La Guerra delle Dieci Regine, il primo romanzo di Nisha J. Tuli ad arrivare in Italia grazie a Newton Compton Editori, è un libro che ha da subito catturato l’attenzione del pubblico. Fenomeno dei BookTok è stato presto pubblicato e tradotto in più di 15 lingue diverse.
E ovviamente non potevo non lasciarmi incuriosire e travolgere da tanto entusiasmo, perciò eccoti la nostra recensione di questo fantasy romance!
La Guerra delle Dieci Regine: una trama “slow-burn”
La protagonista di questa storia è Lor, una ragazzina che vive, assieme ai fratelli Willow e Tristan a Nostraza, una prigione del regno di Aurora, uno dei sette regni di Urano. Dalle prime pagine apprendiamo già tutti i dettagli più terrificanti della vita a Nostraza: soprusi, violenze, carcerieri abbietti e malvagi, detenuti spietati e vendicativi pronti a tutto pur di sopravvivere in un carcere dove, tra fame, indigenza e sporcizia, le aspettative di vita sono bassissime.
Eppure Lor ce l’ha fatta. Per ben dodici anni ha lottato con caparbietà per tenere al sicuro i suoi fratelli, alla disperata ricerca di un modo per fuggire da Nostraza e assicurare loro il futuro che meritano. E proprio quando comincia a credere di non avere più alcuna speranza di riuscirci, durante una rivolta Lor viene rapita. Ma i suoi rapitori non sono Fae qualsiasi, bensì appartengono al regno del Sole.
Lor si risveglia spaesata e confusa nel Palazzo del Sole dove apprende con sgomento di essere uno dei dieci Tributi, partecipanti ad una gara il cui premio finale è il trono di regina del Sole. Inizia dunque una lenta e lunga sezione in cui vediamo Lor alle prese con lezioni di etichetta, combattimento, storia, geografia nonché con le altre pretendenti che, a differenza sua, rappresentano l’èlite dell’aristocrazia fae.
La Guerra delle Dieci Regine è infatti, un romanzo “slow-burn” dal ritmo lento e ridondante che neppure le prime delle quattro prove che i Tributi devono affrontare riesce a risollevare. In questa prima parte, infatti, si susseguono scene ripetitive di studio, esplorazione del palazzo del Sole e riflessioni da parte della protagonista che si ritrova in una dimensione, come la vita di corte, che non le appartiene e in cui si sente una perfetta estranea: ambientarsi non è affatto facile.
Ambientazione, personaggi e storia
Uno dei maggiori difetti di La Guerra delle Dieci Regine è l’assenza di informazioni in merito all’ambientazione. Al di là delle celle asfittiche di Nostraza e dei lussureggianti corridoi del Palazzo del Sole, del mondo di Urano, in cui si svolge la vicenda, non sappiamo nulla se non qualche informazione vaga e poco dettagliata. La scelta è voluta e lo si intuisce nelle ultime pagine, tuttavia, la sensazione di perdersi in un mondo dai contorni confusi è fortissima, soprattutto all’inizio, sebbene un lettore abituato alle storie di fae e mondi fatati potrebbe sicuramente trovarsi a suo agio.
Per certi versi le avventure di Lor fino a metà del racconto ricordano quelle di un romanzo adolescenziale dalle sfumature scolastiche. Tutte gli altri personaggi femminili, più che aspiranti regine, assomigliano piuttosto alle ragazze snob di un qualsiasi liceo o serie americana. Persino Lor finisce per esserne contagiata e, al posto della “eroina” fantasy, la vediamo nei panni di una qualunque quattordicenne moderna: le scene in cui si acconciano i capelli, scelgono i vestiti e le tonalità di colore giusto sono, forse, un po’ troppe. Se da un lato questo potrebbero avvicinare al lettore i personaggi del libro, rendendoli più familiari, dall’altro non possono non stridere con l’ambientazione fantasy scelta.
Il vero e proprio punto di svolta si ha a circa metà del racconto, subito dopo le prime due prove.
Da questo momento in poi staccarsi dalle pagine diventa davvero difficile. Nuovi personaggi, come quello del re Atlas, della guardia Gabriel, o del principe Nadir che di tanto in tanto fa incursione con dei capitoli a lui dedicati, in terza persona, cominciano a catturare l’attenzione rivelando lati di sé prima nascosti. Lo stesso vale anche per le altre pretendenti e per la stessa Lor che da “macchiette” si trasformano in personaggi ben curati e dalle mille sfaccettature segrete.
Anche il ritmo del racconto cambia radicalmente. Le prove si fanno più accese e dinamiche, gli intrighi di corte tengono alta l’attenzione e non mancano anche alcune scene piccanti! Il legame tra Lor e Atlas si fa più forte e si intuisce che dietro a quel “concorso” per il trono si nasconde molto, molto altro.
La conclusione del romanzo, infine, è probabilmente il punto di forza del romanzo. Qui apprendiamo che La Guerra delle Dieci Regine non è altro che un grande prequel in cui sono state gettate soltanto le basi di un’avventura molto più ampia e dinamica. Sembra, infatti, plausibile che, nei successivi tre romanzi di questa quadrilogia verranno esplorate quelle zone d’ombra lasciate volutamente soffuse tanto che tutti gli interrogativi rimasti aperti con il finale troveranno finalmente una risposta.