La fanciulla delle fate di Luciano Ricci, edizioni Leucotea, è un romanzo pubblicato nell’Aprile 2019 che affronta una tematica di particolare attualità: l’omosessualità.
Luciano Ricci non è nuovo nel trattare temi di grande rilievo nei suoi romanzi: dello stesso autore ho già avuto modo di leggere e recensire un altro libro (successivo a La fanciulla delle fate), in cui affronta l’importante tema della prostituzione minorile, Baba Dochia. Plauso doppio quindi a Luciano Ricci per la sensibilità di trasferire nei suoi romanzi argomenti di così grande spessore.
Ho sempre sostenuto la tesi e non sono di certo la sola, che la letteratura ha un suo compito sociale: un libro fine a se stesso è solo puro esercizio di scrittura. Un libro, un romanzo, una raccolta poetica diventano importanti e svolgono un ruolo sociale, quando sono capaci di stimolare i neuroni di chi legge inducendo alla riflessione, al confronto e ad aprire nuove prospettive. Le letture d’evasione, se da un lato fanno passare qualche ora di svago, dall’altro lasciano il tempo che trovano: fermo restando che il massimo è una lettura che sa coniugare le due cose.
Se in Baba Dochia Luciano Ricci, apre la porta alla denuncia di un fenomeno atroce quanto spesso taciuto, la prostituzione minorile, in La fanciulla delle fate punta il suo obiettivo su un tema spesso visto come tabù, l’omosessualità femminile. Stranamente si è più propensi a non stupirsi e ad accettare l’omosessualità maschile, a parlarne più liberamente, mentre per quella femminile c’è sempre come un alone di imbarazzo: è di frequente taciuta e poco dichiarata.
I motivi vanno cercati purtroppo anche nella disparità fra i sessi: come al solito il genere femminile è un passo dietro rispetto al maschile. Il movimento femminista, visto oggi purtroppo come fenomeno da baraccone, aveva sdoganato tante libertà compresa quella sessuale, negli anni si è assistito allo strano fenomeno del ritorno al passato. Anche per questo motivo un rapporto fra due donne risulta più “piccante” di quello fra due uomini.
La donna del duemila vive un’apparente parità e dico apparente senza timore di essere smentita: il trattamento diverso nel lavoro ne è la prova più lampante, per non parlare delle famigerate “quote rosa” che sono davvero un’offesa per il genere femminile, in quanto non fanno altro che rimarcare la condizione di subalternità rispetto all’uomo. L’omosessualità femminile segue questo filone. E mi fermo qui per il discorso potrebbe diventare lungo e articolato.
Luciano Ricci e il tema dell’omosessualità femminile in La fanciulla delle fate
La fanciulla delle fate racconta un incontro fra due donne “normali” che scoprono di essersi innamorate l’una dell’altra. La scoperta accettata da entrambe con grande naturalezza e semplicità le induce a dare una svolta drastica alla loro vita e a prendere decisioni importanti…
La storia di Anna e Teresa, le protagoniste, è raccontata da Luciano Ricci con grande delicatezza e naturalezza. Anche il racconto descrittivo dell’intimità erotica fra le due donne è presentato con una delicatezza che oserei definire femminile: devo dire, caro lettore, che questa cosa mi ha stupito piacevolmente. In genere un un uomo che affronta determinati argomenti è più, come dire, strong… Luciano Ricci invece è molto fine ed elegante e anche questo aspetto fa gustare il libro nella sua interezza.
Lo stile di scrittura è semplice, diretto, caratteristica questa tipica dell’autore che ho avuto modo di riscontrare anche in Baba Dochia: Luciano Ricci probabilmente adotta volutamente uno stile semplice per raggiungere e farsi comprendere da ogni tipo di lettore, dal più “acculturato” a chi legge soltanto sporadicamente.
L’evoluzione della storia è veloce, le vicende procedono a ritmo serrato, forse un pochino troppo: in alcuni passaggi si ha proprio la sensazione “di fretta” dell’autore nel raccontare le vicende. Un ritmo meno veloce, una descrizione più particolareggiata di certi passaggi, non sarebbero risultati dannosi, avrebbero anzi fatto assaporare meglio tutto il romanzo. Un “difetto” assolutamente perdonabile però, considerando il tema trattato e il modo di porgerlo.
Un romanzo, La fanciulla delle fate che conferma la bella capacità narrativa di Luciano Ricci e il suo saper affrontare problemi attuali, delicati e urgenti già riscontrati in Baba Dochia: senza orpelli, senza sceneggiate ma con, ribadisco, grande semplicità e naturalezza unite ad uno stile chiaro e conciso.
Luciano Ricci
Nato nel 1959, ingegnere con alle spalle una onorevole carriera in Confindustria e l’impegno umanitario in Save the Children, Luciano Ricci, nella sua Genova, è per tutti è “lo scrittore di Via Porro”. Dopo il tragico evento del crollo del Ponte Morandi che lo ha visto coinvolto da vicino, Ricci decide di scrivere: nasce così il primo romanzo La fanciulla delle fate, pubblicato nell’ Aprile 2019 da Leucotea Edizioni.
Autore di vari racconti fra cui Ti ho incontrata nel mare e La diagonale perfetta, Luciano Ricci scrive Baba Dochia suo secondo romanzo, dopo l’incontro con Yasmin Abo Loha segretario dell’ECAPT Italia, associazione che opera per contrastare il dramma dello sfruttamento sessuale dei minori per fini commerciali.