La leggenda del ragno di Natale
Caro iCrewer, il periodo natalizio è uno di quelli dell’anno che preferisco e se solitamente aspetto l’8 dicembre per fare l’albero, quest’anno ho deciso di anticipare i tempi e il 22 novembre avevo già il mio albero tutto bello decorato e illuminato in casa. Ho optato per un albero vero così che il profumo di pino si sparga per tutta casa.
Ovviamente ci sono anche i contro. La mia macchina è piccolina e ho dovuto abbassare i sedili dalla parte del passeggero per poter portare l’albero a casa ma non avevo fatto i conti con i ragni che avevano deciso di farci casa. È passata una settimana e ancora ogni tanto trovo un ragnetto in macchina. Però sono molto soddisfatta del risultato.
Questa esperienza mi ha portato a fare una piccola ricerca e ho scoperto che esistono delle bellissime leggende diffuse soprattutto in Ucraina e nell’Est europeo.
La leggenda del ragno di Natale
Una volta una povera ma laboriosa vedova viveva in una piccola capanna con i suoi figli. Un giorno d’estate, una pigna cadde sul pavimento di terra della capanna e mise radici. I figli della vedova si prendevano cura dell’albero, entusiasti all’idea di avere un albero di Natale entro l’inverno.
L’albero è cresciuto, ma quando è arrivata la vigilia di Natale, non potevano permettersi di decorarlo. I bambini andarono tristemente a letto e si addormentarono. La mattina dopo, si svegliarono di buon’ora e videro l’albero coperto di ragnatele. Quando hanno aperto le finestre, i primi raggi di sole hanno toccato le tele e le hanno trasformate in oro e argento. La vedova ei suoi figli erano felicissimi. Da quel momento in poi, non hanno mai più vissuto in povertà
C’è anche un’altra versione, più legata alla religione:
Una donna, una casalinga per accogliere Gesù Cristo
che arriverà a benedire la casa, la pulisce da cima a fondo. Non resterà nemmeno un granello di polvere. Nel suo pulire ha però allontanato i ragnetti di casa perché non sporcassero dove lei ha pulito.
Ma anche i piccoli ragnetti volevano vedere Gesù, che faccia aveva com’era. Così, consigliati dal ragno più anziano e saggio scesero dall’angolino della soffitta dove si erano nascosti. Desideravano così tanto vederlo ed era tanto nervosi da
cominciare ad andare avanti e indietro.
Non si resero conto che così riempivano la stanza di ragnatele e quando Gesù arrivò vide tutte quelle ragnatele a riempire la stanza. Ovviamente la donna era dispiaciutissima.
Aveva pulito per tutto il giorno per rendere perfetta la sua casa
e ora si ritrovava con quello!
Gesù, che amava ogni essere del creato non poteva certo non amare anche i ragni, pensò bene di fare un piccolo miracolo: trasformò le ragnatele in fili lucenti d’oro e d’argento con il tocco delle dita.
Questi fili adornarono meravigliosamente la casa, brillando ed entusiasmando la donna e i suoi bambini. Fu tale la meraviglia che da quel giorno ogni casa viene addobbata da strenne e fili dorati e argentati. Sull’albero o nella casa si usa anche appendere un piccolo ragnetto.
Un’altra storia con protagonisti un ragnetto e Gesù è inserita nel libro Tutte storie di Don Bruno Ferrero :
La leggenda del ragno di Natale
Non tutti erano felici, quando nacque Gesù. Un uomo era furioso e sconvolto. Il re Erode, che governava la Palestina per conto dei Romani, era morso da una díssennata gelosia. Aveva sentito dai Magi che a Betlemme era nato un re.
Immaginò un piano feroce: uccidere tutti i bambini della città. I soldati di Erode portarono terrore e dolore in molte case felici. Giuseppe e Maria presero il Bambino Gesù e si incamminarono in fretta verso l’Egítto.
La sera del primo giorno di fuga, stanchi e affamati, cercarono rifugio in una grotta. Faceva freddo, tanto freddo che la terra era bianca di brina. La famigliola si sistemò come poté in un angolo. Stavano stretti stretti, per scaldarsi un po’. Di accendere un fuoco non si parlava nemmeno. Si sentivano in lontananza galoppare i cavalli dei soldati. Giuseppe e Maria credevano che nessuno li avesse visti. In realtà un testimone c’era.
Un piccolo ragno che si dondolava attaccato ad un filo proprio all’entrata della grotta. Quando il ragno vide il bambino Gesù, desiderò molto fare qualcosa per lui. Sapeva che tanti animali fortunati avevano potuto fargli a loro dono. Decise di fare la sola cosa che poteva fare un ragno: tessere la sua tela di fronte all’entrata della caverna, per fare una bella e delicata tendina. Improvvisamente, lungo il sentiero, venne un drappello di soldati di Erode.
Cercavano il bambino per ucciderlo. Quando giunsero alla grotta, stavano per entrare e perquisirla, ma il comandante notò la ragnatela. La brina bianca l’aveva ricoperta e sembrava una serie di trine stese a chiudere l’entrata della grotta. «Lasciate stare» disse il comandante. «Non vedete che c’è una grossa ragnatela intatta? Se qualcuno fosse entrato nella grotta l’avrebbe certamente rotta!».
I soldati passarono oltre. Così un piccolo ragno salvò la vita a Gesù facendo l’unica cosa che sapeva veramente fare: tessere la sua ragnatela. Per questo, ancora oggi, mettiamo «baffi» e frange scintillanti sugli alberi di Natale e nelle case. I
nastri scintillanti rappresentano i fili della ragnatela, bianca per la brina, indorati dai raggi della luna, che stavano all’entrata della grotta sulla via dell’Egitto. E ricordiamo il dono del piccolo ragno che salvò la vita a Gesù.
La leggenda del ragno di Natale ha un suo fascino in tutte e tre le versioni. Ho sempre avuto paura dei ragni, dopo aver letto queste storie penso li guarderò con chi diversi.