La fortuna di Finch, di Mazo de la Roche pubblicato da Fazi editore, era uno di quei libri che aspettavo con trepidazione. Dopo i primi due volumi di questa saga familiare, Jalna e Il gioco della vita, questo è l’ultimo della trilogia dedicato alla famiglia Whiteoak.
Ritroviamo tutti i personaggi che animano la tenuta di Jalna e li vediamo viaggiare, esplorare, ripercorrere strade abbandonate nella vita e esplorarne delle nuove… tutto a spese di Finch che, poveretto, dopo aver ereditato una forte somma, è bersaglio dell’invidia e dell’avidità degli scrocconi parenti.
Cambiano i paesaggi, dal Canada ci spostiamo per buona parte del racconto in Inghilterra, nel Devon, da zia Augusta e incontriamo nuove, ammaliatrici sagome che fluttuano nelle vite dei protagonisti inutilmente. Perchè alla fine, i Whiteoak, tornano sempre a Jalna, che li attrae e li respinge, che soffre con loro, per loro e di loro.
La fortuna di Finch, di Mazo de la Roche per Fazi editore
Arrivati all’ultima pagina di la fortuna di Finch, si ha un affresco memorabile dei personaggi di questa famiglia, ognuno caratterizzato da un arco di trasformazione delineatissimo. Oppure caratterizzato dalla mancanza di cambiamento, e anche in questo perfettamente tratteggiato. Ormai conosco a memoria i pensieri di tutti i membri della famiglia e posso perfino prevederne le azioni.
Suppongo sia per questo che l’autrice, in questo terzo volume, si è soffermata in modo quasi morboso sulle descrizioni. Non che ne sia mai stata avara, ma questo La fortuna di Finch, soprattutto nella prima parte, pecca di una sovrabbondanza di particolari, una continua sublimazione di questa vena descrittiva che, sebbene sia sempre posizionata in modo da sottolineare stati d’animo e azioni, a volte risulta ‘in più’.
Rallenta, annoia: si può lasciare La fortuna di Finch per qualche giorno e riprenderlo senza temere di sacrificare il pathos del momento giacchè fino al 50% della lettura, non si entra nel vivo della storia e gli eventi sono diluiti in tante pagine di ambientazione. Un terzo volume un pochino sotto tono insomma, magistrale nella scrittura, con personaggi che incantano e infastidiscono e con un finale che mi ha lasciato a bocca aperta, come a dire ’embè… e dunque ora che succede?’.
Se consiglio La fortuna di Finch: ovviamente sì! Credo che la vita sia fatta di periodi e di momenti diversi che condizionano anche le nostre scelte di lettura. Avevo riposto una serie di aspettative in La fortuna di Finch che, sebbene non siano state deluse, devono aspettare momenti più propizi per essere appagate. E’ un libro che ha bisogno di lentezza, di immaginazione, di calma. Poche pagine per volta, nessuna fretta: non è un prodotto usa e getta. Lo riprenderò in mano, voglio dargli una seconda possibilità, non fosse altro per la splendida scrittura. Arriverà il momento in cui dirò: che grande libro!