fantascientifici.
Edgar Allan Poe, icona della poesia gotica
Un esempio ed un’icona del gotico ottocentesco è Edgar Allan Poe, autore che fa compiere un salto di qualità alla poesia gotica, rinnovandone ed arricchendone i temi con l’analisi introspettiva. Gli abissi dell’io, le angosce interiori, le paure individuali e collettive che anticipano le scoperte della psicanalisi, il dolore della mente, la persecuzione di forze malefiche naturali che agiscono sulla psiche umana, sono tutte tematiche che Poe da grande maestro introduce nella poesia gotica diventandone l’esempio per eccellenza.
Nel Novecento e fino ai nostri giorni, il filone gotico ha molti adepti fra scrittori e poeti italiani e stranieri. Non solo, ha invaso, assumendo forme nuove, anche il cinema e la TV. C’è infatti un filone di storie e serie televisive di ispirazione gotica che riscuotono un bel successo di pubblico.
La poesia gotica moderna
La poesia gotica moderna risente ancora dell’influenza del maestro e precursore Edgar Allan Poe con influssi che si possono far risalire ai cosiddetti “poeti maledetti” di fine Ottocento. Le tematiche sono rivolte essenzialmente all’interiorità dell’uomo, al suo rapporto con il soprannaturale, alla dimensione onirica e a volte magica o macabra degli avvenimenti.
Non mancano elementi romantici di amori idealizzati ed emozioni esasperate nella ricerca della propria essenza: si può affermare che nella totale anarchia delle forme poetiche contemporanee la poesia gotica fa registrare ancora la sua presenza grazie anche al filone New Age che nutrendosi di gotico, ha imperato negli anni passati e in qualche misura influenza ancora la prosa e la poesia.
È pur vero che inquadrare la poesia sotto una dicitura specifica, non è cosa facile né tanto meno consigliabile: equivale a voler ingabbiare un’aquila che ha bisogno di grandi spazi per volare.
Termino qui la mia breve cavalcata nelle praterie brumose e incantate della poesia gotica, con la speranza di aver suscitato il tuo interesse e la promessa di approfondire l’argomento trattando qualche autore specifico. Intanto ti invito a gustare un assaggio di poesia gotica moderna con Tomas Tranströmer, poeta svedese, Premio Nobel per la Letteratura nel 2011, la traduzione è di Franco Buffoni.
Mistero per la strada
Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
ma non si svegliò.
Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
tra la gente nei raggi di sole
forti e impazienti.
D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti
un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.