Caro iCrewer, eccomi qui per segnalarti l’uscita del nuovo romanzo di Alessandro Cortese, La mafia nello zaino – Il bimbo, il nano e l’assassino, edito dalla giovanissima casa editrice Il ramo e la foglia edizioni.
Il romanzo si inserisce all’interno della collana Romanzi, e sarà disponibile dal 27 gennaio 2022.
La trama di La mafia nello zaino – Il bimbo, il nano e l’assassino di Alessandro Cortese
Questa storia è ambientata in una delle tante estati caldissime della Sicilia, in un piccolo paese volutamente non identificato per rappresentare ogni paese, ed è narrata in prima persona dal picciriddu: l’innocenza di un bambino rilegge poeticamente fatti cruenti come omicidi e ricatti, perché soltanto con la fantasia una città controllata dalla mafia può diventare scenario di avventure come in un telefilm. Purtroppo l’amara realtà tracima, rivelando a poco a poco il dramma della vita a scapito della dolcezza dei sogni e delle illusioni.
Legando fatti di cronaca a invenzioni romanzesche, con suoni, colori e sapori tipicamente siciliani, l’autore costruisce un ritratto palpitante della sua terra e getta un ponte tra storia, tradizioni e un futuro in cui l’amore è speranza e forza per il cambiamento.
Un romanzo teatrale, dove le maschere indossate dai personaggi sono necessarie per condurre una vita normale solo in apparenza, ma le stesse maschere non possono essere mantenute di fronte allo sguardo ingenuo, sincero e disinteressato di un picciriddu siciliano che diventa grande interrogandosi sulla mafia.
Un estratto:
«… fui come trascinato verso il fondo, lontano lontano, in un posto che era quello in cui avevo sempre vissuto ma anche un altro, da cui non si poteva uscire perché nessuno avrebbe saputo farlo. Eravamo tutti chiusi nello stesso luogo: se avessimo provato a fuggire, la Sicilia stessa ci sarebbe rimasta dentro e non ci avrebbe mai permesso di farlo veramente.»
Biografia di Alessandro Cortese
Alessandro Cortese è nato a Messina nel 1980 e vive a Montesilvano. Lavora a Pescara come insegnante di Matematica e Scienze per scuole medie e superiori. Nel dicembre del 2007 ha pubblicato il racconto storico: Vita e ricordo di Mary Ann Nichols. Prostituta, sull’antologico Concept – Storia di Arpanet.
Col medesimo editore ha pubblicato, nel luglio del 2010, il suo primo romanzo fantasy: Eden,
e nel febbraio 2011 il racconto: A Mani Strette, sull’antologico Fedeltà&Tradimento. Ancora con
Arpanet ha pubblicato, nel dicembre 2012: Ad Lucem, seguito del fortunato romanzo d’esordio.
Nel dicembre 2013 pubblica la storia di vita: Ore 1: Barcellona P.G., sull’antologico E tutti lavorammo a stento di Arpanet. Nel marzo 2014, con Edizioni Saecula, ha pubblicato: Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse, il suo primo romanzo storico.
Riportiamo due passaggi di una intervista all’autore:
D. “La mafia nello zaino” è un romanzo d’invenzione o ti ispiri a fatti realmente accaduti?
R. Io ho smesso di essere un bambino il pomeriggio che hanno fatto esplodere Paolo Borsellino. Non dimenticherò mai quel giorno di luglio… le edizioni straordinarie dei telegiornali su tutti i canali.
Ho scritto questo romanzo perché volevo, tra le altre cose, dire grazie a un uomo che mi ha insegnato che nella vita puoi sì morire… ma nonostante la morte si può parlare alla gente e ispirarla a fare di meglio.
Ho voluto raccontare anche di padre Pino Puglisi… che nel mio libro è padre Pippo, un altro morto di mafia che tanto ha dato alla Sicilia per averne indietro una pallottola.
Decisamente, questo romanzo è fatto di persone vere a cui ho voluto mettere una maschera addosso, con nomi diversi in posti diversi, trasfigurandoli come abbiamo l’abitudine di fare noi siciliani. Ma chiunque li riconoscerà.
D. Perché il sottotitolo “Il bimbo, il nano e l’assassino”?
R. Perché tutta la storia si riassume così. Con un bimbo, un nano e un assassino. Con un bimbo che è Sicilia spontanea e ingenua, che rappresenta lo sguardo semplice di chi vive l’isola senza averla ancora capita; con un nano che è gigantesco ed è la Sicilia che fa paura, che rappresenta lo sguardo a un passato arcaico tutto fatto di parole strane, rituali e leggi del taglione; e poi c’è l’assassino che tutto sommato rappresenta la Sicilia che si adatta, a tutto pur di sopravvivere, con lo sguardo di chi dice di credere in un futuro migliore ma alla fine non ci crede più.
Per me è una fiaba e volevo qualcosa, nel titolo, che ricordasse una fiaba.