Caro lettore, ho appena terminato di leggere La cosa giusta di Tommaso Volponi, edito da Lettere animate. Non è il primo romanzo di questo scrittore, forse avrai già letto il suo romanzo d’esordio Il male minore, edito da Robin Edizioni, dove il protagonista, Alfredo, dall’Abruzzo si trasferisce al nord, a Genova, per cercare lavoro.
Qual’è la cosa giusta da fare se un tuo amico è picchiato al punto da rischiare la vita?
La recensione di oggi è un romanzo sull’amicizia: un legame molto importante fin dalla più tenera età. Alcune amicizie sono così forti ed importanti per chi le vive che nulla può dividere/allontanare i partecipanti.
Analisi della trama del libro La cosa giusta
Sandro Corini è picchiato duramente, per alcuni debiti di gioco, al punto da restare per 95 giorni in coma. I suoi amici, Fulvio e Massimo, venuti a conoscenza dell’accaduto, pensano a tutto ciò che possono fare: avvisare la moglie e poi… nell’impossibilità di essere d’aiuto alla risoluzione del problema, cercano di vivere ed andare avanti con la loro vita, in attesa del risveglio dell’amico, ma un pensiero è presente nelle loro teste: vendetta.
Sandro, durante una gita in Marocco, svoltasi alcuni anni prima, aveva rischiato la sua vita per salvarli da tre balordi quindi nessuno è più meritevole di lui della riconoscenza da parte degli amici d’infanzia.
“Occhio per occhio, dente per dente”… Fulvio e Massimo indagano e scoprono come compiere il loro atto vendicativo nei confronti di colui che ha commissionato il pestaggio all’amico.
Ho riflettuto a lungo su questa loro reazione. Ho due grandi amiche a cui sono molto molto legata, nonostante la distanza che ci separa, ma mai e poi mai potrei arrivare a vendicare con altrettanto dolore fisico il loro maltrattatore, né mai e poi mai loro vorrebbero una simile cosa da me! Per me c’è un aspetto legale che è giusto rispettare, al quale mi rivolgerei per ottenere giustizia. In secondo luogo, non meno importante, c’è un aspetto etico-religioso sull’importanza e il rispetto della vita di ogni essere vivente.
Tutto questo preambolo serviva a spiegarti perché non mi è piaciuto questo racconto. Primo motivo: non entra nelle mie corde. Non ho figli e quindi per un rapporto “di sangue” così importante non posso parlare; ma non mi comporterei come i protagonisti per difendere l’onore né dei miei parenti né dei miei amici; piuttosto pagherei i migliori avvocati, al fine di fargli ottenere giustizia in maniera onesta e legale. Fin dalle prime pagine non ho apprezzato il desiderio di vendetta dei protagonisti, ma ho apprezzato ancor meno la realizzazione di quel progetto da un punto di vista fisico, con la descrizione cruda e reale dell’accaduto.
Secondo motivo: ho trovato questo racconto privo di sale: il testo trasmette pochissime emozioni. Sono quasi assenti la tristezza per un amico in coma, la paura, l’ansia durante le indagini, la rabbia che sale durante la vendetta.
Pregi del libro La cosa giusta
Riconosco allo scrittore la capacità di trasportare il lettore, con le sue descrizioni, in una Roma moderna, reale ed attuale degli anni 2000; oltre all’assenza, quasi totale, di errori di battitura. Ma questi elementi non sono sufficienti, a mio parere, per un buon racconto.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!