Caro lettore, eccomi qui a suggerirti un nuovo libro: La libreria sulla collina di Alba Donati, edito da Einaudi. Un libro particolare, che parla della libreria più piccola del mondo.
Ecco il suo incipit:
“C’era una volta… «Un re!» diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno”.
Questo è l’incipit di Pinocchio e no, non sto sbagliando libro. Ma c’è un motivo per cui Alba Donati ha scelto le parole di Carlo Collodi per iniziare il suo romanzo. La questione è tutta racchiusa nelle folli decisioni che uomini e donne prendono per amore dei libri, una passione quasi smisurata, che quando sentono odore di parole e carta si trasformano in cani da tartufi ma che poi, invece di ritrovarsi sotto un albero a tirar fuori dalla terra il pregiato tubero, sbucano dentro una libreria.
La libreria sulla collina, la libreria più piccola al mondo
In questo caso la libreria si chiama “Sopra la Penna” a Lucignana, nella media Val di Serchio, paesino sperduto nella provincia di Lucca. Probabilmente la libreria più piccola del mondo, un cottage di dodici metri quadrati, si legge nel libro. Ad aprirla Alba Donati, e questo libro è il diario della sua avventura.
Siamo in presenza di un raro caso di magia sprigionata dalle pagine dei libri: un incendio non ferma la poetessa
Alba Donati è una poetessa. Dopo avere studiato e lavorato per anni a Firenze decide di cambiare vita e tornare nel suo paese di origine, Lucignana. L’idea di aprire una libreria le arriva il 30 Marzo 2019.
Nel libro è riportato un simpatico stralcio di conversazione tra la Donati e Romano Montroni, già direttore delle Librerie Feltrinelli:
«Romano vorrei aprire una libreria nel mio paese». «Bene, quanti abitanti fa». «180». «Bene 180 mila diviso…» «Non 180 mila, 180». «Sei pazza».
La “Libreria Sopra la Penna” viene inaugurata il 7 dicembre del 2019, grazie ad un crowdfunding. Il sogno si realizza ma dura poco, perché nella notte tra il 29 e 30 gennaio, poco più di un mese dopo, prende fuoco e ne rimane ben poco.
“Sono le 4,59 della notte. Un anno fa a quest’ora la libreria stava bruciando e io ancora non lo sapevo. Ancora per poco. Alle 5,30 qualcuno da sotto la finestra aveva urlato: «La libreria va a fuoco». Il lupo era arrivato” (pagina 29).
Ma Alba Donati non molla la presa. Troppo facile parlare di Araba Fenice: qui è la tenacia che serve per raggiungere gli obiettivi o almeno provarci, è un’altra roba.
Comunque, la “Libreria Sopra la Penna” riapre, ed ancora oggi è lì, a Lucignana, con il suo giardino, al quale “si accede da un cancello verde salvia […] C’è il susino selvatico e il pesco, il plumbago, il glicine, rose e peonie […] Appese agli alberi ci sono tazzine da tè rovesciate, e lampade che si accendono appena il sole cala” (pagina 23).
“Il cottage è di dodici metri quadrati e ha una finestra che si apre sul Prato Fiorito. Sulla mensola della finestra, su un leggio in ferro battuto, ci sono sempre tre libri a rotazione: “Il giardino di Virginia Woolf”, “Herbarium” di Emily Dickinson e “Alice nel paese delle meraviglie” quello con le illustrazioni di John Tenniel” (pagina 141).
Nel libro non ci sono fotografie della libreria e del giardino, ma l’illustrazione in copertina rende bene l’idea. Tuttavia, per chi volesse approfondire, basta un giro in rete per trovarne di bellissime.
La storia di una libreria che un incendio non fermò
La libreria sulla collina è dunque un libro che racconta una bella storia. È strutturato in sei capitoli, un diario dal 20 Gennaio 2021 al 20 Giugno sempre del 2021. Sei mesi nei quali Alba Donati appunta molte cose. La scrittura è semplice, sintetica, pulita, niente fronzoli, talvolta poetica e soprattutto, sincera. Perché questa non è solo la narrazione di “un’esperienza estrema dell’essere libraia” è qualcosa di più.
Ovviamente ci troverete libri, storie di libri, autori, titoli, tutto quello che un buon lettore ama c’è.
“Quando mi chiedono di cosa parla un libro, tremo. Non mi sono mai ricordata una trama in vita mia, nemmeno quella di “Biancaneve e i sette nani”. Di un libro mi rimane altro, e credo che questo altro sia la letteratura. Chi scrive combatte contro la trama affinché si depositi, nel cuore del lettore, l’essenziale. Io scivolo sugli scaffali e so che dentro i libri che ho scelto c’è sempre un dolore, una sconfitta. Ed adesso cosa propongo a lei che mi chiede un libro senza dolore? Allora lavoro sulle copertine. Rassicuranti, romantiche, ironiche quanto basta, come il sale, il pepe, l’olio, q.p.” (pagina 86).
Le vite di molte persone
Ci sono poi anche le vite di molte persone, in primis quella dell’autrice. C’è la voglia di resistere agli urti della vita, di non cadere, il bisogno che molti hanno di cambiamento; i problemi semplici e quelli complessi della quotidianità, le gioie, i dolori.
Alba Donati non ha paura dei suoi fantasmi. Alcuni li combatte, altri decide di tenerli per la mano, di farci pace. I libri e la libreria sono la cura, una chiave che apre le porte e fa circolare aria in stanze troppo tempo rimaste chiuse. Se lo leggerete, capirete che è uno specchio, ci guarderete dentro e probabilmente vi vedrete riflessi.
A chi gli domanda perché abbia aperto una libreria in un paesino sconosciuto Alba Donati risponde così: “Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai più piccoli, perché mi sono salvata”.
Ed allora, perché Pinocchio in apertura di recensione?
Beh, l’avete capito da soli, sono un cane da tartufo pure io.